Novità sul Lavoro Usurante Infermieri e Operatori Socio Sanitari: Amnesty International ascoltata in Senato.
Ieri in Commissione Lavoro abbiamo audito Amnesty International Italia, sui ddl n. 934 e 2347 a mia prima firma, che prevedono l’ingresso del personale infermieristico e degli operatori sociosanitari tra le categorie dei lavori usuranti.
Amnesty si è focalizzata sul loro rapporto “Messi a tacere e inascoltati in piena pandemia”, mettendo in luce svariate criticità strutturali che gravano sul settore sociosanitario e socioassistenziale in Italia.
Un settore che per il 25% è a gestione privata, per il 48% è gestito da fondazioni private e solo il 26.7% è a gestione pubblica.
Sono percentuali che fanno riflettere.
Questo il quadro:
– carenza di organico: gli OSS in tali settori sono troppo pochi;
– esternalizzazione dei contratti: largo uso di contratti esterni (collaboratori esterni che sono sotto contratto con cooperative, lavoratori somministrati dalle agenzie interinali e liberi professionisti o partite iva);
– le condizioni di lavoro: profonde disparità di trattamento rispetto ai colleghi che lavorano nella sanità pubblica . Siamo di fronte ad una giungla contrattuale, esistono decine di contratti collettivi firmati da una molteplicità di organizzazioni e sindacati. Vi sono differenze, non solo retributive, ma anche attinenti al monte ore e ai riposi, tra chi ha contratti diretti presso le strutture e chi ha un contratto con una cooperativa (tendenzialmente ancor più negative);
– salari molto più bassi di quelli del settore sanitario in Italia, anche a parità di lavoro o per un lavoro di valore simile.
Va tenuto a mente che si tratta di un settore altamente femminilizzato, circa l’85% delle persone che lavorano nel settore dell’assistenza a lungo termine (comprese le RSA e Case di riposo) in Italia sono donne.
E’ necessario introdurre una legislazione che garantisca un #salariominimo e #paritàdiretribuzione per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari lavoro, superando il divario salariale tra pubblico e privato attualmente esistente.
Va affrontato il tema della #segregazioneoccupazionale delle donne. Serve un quadro normativo che obblighi i datori di lavoro a comunicare la composizione di genere delle loro imprese e organizzazioni, il divario salariale di genere e la rappresentanza femminile nelle posizioni apicali.
Il mio impegno e quello del MoVimento 5 Stelle su questi temi resta massimo, non possiamo più temporeggiare, valorizziamo i professionisti del settore sociosanitario e socioassistenziale che lavora in queste strutture.
Barbara Guidolin, senatrice M5S