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OPI Potenza. La presidente Robertucci bacchetta il Governo Conte: “poco si è fatto per prevenire infezioni da Covid”.

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Un duro comunicato della presidente dell’Ordine degli Infermieri di Potenza, Serafina Robertucci, apre la discussione sulla prevenzione e sulla risposta al Covid-19 da parte del Governo e dei Governatori regionali: “si è fatto poco”.

“Lo scenario 4, il peggiore previsto dall’Istituto Superiore di Sanità nel documento Prevenzione e risposta al COVID-19, incombe perché è concreto il rischio che le misure di contenimento del virus varate dal governo e dalle governance regionali della Sanità non riescano a invertire la curva dei contagi e dunque a ridurre l’indice di trasmissibilità (Rt). Per il Commissario all’emergenza COVID-19 Domenico Arcuri non si è ancora raggiunto il livello di guardia nelle Rianimazioni, ma se si continua a non controllare la diffusione del Coronavirus, il sovraccarico dei servizi assistenziali metterà a rischio la tenuta del Servizio Sanitario”. Serafina Robertucci, appena eletta presidente dell’ordine degli Infermieri di Potenza, lancia l’allarme.

“Poco è stato fatto in questi mesi – sottolinea la rappresentante della categoria più colpita dalla prima ondata – per intervenire seriamente sulle gravi carenze di professionisti sanitari, portate alla luce da questa crisi sanitaria senza precedenti. Non è un caso se abbiamo subito il triste primato del 47 % dei contagiati sul totale dei casi in Sanità, visto che il personale spesso è stato costretto a operare in scarsità di dispositivi di protezione individuale adeguati a garantire la sicurezza”.

“Tutte le misure – spiega Serafina Robertucci – adottate nella prima fase della pandemia (turni straordinari, mobilità tra reparti, bandi straordinari a tempo determinato, reclutamento di personale in pensione,…) si sono dimostrate insufficienti ad arginare questo evento di straordinaria gravità: nessuna infatti ha agito sulle carenze strutturali del sistema, stremato da una ventennale cura feroce a base di tagli del personale e dei posti letto. Riproporle oggi servirebbe solo a instaurare un sistema caratterizzato dalla precarietà: un “gigante dai piedi di argilla”.

“A questo punto, invece – osserva la presidente dell’Ordine – bisogna affrontare la questione strategica della carenza cronica di Infermieri. Nonostante tutto abbiamo affrontato in prima linea, con grande senso di responsabilità e impegno l’emergenza, pagando un prezzo umano altissimo. In termini di contagio, di stress, di affaticamento: siamo i professionisti più esposti perché più vicini al paziente. Ma i numeri sono impietosi. Il taglio della spesa sanitaria non ha ridotto solo i posti letto, soprattutto di terapia intensiva, ma ha determinato un grave deficit di infermieri, sia in ospedale sia sul territorio. Un solo dato: nel Nord Europa ci sono dieci infermieri ogni 1000 abitanti, in Italia poco più della metà: 5,7 ogni mille abitanti. Occorre quindi riorganizzare immediatamente il Servizio Sanitario, potenziando i servizi territoriali, più vicini alle esigenze dell’utenza, per soddisfare le richieste di continuità assistenziale, affidandone la gestione anche alla figura dell’Infermiere di famiglia”.

“Continueremo a fronteggiare – conclude Robertucci – la seconda ondata ma speriamo di ritornare presto a navigare in acque più tranquille. Ne usciremo più consapevoli dell’importanza del lavoro di squadra, più pronti ed elastici a sposare nuovi modelli organizzativi, più convinti che il faro dell’ agire quotidiano è riconoscere e gratificare la nostra splendida professione. I membri del Consiglio Direttivo dell’OPI di Potenza, parte integrante della compagine infermieristica, sosterranno i professionisti impegnati sul campo in questo difficile momento, impegnandosi a percorrere tutte le strade per la tutela professionale”.

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