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Il ruolo del Dirigente Infermieristico in Italia.

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Il Dirigente Infermieristico. Che ruolo ha? Come si forma? Cosa deve saper fare? A cosa deve fare attenzione?

Quando si parla oggi di Professione Infermieristica non si può non parlare anche del Coordinatore Infermieristico e soprattutto del Dirigente Infermieristico. Ci soffermeremo si quest’ultima figura.

Il dirigente infermieristico: Di cosa si occupa tale figura? Come si ferma? Come deve sapere, fare, saper fare, saper sapere e saper far fare? A cosa deve fare attenzione nel suo agire quotidiano?

Tra le 22 Professioni Sanitarie, comprese quella Ostetrica, la Professione dell’Infermiere ha avuto una evoluzione senza precedenti nell’ultimo trentennio con il riconoscimento di varie competenze clinico-manageriali, ma soprattutto con l’attribuzione di incarichi di alto rilievo ai vertici della Aziende Sanitarie, Ospedaliere, IRCSS ed altre strutture ed ambiti assistenziali del Sistema Sanitario Nazionale.

Oggi i Dirigenti Infermieristici sono sempre di più e sono diventati un punto di riferimento o di arrivo per tanti colleghi che sperano di “fare la scalata” e comunque di dare nuova linfa e idee ad un settore in continua evoluzione.

I Dirigenti Infermieristici italiani si sono di recenti coalizzati nel SIDMI, Società Italiana per la Direzione e il Management delle Professioni Infermieristiche. La società è attualmente presieduta da Bruno Cavaliere, Infermiere ai vertici dell’Ospedale “San Martino” di Genova, ed è presente in alcune regioni, ovvero là dove è istituita la figura del Dirigente Infermieristico. Si spera in futuro di avere una rappresentatività in tutta la nazione. Purtroppo, come spesso accade in altri ambiti, anche quello specifico viaggia a ritmi alterni, con elevati riconoscimenti manageriali al Nord d’Italia, che diventano minimi o inesistenti al Sud (con strutture ospedaliere e universitarie ancora troppo medico-centriche) e nelle Isole Maggiori. Qualche timida isola felice esiste al Centro.

Essere leader non significa essere al comando.

Fa in modo che sia erogata un’assistenza efficace, efficiente, di qualità; contribuisce alla formazione continua e all’aggiornamento del personale di competenza. È costantemente sotto controllo e viene valutato per i risultati ottenuti sia economici sia sanitari (tratti da: La dirigenza infermieristica di CARLO Calamandrei).

Ciò significa che non è la posizione a creare il ruolo, ma sono coloro che la esercitano e non è il titolo di studio universitario ad insegnare ad essere un leader.

Il Dirigente Infermieristico, stando all’art.6 della Legge 43 del 2006 è un professionista in possesso della laurea specialistica/magistrale di cui al D.M. 2 aprile 2001 che abbia esercitato l’attività professionale con rapporto di lavoro dipendente per almeno cinque anni.

Esso “contribuisce alla definizione della mission, vision e dei valori guida dell’azienda e persegue il loro raggiungimento attraverso il razionale uso delle risorse umane e materiali disponibili. Il lavoro dei leader potrebbe essere definito come gestione di energia. Loro compito principale è creare un ambiente nel quale questa energia non vada sprecata in lotte intestine e giochi di potere…” (Kets de Vries Leader, giullari, impostori. 1998)

Le iniziative della SIDMI.

Dirigenti Infermieri: ecco come cambierà la leadership futura della professione. Accordo Fnopi-SIDMI.

Dirigenti Infermieri (SIDMI): le raccomandazioni per lo staff Infermieristico di nuova concezione.

Un po’ di storia della Dirigenza.

Va detto che con l’emanazione della Legge 251/2000 è nata nel nostro Paese la Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, che permette all’Infermiere, già laureato alla triennale, di incrementare le esperienze scientifiche e manageriali e di raggiungere, al termine dei due anni previsti, il livello specialistico di tipo dirigenziale. Tale Corso di Laurea permette essenzialmente due sbocchi occasionali molto importanti per la professione:

  • carriera universitaria;
  • carriera dirigenziale.

E’ conosciuta meglio nell’ambito sanitario come la “Legge della Dirigenza”. Essa ha contribuito alla nascita della Dirigenza nell’ambito Infermieristico, Ostetrico e delle Professioni Sanitarie. Ecco di cosa parla e cosa disciplina maggiormente.

La Legge 251/2000 è meglio conosciuta come “Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica“. E’ stata Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 208 del 6 settembre 2000.

La norma, per la prima volta, apre agli Infermieri le porte per l’accesso alla nuova qualifica unica di dirigente del ruolo sanitario, e come dicevamo quella di docente presso gli atenei italiani.

La Dirigenza Infermieristica è attualmente in evoluzione.

