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Sonia, Infermiera: fui licenziata da un Istituto Termale della Romagna, ma non ho mai capito il perché.

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I dubbi di Sonia Franzoni, infermiera licenziata anni fa da un Istituto Termale della Romagna, dove lavorava come libero professionista. Traumi che restano. Si ha la sensazione di essere solo dei numeri.

Continuano le storie di vita professionale nell’ambito della rubrica Nurse24, dedicate alla professione infermieristica. Questa volta parliamo della storia di Sonia Franzoni, infermiera, che dopo una decina di anni non ha ancora capito il perché è stata “fatta fuori”, lavorativamente parlando, da un Istituto Termale della Romagna. Ecco cosa ci ha raccontato.

“Nel 2008 fui assunta come infermiera libera professionista presso un Istituto Termale della Romagna. Era un lavoro stagionale. Fui poi riconfermata fino al 2010. Improvvisamente a luglio di quell’anno, dopo un galà per la ricorrenza della costruzione e apertura delle Terme iniziai a subire mobbing da parte del personale dell’istituto – ci spiega Sonia – non vi era alcun motivo per farlo, visto che ero stata sempre disponibile e che amavo molto quel lavoro”.

Poi la catastrofe.

“Il 15 luglio il direttore delle Terme mi chiamò per organizzare il lavoro assistenziale per l’alta stagione, che sarebbe iniziata il mese successivo. Dopo quattro giorni mi richiamò nel suo studio – aggiunge Franzoni – pensai fosse per lo stesso motivo di qualche giorno prima. Non era così e fu una doccia fredda, ma molto fredda. Mi disse che il nostro rapporto di lavoro finiva lì. Quando gli chiesi il motivo mi rispose che le ragioni di quella decisione improvvisa me le dovevo trovare da sola. Per nove anni ho provato a capire cosa avessi fatto di così dannoso per l’azienda; era ed è un tarlo che mi porto dentro, perché non ho ancora trovato queste benedette motivazioni e sono decisa a capire cosa può aver scatenato tanta malvagità nei miei confronti”.

Le nostre considerazioni.

La storia di Sonia è quella di tanti Infermieri precari o liberi professionisti che devono combattere giorno dopo giorno per aggrapparsi al proprio lavoro, nella speranza di tenerselo stresso finché dura. Non vi sono norme oggi in Italia che tutelino i precari e soprattutto chi lavora in regime di partita IVA. Ed è su questo che sindacati e rappresentanti delle istituzioni infermieristiche che dovrebbero soffermarsi maggiormente. Noi continueremo a parlane.

A Sonia ci sentiamo di dire che l’unico modo per eliminare quel “tarlo” è parlare con il Direttore delle Terme (non sappiamo se sia ancora in attività), chiedendo un colloquio di chiarimento. Di più, purtroppo, non possiamo fare. Continua a seguirci.

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