Il nuovo Codice Deontologico degli Infermieri, emanato appena qualche mese fa dalla FNOPI, ha dedicato ampio spazio alla professione sul web e sui social. In tanti oggi rischiano la radiazione. Inconsapevolmente?
Essere radiati dall’Ordine degli Infermieri perché non si rispetta il Codice Deontologico è raro, ma in tanti stanno rischiando di farlo soprattutto nell’ultimo periodo. Forse il caldo di luglio, forse la mania di sentirsi leoni dietro la tastiera, stanno spingendo tanti colleghi a bypassare gli obblighi deontologici, etici e morali della Professione Infermieristica.
Questo accade soprattutto sul web e sui social network, a cominciare da Facebook, passando per Instagram e infine per LinkedIn (non dimenticando WhatsApp). Si tratta dei soliti facinorosi, un piccolo gruppetto sparuto di super-Infermieri (sic!) che pensano di vivere una vita reale che in realtà resta cogentemente virtuale.
Un borbottio continuo che lede dal profondo la Professione Infermieristica.
Sparlano e inveiscono contro tutti e contro tutto, dimenticando qual è il motivo primario della loro rabbia: l’inutilità e la non considerazione (restato “professionisti” e persone invisibili). Se nessuno, ma proprio nessuno, li reputa affidabili un motivo ci sarà. Purtroppo dovrebbero essere loro a capirlo e non noi a scriverlo.
Tra tutti gli altri ricordiamo tre personaggi cult dei social:
- il finto avvocato (non iscritto ad alcun ordine, nemmeno a quello degli Infermieri);
- lo pseudo-opinionista (che tutto sa e nulla produce);
- la gatta-morta (che crede di essere qualcuno, ma in realtà è legata solo al cordone ombelicale del suo congiunto-Primario).
Va bene la libertà di stampa, di parola e di pensiero, ma basta con le cavolate digitali.
Va bene la libertà di stampa, di parola, di pensiero e di esternazione, ma tale libertà deve fermarsi sull’uscio dell’offesa e della denigrazione del collega. Non può e non deve attraversarlo.
Il Codice Deontologico degli Infermieri è molto chiaro.
Parlavamo dell’argomento in un precedente servizio, ecco comunque quello che prescrive il nuovo Codice Deontologico degli Infermieri:
- Art. 28 – Comportamento nella comunicazione
L’Infermiere nella comunicazione, anche attraverso mezzi informatici e social media, si comporta con decoro, correttezza, rispetto, trasparenza e veridicità; tutela la riservatezza delle persone e degli assistiti ponendo particolare attenzione nel pubblicare dati e immagini che possano ledere i singoli, le istituzioni, il decoro e l’immagine della professione.
- Art. 29 – Valori nella comunicazione
L’Infermiere, anche attraverso l’utilizzo dei mezzi informatici e dei social media, comunica in modo scientifico ed etico, ricercando il dialogo e il confronto al fine di contribuire a un dibattito costruttivo.
Per conoscere il resto del Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche cliccate QUI.
I due Infermieri sui social: il rilassato, l’esagitato.
In sostanza, comunque, sul web troviamo due tipologie di Infermieri:
- il rilassato, che vive il mondo dei social con passione e con distacco professionale; non interviene con inutili post che sanno tanto di peti, non commenta, non pubblica momenti di vita professionale (magari in divisa col paziente di fianco!);
- l’esagitato, colui che vive sui social, che va in bagno col cellulare, che gira con il tablet incollato agli occhiali, che mostra sfavillanti pc ad ogni occasione (senza parlare dello smart-watch di ultima generazione); è sempre connesso, sempre pronto ad intervenire ad ogni pie’ sospinto; si capisce che è a disagio, che ha un problema, che ha un deficit e che questo deficit va affrontato e non trascurato (in fondo siamo Infermieri e ci dobbiamo prender cura anche di loro); questo personaggio grida e chiede aiuto, ma nessuno lo ascolta, nessuno legge tra le righe delle sue a-meticolose elucubrazioni social.
In ogni modo gli esagitati vanno segnalati agli Ordini delle Professioni Infermieristiche e bloccati, perché con il loro farneticare continuano a danneggiare una intera categoria, che non merita pettegolezzi ad oltranza, ma un sano confronto tra pari (ma questi sono veramente pari a tutti gli altri?). E gli OPI hanno l’obbligo di intervenire e di non far più finta di nulla.
Perché non stanno mai zitti? E voi a quale delle due categorie vi sentite di appartenere? Scriveteci a: [email protected].
Di questo e di altro ne discuteremo a Ravenna il 30 novembre 2019, in occasione dell’evento organizzato dal quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it sul tema “Quale futuro per la Stampa Sanitaria in Italia? Verso un Codice Etico condiviso“.