histats.com
giovedì, Marzo 28, 2024
HomeInfermieriAssociazioni InfermieristicheNursing Up: «Pistola puntata alla testa di una infermiera del 118!».

Nursing Up: «Pistola puntata alla testa di una infermiera del 118!».

Pubblicità

De Palma (Nursing Up): «Pistola puntata alla testa di una infermiera del 118! Accade a Napoli. Siamo ormai all’acme di una emergenza senza fine! Quanto vale oggi la vita di un operatore sanitario?»

Diciamo basta una volta per tutte a questi episodi vergognosi. Solo pochi giorni fa a Torino, un infermiere era stato ferito con un coltello. La pericolosa scia di aggressioni si allunga a dismisura e assume contorni di una gravità non ulteriormente tollerabile.

Le leggi che ci sono

non appaiono in alcun modo sufficienti. Facciamo appello a Governo e Ministero degli Interni, affinché intervengano immediatamente per arginare la scia di violenza ai danni degli operatori sanitari».

Quanto vale la vita di un operatore sanitario

al giorno d’oggi, di un uomo, di una donna, di un padre e di una madre di famiglia, che dopo un percorso di laurea irto di ostacoli e di sacrifici da portare a termine, decidono di indossare un camice per lottare, quotidianamente, per la tutela della salute dei cittadini?

Fino a che punto si può rischiare la propria esistenza?

Non bastano i calci, i pugni, gli spintoni quotidiani, le intimidazioni e le minacce da parte di pazienti e parenti, inviperiti contro un sistema sanitario allo sbando, che ci trasformano nel peggiore dei capri espiatori, addossandoci le responsabilità delle croniche carenze strutturali degli ospedali e in particolare dei lunghi tempi di attesa nei pronto soccorso.

Ciò che è accaduto a Napoli

anche per noi del nostro sindacato, che dovremmo essere abituati a raccontarvi, quasi ogni giorno, fatti di cronaca fuori dall’ordinario, ci ha fatto letteralmente sobbalzare dalla sedia.

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

Abbiamo stigmatizzato più volte

in passato, i rischi che corrono i nostri infermieri del 118 in servizio sulle ambulanze quando si recano a casa dei pazienti.

Immaginate a quali livelli

possa arrivare il raptus di follia di un paziente o di un parente di quest’ultimo, all’interno della propria abitazione, nelle proprie quattro mura.

Immaginate cosa potrebbe succedere

a casa propria, se arrivano già all’interno di una corsia di un ospedale a sentirsi autorizzati e forti al punto di estrarre un coltellino, ferire un infermiere ed appiccare addirittura il fuoco in una corsia, come accaduto a Torino qualche giorno fa.

Oppure a tentare di strangolare una infermiera come accaduto al “Sant’Andrea” di Roma a ottobre.

Ebbene, signore e signori, siamo arrivati alle pistole!

Accade proprio questo. Siamo arrivati alle minacce con le armi da fuoco!

La brutta storia arriva da Napoli

dove, poco dopo le 21, a Calata Capodichino, giovedì scorso, una infermiera dell’equipaggio 118 del “San Gennaro”, si è vista puntare una pistola alla testa da un uomo in preda alla più impensabile delle follie.

La collega

dopo alcuni minuti di ritardo legati all’arrivo tardivo dell’ambulanza, si è ritrovata davanti un uomo di 76 anni che l’ha minacciata di morte con una pistola e che l’avrebbe forse uccisa se la moglie fosse morta.

Parole che l’uomo ha espresso senza mezze misure

davanti a testimoni, e che hanno permesso agli agenti del Commissariato San Carlo Arena di disarmarlo e trarlo in arresto.

E, a quanto ci raccontano, non è stato neanche semplice bloccarlo e renderlo inoffensivo.

Tutto questo a seguito di una tachicardia. Ebbene sì, la signora, la moglie dell’uomo, per fortuna stava bene, ed è poi stata visitata e sottoposta a tutti i controlli di rito.

Perché per noi infermieri, sempre, la vita di un paziente, viene prima di ogni cosa!

A che punto di gravità siamo arrivati? Fino a che punto il Governo può rimanere inerme di fronte questo scempio?

Provate a immedesimarvi per un attimo nello stato d’animo di questa collega, magari madre di famiglia.

Provate a pensare

per un attimo se non le sia passato per la testa, anche solo per un secondo, di chiedersi se vale ancora la pena svegliarsi ogni mattina, per 1400 euro al mese netti, e rischiare di rimanere uccisa da una persona a dir poco instabile, mentre sta cercando di comprendere l’entità delle condizioni di salute della moglie di quest’ultimo.

Se prima di tutto

la parola d’ordine è non avere mai paura di denunciare quanto accade, non possiamo nascondere, continua De Palma, la nostra profonda preoccupazione per il livello di gravità a cui siamo arrivati e per i pericoli in cui, ogni giorno i nostri operatori sanitari, incorrono.

Qualcuno fermi

questa scia di violenza senza fine. Qualcuno ci dica se essere infermiere oggi, vuol dire davvero, dover affrontare questi rischi.

Al Governo

al Ministro degli Interni chiediamo, se in un Paese civile si può continuare combattere per la salute dei pazienti, mettendo in campo competenze ed anni di studi universitari, e poi arrivare a essere considerati, da parte di cittadini a dir poco instabili, come “i colpevoli numero uno” di un sistema malfunzionante, mentre la politica e le aziende sanitarie, responsabili della nostra incolumità, restano impassibili a guardare, senza predisporre strategie preventive che ci tutelino concretamente prima che accada il peggio.

Cosa dovremmo arrivare raccontarvi nel prossimo comunicato?

Non osiamo immaginarlo!», chiosa De Palma.

_______________________________________

  • Per chi volesse commentare questo servizio può scrivere a redazione@assocarenews.it
  • Iscrivetevi al gruppo Telegram di AssoCareNews.it per non perdere mai nessuna informazione: LINK
  • Iscrivetevi alla Pagina Facebook di AssoCareNews.itLINK
  • Iscrivetevi al Gruppo Facebook di AssoCareNews.itLINK
RELATED ARTICLES

Novità

© 2023-2024 Tutti i diritti sono riservati ad AUSER APS - San Marco in Lamis - Tra sanità, servizi socio sanitari e recupero della memoria - D'intesa con AssoCareINFormazione.it.

© 2023-2024 ACN | Assocarenews.it

Quotidiano Sanitario Nazionale – In attesa di registrazione al Tribunale di Foggia.

Direttore: Angelo “Riky” Del Vecchio – Vice-Direttore: Marco Tapinassi

Incaricati di Redazione: Andrea Ruscitto, Lorisa Katra, Luigi Ciavarella, Antonio Del Vecchio, Francesca Ricci, Arturo AI.

Per contatti: WhatsApp > 3474376756Scrivici

Per contatti: Cell. > 3489869425PEC

Redazione Centrale: AUSER APS - Via Amendola n. 77 - San Marco in Lamis (FG) – Codice Fiscale: 91022150394