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giovedì, Marzo 28, 2024
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Mobbing e stalking su Infermieri e OSS: il datore di lavoro sa, ma non interviene. Ha paura.

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Accade in una struttura ubicata nel Ravennate. Medico e Infermiere di ordini romene e polacche continuano a far mobbing e stalking su colleghi Infermieri e OSS italiani. Il datore di lavoro non sa come intervenire.

E’ stata ribattezzata la clinica degli orrori. Si tratta di una struttura pubblica ubicata nel Ravennate dove si starebbero registrando continui epico di mobbing e stalking nei confronti di personale infermieristico e socio-assistenziale. Nella clinica ci sarebbe un continuo turnover di personale perché Infermieri e OSS (ma anche Fisioterapisti ed altre figure professionali) scappa letteralmente via dopo un periodo breve-medio di lavoro. E gli aguzzini sarebbero i Medico italiano ed alcune Infermiere di origini rumene e polacche. Scopriamone assieme di più.

Dopo aver ascoltato alcune colleghe e colleghi Infermieri e OSS che sono andati via dalla clinica ci siamo azzardati a contattare il datore di lavoro, il presidente di una cooperativa che nei nostri confronti è stato evasivo, ma ha anche ammesso che “so tutto, ma non so come intervenire“, perché ha paura di essere a sua volta denunciato per mobbing nei confronti di chi si starebbe macchiando di azioni indegne nei confronti degli altri colleghi.

Fatto sta il cambio di personale nell’azienda è continuo e tutto ciò accade nel bel centro di una delle cittadine più importanti dell’hinterland Ravennate. Anche i pazienti e i parenti dei pazienti si sarebbero accorti che qualcosa non va e che spesso vengono allontanate o si licenzialo quelle persone che loro stesse definiscono “bravissimi professionisti“.

Ma ora c’è chi è disposto a denunciare e lo ha annunciato al al su citato datore, che ha chiesto all’Infermiere di soprassedere per qualche giorno e di cercare assieme una soluzione lavorativa differente.

La cooperativa gestisce più strutture, ma nella “clinica degli orrori” nessuno dei suoi dipendenti ci vuole andare, perché la “leggenda” del mobbing e dello stalking è piuttosto diffusa. Chi è passato da quella struttura non ci vuol ritornare.

Dimostrare che dei professionisti facciano mobbing/stalking è difficile, anche se con una azione di massa si potrebbe alimentare un vespaio non indifferente. Il datore ha paura proprio di questo e starebbe perdendo tempo alla ricerca di una soluzione che pare non riesca a trovare.

Eppure basterebbe dividere il gruppo Medico-Infermiere e trasferirle separatamente in altri ambiti lavorativi, ma l’azienda non lo sta facendo, chissà per quale ragione che non ci viene detto. A ciò va aggiunto il fatto che la struttura è gestita da una “caposala” facente funzioni che non ha né le competenze, né la formazione adeguata a dirigere un gruppo di lavoro. Tant’è che essa stessa è vittima di Medico e Infermiere.

Alla fine dei giochi a rimetterci, in termini di qualità e quantità dell’assistenza erogata, sono proprio i Pazienti. Infatti sono sempre più quelli che chiedono (o i famigliari per loro conto) di andar via e di essere ricoverati in altri ambiti di cura.

In conclusione, ribadiamo che la struttura è pubblica ed è parte integrante del Sistema Sanitario Regionale, anche se l’ambito sanitario, tecnico e socio-sanitario è gestito da una azienda privava.

Sono le anomalie italiane, che si ripercuotono sugli esiti dell’azione assistenziale. Continueremo a seguire la questione e a raccontarvi ciò che accada in questa che è una vera “clinica degli orrori”.

Per finire, chi è andato via sta pensando a segnalazioni agli Ordini professionali di competenza, con tanto di documentazioni scritte, foto e video. Cambieranno le cose? Vedremo, intanto non ci resta che confidare nel buon senso del datore, che alla fine ha la responsabilità non solo sui suoi lavoratori, quanto sugli Assistiti.

Stay tuned.

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