Tra gli 80 infermieri non vaccinati – e per questo sospesi negli ultimi giorni – a Rimini, dove c’è la popolazione no vax più folta dell’Emilia Romagna, si registrano già sei «pentiti» e quindi già riabilitati.
C’è preoccupazione tra gli Ordini dei medici e degli infermieri per la situazione negli ospedali che potrebbe degenerare a causa della mancanza di personale. Ausl Romagna, invece, è ottimista: «Al momento la situazione in corsia è sotto controllo», fa sapere l’azienda.
Non la pensa così il presidente dell’Ordine dei medici riminese, Maurizio Grossi. «Mi è stato riferito che buona parte di questi infermieri è “ospedaliera” – specifica – e nei reparti l’infermiere svolge un ruolo centrale.
Pare che per le carenze registrate negli ospedali riminesi sia stato fatto arrivare personale da Forlì e Cesena per tappare i buchi. Nei reparti alcuni appuntamenti sono saltati, perché ripeto senza infermieri è difficile andare avanti».
«TURNI DEGLI INFERMIERI COPERTI CON IL PERSONALE A DISPOSIZIONE»
Il presidente dell’Ordine degli infermieri riminese Nicola Colamaria conferma che i numeri «sono i più alti in Romagna e sono destinati peraltro a salire.
Tra le file del Movimento 3 V (che aggrega attivisti no vax) alle scorse elezioni amministrative si era candidata un’infermiera che ancora non è stata sospesa: esempio di come ancora non siano stati notificati tutti i nominativi».
Si tratta di Lara Lorenzoni. Tuttavia, Colamaria spiega che «non risultano trasferimenti di infermieri tra Rimini, Forlì e Cesena e quasi sicuramente i turni scoperti sono stati eseguiti con il personale a disposizione».
I medici no vax sono il doppio rispetto alla media italiana
I numeri consistenti di sanitari non vaccinati in provincia di Rimini – più di 130 – non stupiscono né gli Ordini professionali né Ausl Romagna: la copertura vaccinale in provincia di Rimini è la più bassa della regione e di rimando il trend si riflette sulle immunizzazioni del personale sanitario.
A Rimini il 25% della platea vaccinabile non è immunizzata. Se si prende ad esempio la Romagna si scopre che in tutte le fasce di età la provincia rivierasca è indietro rispetto a quelle di Ravenna e Forlì Cesena.
La fascia 40 – 49 è coperta al 71%, contro l’80% per esempio registrato Forlì, e quella 12 -18 è coperta al 60%, contro il 73% calcolato a Ravenna e il 72% a Forlì.
Sul fronte sanitario «il 2% dei medici, 53 in totale – continua Maurizio Grossi – ha rifiutato il vaccino contro l’1% di media nazionale. Numeri risicati, ma significa che a Rimini in media non si è vaccinato un numero doppio di medici rispetto a quanto accaduto mediamente nel Paese».
Cattolica maglia nera
A Cattolica la maglia nera: qui il 28% dei cittadini vaccinabili non ha ricevuto nemmeno una dose. I medici di base sospesi perché non vaccinati in provincia di Rimini sono tre.
Ben due risiedono nel piccolo comune di Montescudo Montecolombo e uno a Novafeltria, paesi d’entroterra.
«Hanno lasciato senza riferimento per diversi giorni migliaia di cittadini – spiega ancora il presidente dell’Ordine dei medici – poi l’Ausl è riuscita, non senza difficoltà, a reperire i sostituti.
Io credo che, in generale i 53 medici sospesi siano parecchio ricchi, per fare una battuta. Alcuni di loro hanno fatto ricorso investendo investono migliaia di euro per pagare gli avvocati e almeno fino al 31 dicembre resteranno senza stipendio.
Penso che possano permetterselo e ahimè credo che sia dura convincerli a fare un passo avanti e a vaccinarsi».
Nelle scorse settimane erano stati sospesi anche due pediatri di Cattolica. «Anche in questo caso sostituiti con parecchia difficoltà», chiosa il presidente.
Ogni sabato i comitati e i movimenti antivaccinisti continuano a ritrovarsi in piazza Tre Martiri: centinaia di persone partecipano a cortei e comizi tra cui quello andato in scena mercoledì 3 novembre.
Un corteo silenzioso, una sfilata di partecipanti che hanno esibito sul petto alcune fotografie di Stefano Puzzer il leader dei portuali di Genova.
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