Oggi l’Italia Infermieristica, almeno quella che aderisce alla sigla sindacale Nursind, incrocia le braccia e scende in piazza.
Tutto pronto a Roma e nelle Piazze italiane per lo sciopero nazionale indetto dal sindacato Nursind. Carovane di pullman sono in viaggio verso la Capitale e verso i capoluogo di regione (vista la Pandemia) per non creare troppi assembramenti.
Lo sciopero è stato indetto dal segretario generale del Nursind Andrea Bottega (nella foto) e fatto proprio da tutte le delegazioni sindacali a livello regionale, provinciale e aziendale.
Gli Infermieri del servizio pubblico, quindi, incrociano le braccia per dire no ad un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro che penalizza la categoria degli Infermieri e degli Infermieri Pediatrici, che vengono trattati non più da eroi, ma come inservienti.
Il Nursind non ci sta e a differenza delle altre sigle sindacali dice no alle imposizioni dell’ARAN e dei ministri della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta e della salute Roberto Speranza.
Tutte le richieste del Nursind di modifica del CCNL sono state respinte o recepite in parte. Alla fine rimane un contratto che non darà la possibilità di far carriera agli Infermieri e gli regalerà aumenti miserevoli, di fronte a quanto promesso durante le fasi peggiori della Pandemia Covid, quando la professione infermieristica è scesa in campo in prima linea per difendere i cittadini dall’attacco del Coronavirus e che oggi si vedono beffare da una politica ingrata e da politici miopi.
Ora il dado è tratto, il Governo Draghi dovrà decidere se continuare sulla linea dell’indifferenza o dare ascolto a chi lo merita.
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