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Infermieri e OSS in sciopero a Caserta: “ora basta con le prese in giro, fateci lavorare”.

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Furono sospesi ad aprile per la cessazione del contratto d’appalto con una ditta di somministrazione lavoro. Mai più riassunti, ora Infermieri e OSS scioperano davanti all’ospedale di Caserta.

Non c’è pace per i precari della sanità in Campania. Infermieri e OSS quelli più colpiti, soprattutto a Caserta, dove sono scesi in campo per chiedere di essere riassunti dopo essere stati lasciati a casa. Lavoravano con azienda interinale.

Un gruppo di infermieri ed operatori socio-sanitari che per oltre un decennio ha lavorato in somministrazione all’ospedale di Caserta e che sono stati sospesi dal lavoro il primo aprile scorso per la sopravvenuta cessazione del contratto di appalto con la ditta di lavoro somministrato, hanno manifestato davanti alla Regione chiedendo di essere internalizzati dall’azienda ospedaliera attraverso un concorso ad hoc, così come previsto dalla normativa regionale. E’ quanto riferiscono i colleghi de Il Mattino.

«Siamo sempre noi, i somministrati dell’azienda ospedaliera di Caserta – spiega Rosa Della Ventura, storica portavoce del gruppo formato da 70 lavoratori – chiamati eroi durante il Covid e poi licenziati dopo 15/20anni di lavoro; siamo venuti qui in Regione per farci ascoltare, visto che grazie alla legge di bilancio numero 234 del 2021 (lettera C), c’è la possibilità di avere questa sorta di reinternalizzazione con un concorso riservato al 50% del fabbisogno. Invece veniamo palleggiati da un lato all’altro e non considerati. C’è silenzio e indifferenza da parte di chi può risolvere, ma la domanda sorge spontanea: forse non si vuole risolvere? Diciamo sempre le stesse cose, non c’è stata alcuna umanità nel valutare il nostro lavoro, non tanto da parte di chi ci governa perché non conoscono le nostre vite, ma da parte delle istituzioni sanitarie che hanno usufruito di noi nei momenti peggiori dell’emergenza, unici forse a consentire alla struttura di mantenere i Lea (Livelli essenziali di assistenza). Adesso chiediamo che al più presto sia fatto un tavolo tecnico in Regione per discutere della applicabilità della lettera C».

I lavoratori speravano che qualcosa si muovesse dopo l’incontro tenuto lo scorso 19 maggio con il Presidente del Consiglio Regionale Gennaro Oliviero, in cui si era discusso proprio del personale impiegato in mansioni socio-sanitarie alla presenza anche dei rappresentanti sindacali; in quella circostanza il segretario generale della Cisl Fp Caserta Franco Della Rocca e quello confederale con delega alla Sanità Nicola Cristiani, avevano chiesto l’applicazione della Legge di bilancio 234 per salvaguardare i circa 70 operatori sociosanitari, come fatto dal Santobono di Napoli; in base a quanto stabilito dal Direttore Generale Tutela della Salute e Coordinamento Servizio Sanitario Regionale Antonio Postiglione, l’attuazione della legge rientra nei poteri aziendali, nel rispetto del piano del fabbisogno e delle spese di bilancio.

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I sindacalisti ribadiscono dunque l’appello al direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Caserta «Gaetano Gubitosa affinchè attui nell’immediato l’iter procedurale così da mettere fine allo stato di precariato che affligge questi operatori da anni e che sono stati impegnati in prima linea nel corso di uno dei periodi più duri vissuti a causa del Covid, per questo ringraziamo il presidente Oliviero per aver dato voce a questa istanza».

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