Manuela Rinaldi, da infermiera neolaureata al successo a New York. Con un matrimonio in arrivo.
Manuela Rinaldi è una ragazza italiana espatriata a New York.
La laurea in Infermieristica nel 2015 poi una scelta coraggiosa: il suo percorso raccontato in esclusiva per AssoCareNews.it.
“Cari lettori di AssoCareNews.it, vi ringrazio per l’opportunità di raccontare il mio faticoso percorso.
Nel 2015 ho preso la laurea in infermieristica. Stavo andando a registrarmi al collegio, ero proprio in attesa, e mi misi a parlare con le mie amiche del percorso di studi.
Capii che amavo l’infermieristica ma che non avevo intenzione di massacrarmi nel privato e nei concorsi, che in quegli anni uscivano anche poco.
Poi magari vincevi a Pordenone o a Milano o Bologna. Chi me lo faceva fare? Ma la mia non è pigrizia: con quel che guadagnavo avrei dovuto pagare l’affitto, mandare qualche soldo a casa.
Del resto noi giovani silani sappiamo che dobbiamo lasciare la terra per guadagnare il pane.
Ho quindi abbandonato la fila per il collegio e sono andata a casa a vedere come migrare all’estero. Sognavo gli Stati Uniti e tramite un’agenzia decisi di partire per New York. Mio padre ne fu sconvolto.
Sono arrivata il 15 febbraio 2016. Prima ho distribuito volantini, poi ho consegnato fiori per un fioraio italiano vicino Bowling Green. Poi tramite il figlio del fioraio sono entrata come lavapiatti da Bubba Gump.
Lì dopo 6 mesi mi hanno promossa a cameriera. Era fine 2016.
Due anni più tardi, grazie alle mance che sulla Broadway sono sempre alte, ho aperto il mio primo caffè italiano nel New Jersey. Tra me e New York ora c’era un fiume e sognavo di prendere tavolini e tazzine e spostarmi di là dal fiume.
Nel frattempo ho conosciuto Matteo, figlio di migranti, con cui abbiamo aperto al 50% la nostra nuova attività.
A epidemia finita riusciremo a trasferirci a Manhattan, magari nella Uppertown ma pur sempre nella Grande Mela.
Abbiamo un appartamento ad Hoboken (famoso per Buddy), a una fermata di metro da Manhattan.
Ed il prossimo anno ci sposeremo!
Il sogno quindi continua ma se penso alla povera Manuela in coda fuori dal collegio ipasvi, mi commuovo pensando a dove sono adesso.
Grazie dell’opportunità di raccontare la mia piccola storia.
Vi seguirò sempre di più.
Manuela Rinaldi“.