Perché elementi che caratterizzano il management sono entrati nell’agire quotidiano del professionista della salute?
Dopo l’aziendalizzazione (D.lgs. 502/92, D.lgs. 517/93 ) gli attori della sanità hanno dovuto acquisire competenze manageriali poiché è cambiata tanto la natura giuridica, quanto la struttura organizzativa del sistema sanitario nazionale, divenendo il ruolo di leva strategico per guidare il cambiamento e per facilitare i processi di governo.
Nel corso degli anni il management sanitario ha assunto anche una relativa autonomia e riconoscibilità all’interno delle facoltà di economia esplicitandosi meglio nelle scuole di igiene o nell’ambito della formazione infermieristica.
La formazione manageriale è riuscita ad influire su:
- motivazione intesa come un processo mediante il quale una persona canalizza dell’energia verso il raggiungimento di una meta-incentivo allo scopo di soddisfare determinati bisogni. Si tratta di un elemento che induce il professionista a tenere comportamenti desiderabili all’interno delle organizzazioni del lavoro come efficienza, efficacia, disponibilità (Ferrari, 2014).
- miglioramento dei processi organizzativi e produttivi (protocolli con allegato uno strumento che deriva dalla certificazione di qualità ossia la matrice delle responsabilità, rappresentazione grafica che evidenzia in dettaglio i singoli compiti assegnati a ciascun operatore all’interno di un sistema aziendale).
- trasparenza dei servizi erogati (carte dei servizi) tenendo conto di alcuni principi: eguaglianza (parità di trattamento fra aree geografiche e categorie di utenti), imparzialità (nei comportamenti verso gli utenti), continuità (erogazione di servizi regolare e priva di interruzioni), diritto di scelta, partecipazione (intesa come accesso alle informazioni e diritto di fare proposte), efficienza ed efficacia.
- ascolto, comunicazione e customer satisfaction finalizzate all’ottenimento di livelli di prestazione che siano sempre più efficaci ed efficienti, per evitare errori, disfunzioni, insuccessi, che potrebbero incrementare il malcontento dei pazienti.
Infine poi da qualche tempo si comincia a parlare di modello organizzativo secondo il concetto lean nato e sviluppato nel 1990 dai ricercatori del MIT Womack e Jones, nel loro bestseller “La Macchina che ha cambiato il mondo”, in cui illustrano il sistema di produzione che ha permesso all’azienda giapponese Toyota di ottenere risultati nettamente superiori a tutti i concorrenti nel mondo. Da allora migliaia di organizzazioni eccellenti nel mondo hanno adottato il modello lean, nell’industria come nei servizi, in quanto applicabile a tutti i processi operativi, quindi non solo strettamente produttivi, ma anche logistici, amministrativi, di progettazione e sanitari.
L’approccio lean rappresenta una metodologia che mira al miglioramento delle performance dell’azienda attraverso la crescita delle competenze professionali dei suoi collaboratori incrementando il valore con il minor numero di sprechi possibile, dato che il modello gestionale della sanità pubblica malgrado l’aziendalizzazione non risulta essere adeguato, appropriato ed efficiente. Possiamo concludere che per l’agire quotidiano vengono richieste sempre più competenze legate al management che fondano le basi sulle teorie delle scienze della pubblica amministrazione e dell’economia aziendale con l’obiettivo di definire, perseguire e controllare l’adeguatezza tra l’accesso, i costi e la qualità dei servizi erogati tenendo conto delle esigenze dell’utenza.
“Il management è uno dei saperi più consolidati nell’infermieristica italiana. L’ambito sul quale da sempre, ogni giorno, e con molta fatica, la professione contribuisce attivamente a risolvere i molti problemi del Servizio sanitario nazionale, quello sul quale si è legittimato una capacità di dirigere e gestire”. (Saiani, 2006)