A proposito di Lauree Magistrali per Infermieri, Ostetriche e Professioni Sanitarie: molti lettori ci continuano a chiedere il perché del numero chiuso. Proviamo a rispondere per le vie brevi.
L’emancipazione professionale di Infermieri, Infermieri Pediatrici, Ostetriche e Professioni Sanitarie è direttamente proporzionale a livello di istruzione universitaria. La Magistrale libera per tutti darebbe una svolta alle 4 categorie. Ma ci sono forti resistenze, sia interne, sia esterne alle professioni sanitarie. Proseguiamo per ordine.
Perché la Laurea Magistrale, così come la Laurea Triennale, continua ad essere a numero chiuso? Proviamo ad analizzare cosa accade a livello centrale e quali sono i principali detrattori di tale liberalizzazione.
I Medici.
La classe medica da sempre nutre una certa “gelosia” nei confronti delle professioni cugine, ovvero degli Infermieri, degli Infermieri Pediatrici, delle Ostetriche e delle restanti Professioni Sanitarie, che già in passato hanno tolto loro grossi spazi assistenziali.
I Professionisti Sanitari.
Homo homini lupus. Il problema dei professionisti sanitari non medici nascono quasi sempre dai professionisti sanitari non medici. Anche all’interno di essi vi sono forti resistenza a rendere liberi i Corsi triennali e le Lauree Magistrali, come pure i Master principali e i Dottorati di Ricerca. Meglio essere in pochi a spartire una torta fin troppo piccola, ovvero quella delle dirigenze e dei ruoli universitari e di coordinamento.
La Politica.
La politica e i politici frenano. Davanti ad Infermieri, Infermieri Pediatrici, Ostetriche e Professioni Sanitarie con laurea di secondo livello non possono più continuare ad ignorali, pertanto si sentirebbero in estremo imbarazzo a dover negare aumenti stipendiali, possibilità di carriere verticali e perché no ruoli di maggior prestigio sociale, economico e pubblico.
Le Università.
Gli atenei italiani sono i meno organizzati dal punto di vista logistico e didattico. In molti Corsi di Laurea triennali continua ad insegnare Medici anche se non ne hanno più la competenza in materia Infermieristica, Ostetrica o delle Professioni Sanitarie. Liberalizzare le lauree magistrali sarebbe per le Università una iattura incredibile: un conto è gestire 30 persone, un conto e gestirne 3000. Mancano gli spazi, mancano i docenti (non si è mai voluto fare una seria politica di ingaggio dei professionisti addetti alle docenze), manca l’organizzazione amministrativa, mancano gli stimoli ad andare oltre il vuoto formativo attuale.
Conclusioni.
Ovviamente ci diranno e vi diranno che quello che abbiamo scritto non è vero e che la questione è molto più complicata, ovvero che il fabbisogno di laureati magistrali è irrisorio, che non è possibile far carriera e via discorrendo. La realtà è un’altra: professionisti sanitari più preparati fanno paura a chi oggi a vari livelli ricopre ruoli di comando e non vuole “gente alla pari” nelle sue vicinanze.
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