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venerdì, Aprile 19, 2024
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Infermieri, tra riconoscenza e riconoscimento, orgoglio e pregiudizio.

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Una moneta da 2 euro commemorativa del personale sanitario per dire loro “GRAZIE” per l’impegno profuso nell’emergenza sanitaria da covid-19 era quello che ci voleva.

Questo, per lo meno, è quanto stabilito dal decreto 2 dicembre 2020 (1) ed è quanto un moto di gentilezza ha spinto il legislatore a fare, forte anche del consenso popolare.

L’edizione sarà del 2021, in 3 milioni di pezzi. Commemorativa anche perché, in uno slancio di ottimismo, si spera che nel 2021 l’emergenza finisca. Io, onestamente, spero di riuscire ad accaparrarmene una.

Mentre la popolazione europea e nostrana spera in un epilogo da “…e tutti vissero felici e contenti” e di non dover più sentire di tragedie simili, il personale sanitario (per lo meno quello più attivo sui social network) trova spunti di riflessione sulla faccenda a intervalli più o meno regolari. Lo fa per lo più su gruppi e riviste di categoria (le loro esternazioni non “tirano” molto sulle testate giornalistiche locali e nazionali) e per questo la loro voce non arriva lontano, il più delle volte.

Certo, la notizia è stata accolta da molti con la facile ironia che 2 euro è esattamente la cifra netta che riceviamo come indennità covid, per cui l’intento del legislatore è anche pertinente.

Qualcuno un po’ più austero e pedante poi ha trovato da eccepire che la storia si ripete, e siamo noi. La parola “soldo”, nella sua etimologia deriva da soldato, e rappresentava la paga (misera) giornaliera per la quale i legionari romani rischiavano la vita per la Repubblica. Un po’ come oggi: una moneta che ci vuole rappresentare (sbagliando pure l’effige) come ringraziamento per il rischio che corriamo ogni giorno. Da qui in poi, i commenti si sprecano. Indagare per credere. Il punto però è esattamente quel GRAZIE, tutto italiano.

La riconoscenza (quindi non la beneficenza), si sa, è notoriamente, tra le virtù umane, la più ignorata e bistrattata; anche qui – va detto – l’intervento del legislatore è quantomai azzeccato: rara la gratitudine, andava per forza resa rara anche la moneta (ho già detto che ne vorrei una?). GRAZIE è una parola che deriva da gratùs, vale a dire “che riconosce i benefici e ne è ricordevole”. Che sarebbe anche bella, se non fosse anche a interpretazione tutta italiana… già ricordevole, detto qui da noi, fa poco ben sperare; ma è sul riconoscimento dei benefici che si consuma il vero dramma. In un Paese coerente, riconoscere i benefici dovrebbe dar luogo al riconoscimento. Personalmente, quasi non mi meraviglio che tra la popolazione il dibattito nemmeno si apra (anche perché ci sono già i due euro… cos’altro dovrebbero volere i sanitari?) Resto invece sempre meravigliato del dibattito che puntualmente si accende tra i sanitari stessi. Alcuni sembrano aver preso per sé e non per Lucillo le lettere di Seneca e sembra di leggere tra i loro commenti i remake di frasi come “Non è felice, credimi, chi dipende dal benessere materiale. Poggia su fragili basi e gode di beni che vengono dal di fuori: la gioia, come è venuta, se ne andrà. Quella che scaturisce dall’intimo, invece, è durevole e stabile, cresce e ci accompagna fino all’ultimo: gli altri beni, apprezzati dalla massa, durano un giorno. “Ma come? Non possono essere utili e piacevoli?” Chi dice di no? Ma solo se dipendono loro da noi. È un errore, Lucillo mio, pensare che la fortuna ci concede o il bene o il male. L’anima è più forte di ogni fortuna, indirizza da sé le cose in un senso o nell’altro ed è causa della propria felicità o infelicità. Se è malvagia volge tutto in male, anche quello che appariva ottimo; se è virtuosa e pura, corregge i mali della fortuna, addolcisce le difficoltà, gli affanni e sa sopportarli, accoglie la prosperità con gratitudine e moderazione, l’avversità con fermezza e coraggio.” (2)

E per loro, virtuosi d’animo come sono, la zecca potrebbe risparmiare anche nel materiale e produrre giusto il pezzetto col “GRAZIE”. Altri invece, ingiustificatamente veniali e dall’animo malvagio, desidererebbero un riconoscimento economico più congruo e ostentano la loro conoscenza degli stipendi dei loro stessi colleghi europei alcuni, di altre professioni altri. Il GRAZIE va bene, ma anche se dovesse mancare solo questo… pace. Talaltri poi si sentono indignati e vorrebbero addirittura restituire queste importanti somme di denaro e il GRAZIE, ritenuto poco credibile. Orgoglio e pregiudizio. Senza voler indignare Jane Austen (3), molti sanitari raccontano l’aderenza alla professione che svolgono come un matrimonio indissolubile e pieno di sentimenti, mentre l’interesse economico e il ruolo sociale (più che il rango) si rivelano essere per loro traditori. L’orgoglio di svolgere nobili professioni si scontra col pregiudizio che il loro lavoro verrà riconosciuto. L’uso di una moneta da 2 euro con un grazie racconta anche un’altra amara verità, da spiegare soprattutto a chi crede o ha creduto di essere salvatore della patria: è una moneta facilmente interscambiabile e, ahimè, facilmente sacrificabile. L’hanno ben capito i colleghi che hanno smesso anche di commentare, che negli anni hanno visto solo perdere riconoscimenti economici e di merito e che forse sono rimasti con la domanda inespressa e persa nel vuoto di quale fine abbiano fatto tutti coloro che, passando per le loro cure, abbiano visto in quali condizioni operiamo e una volta guariti non abbiano alzato un dito per cambiare le cose. La coscienza, però, è uno di quei bastoni che ciascuno brandisce per picchiare il suo vicino e del quale non si serve mai per sé stesso; la critica è una spazzola che non si può usare sulle stoffe leggere, dove porterebbe via tutto, scriveva Honoré de Balzac. Forse è per questo che è possibile che, quando la moneta sarà avvistata in circolazione, i sanitari continueranno a discutere sulla validità dell’iniziativa, bastonando Stato e colleghi del pensiero opposto, ex pazienti trafficheranno nei loro affari e nemmeno la distingueranno e nessuno deciderà di spazzolare a fondo il sistema sanitario che abbiamo. Forse perché si correrebbe il rischio di portare via tutto. Allora teniamoci la moneta e dividiamo le celebrazioni – più che meritate – con la nutella.

Michele Castello – Infermiere

Bibliografia.

  1. DECRETO 2 dicembre 2020 Emissione e corso legale della moneta da 2 euro commemorativa delle «Professioni sanitarie», nelle versioni fior di conio e proof, millesimo 2021. (20A06774) (GU Serie Generale n.306 del 10-12-2020).
  2. Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio. BUR Biblioteca univ. Rizzoli, ed. 1993.
  3. Jane Austen, Orgoglio e Pregiudizio, ET Classici, Giulio Einaudi Editore, 2014.
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