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OSS condannato per violenza sessuale su Paziente. Non è un Infermiere!

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Sui giornali è indicato come Infermiere, in realtà è un OSS ad aver violentato Paziente e ad essere condannato. Interviene Cosimo Cicia, presidente Ordine Infermieri Salerno.

In mento af titolo “Cilento, violenta paziente in clinica: infermiere condannato“, visibile ancora sull’edizione on line de Il giornale del Cilento” del 13 gennaio 2020, anche se nell’articolo si fa correttamente riferimento ad un operatore sociosanitario (OSS), si fa presente di un grave errore per la categoria professionale degli infermieri: l’arrestato è un OSS. A riferirlo Cosimo Cicia, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Salerno e membro del comitato centrale FNOPI.

“L’operatore sociosanitario (Oss) è una figura di supporto che appartiene non al ruolo sanitario, ma al ruolo tecnico” – spiega.

“Non è un laureato, non ha un Albo nazionale e non ha l’obbliogo di seguire i dettami di un Codice Deontologico che coadiuva gli operatori professionali in ambito sanitario e sociale, nello svolgimento delle sue attività”. Inoltre l’OSS “si attiene alle indicazioni che da loro ricevono e il suo compito è, anche su indicazione e valutazione dell’infermiere, di svolgere attività che aiutino le persone a soddisfare i bisogni di base (alimentazione, igiene personale, cura di sé, mobilizzazione, ecc.).

“Gli Oss non sono assolutamente Infermieri – continua la nota dell’OPI salernitana – e accade ormai troppo spesso che igiornali, per rendere più appetibile una notizia, utilizzino in modo improprio la qualifica di infermiere per connotare altre figure che con questa nulla hanno a che fare”.

Cosimo Cicia, presidente dell'OPI di Salerno: "quello è un OSS, non un Infermiere, la nostra immagine è stata danneggiata".
Cosimo Cicia, presidente dell’OPI di Salerno: “quello è un OSS, non un Infermiere, la nostra immagine è stata danneggiata”.

L’infermiere è il professionista laureato responsabile ded’assistenza infermieristica al paziente che esplica con interventi autonomi tecnico scientifici attraverso una complessa presa in carico.

“E’ chiaro quindi, viste anche le accuse e l’arresto, il danno gravissimo di immagine perla professione infermieristica, di cui fanno parte gli oltre 450 mila infermieri iscritti agli Ordini provinciali e alla FNOPI, ovvero la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche – chiosa Cicia – la nostra professione è apprezzata e ben conosciuta non certo in questa forma dai pazienti che, per garantire dignità alla loro vita di tutti i giorni, si rivolgono all’infermiere che con altre figure del tipo descritto nulla a che fare. La professione infermieristica non è quindi coinvolta nei fatti, ma rischia cosi un pesante e ingiusto danno di immagine verso i suoi assistili e per questo si chiede di rettificare l’errore a norma dell’articolo 42 della legge 416/1981“.

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