Dopo i fatti legati alla Pandemia Covid il ruolo dei Dirigenti Infermieristici è mutato decisamente, diventando improvvisamente importante in diverse realtà assistenziali cosiddette evolute. Abbandonate le vecchie idee di “ausiliarietà”, soprattutto nell’ambito teorico-professionale, la figura dell’Infermiere Dirigente ha trovato la sua giusta allocazione, tra alti e bassi, momenti di crisi e momenti di rilancio. Ogni azienda sanitaria o ospedaliere ne dovrebbe avere almeno uno.

La proposta del DIPSA: un unico nome per le strutture dirigenziali infermieristiche e delle professioni sanitarie:

Verso la creazione della Direzione delle Professioni Sanitarie (DIPSA): ecco l’atto di indirizzo della SIDMI.

“Sono cambiati i bisogni di salute della popolazione, ma anche le necessità organizzative e le aspettative degli stessi infermieri; infermieri laureati, con dottorato di ricerca, master di I e II livello professionalizzanti e specifici per alte competenze; anche nell’area dirigenziale si è evidenziata quindi la necessità di Infermieri Dirigenti preparati e formati alla specifica governance dell’assistenza infermieristica e a salvaguardia del sistema salute di cui gli Infermieri sono sempre più espressione di garanzia e qualità delle cure” – spiegava il dirigente infermieristico toscano Marco Alaimo in uno dei suoi scritti qualche anno fa.

Va da sé pensare che gli sviluppi futuri della Dirigenza Infermieristica sono strettamente legati alla crescita professionale dell’Infermiere sotto il profilo manageriale, clinico ed assistenziale. A ciò contribuisco gli elevati livelli qualitativi dei Corsi di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, i Master di II Livello in Management delle Professioni Sanitarie, i Dottorati di Ricerca, gli studi scientifici come quelli condotti dal SIDMI e i corsi di alta formazione. Tutti assieme offrono competenze decisamente avanzate e permettono al manager infermieristico di gestire la continuità assistenziale ospedale-territorio e i modelli assistenziali basati sulle varie intensità e complessità delle cure, così come espressamente come richiesto dall’attuale quadro demografico ed epidemiologico.

Cosa significa dirigere?

Ce lo spiegava tempo fa proprio Alaimo. Dirigere, etimologicamente parlando, significa:

  • volgere verso una meta, avviare in una determinata direzione;
  • indirizzare;
  • guidare;
  • regolare l’andamento;
  • regolare il funzionamento;
  • regolare lo svolgimento;
  • essere a capo di qualche cosa.

Essere a capo significa avere il buon senso del buon padre di famiglia, ovvero “di colui che guida e indica la giusta via verso una meta, uno scopo condiviso e per il bene di tutti”.

“La complessità dei sistemi sanitari evolve con la modifica dei bisogni di salute dei cittadini e con l’aumentata richiesta di specializzazione manageriale e di governo. Gli Infermieri dirigenti con gli anni stanno proprio acquisendo questa importante consapevolezza e sempre più le sfide del futuro vedono la professione infermieristica inserita a livello decisionale e strategico nei sistemi di governo sanitario. Purtroppo non sempre questo è quello che vediamo o che percepiamo, o che ci viene detto, anche perché molti Infermieri o semplici cittadini non sanno bene cosa faccia o sia un dirigente né tanto meno un Infermiere Dirigente. La nascita che possiamo attribuire ufficialmente alla figura del Dirigente Infermieristico è data da una norma del 2000 con l’avvio della Laurea specialistica e di dirigenza, la Legge 251/2000 (link ad articolo su Legge 251/2000) ovvero “Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica”, dove si stabilisce che gli infermieri in possesso dei titoli di studio rilasciati con i precedenti ordinamenti possono accedere alla laurea di secondo livello in Scienze infermieristiche, ma soprattutto vi è un riconoscimento ufficiale della dirigenza (art.7): per gli infermieri si aprono così le porte per l’accesso alla nuova qualifica unica di dirigente del ruolo sanitario” – spiegava sempre Alaimo.

In attesa dell’entrata a regime della specifica disciplina concorsuale, disposizioni transitorie stabiliscono che le Aziende sanitarie possono comunque procedere all’attribuzione degli incarichi di dirigente dei Servizi dell’assistenza infermieristica e ostetrica “attraverso idonea procedura selettiva tra i candidati in possesso di requisiti di esperienza e qualificazione professionale predeterminati”.

Al Dirigente Infermierisitco è attribuita la responsabilità e la gestione delle attività di assistenza infermieristica (e delle altre professioni sanitarie) e delle connesse funzioni, nonché la revisione dell’organizzazione del lavoro incentivando modelli di assistenza personalizzata.

Cosa dice la Legge 251/2000?

Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonchè della professione ostetrica.

Art. 1.

(Professioni sanitarie infermieristiche e professione sanitaria ostetrica)

1. Gli operatori delle professioni sanitarie dell’area delle scienze infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono con autonomia professionale attività dirette alla prevenzione, alla cura e alla salvaguardia della salute individuale e collettiva, espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei relativi profili professionali nonché dagli specifici codici deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per obiettivi dell’assistenza.

Viene maggiormente definita l’autonomia della professione sanitaria infermieristica, che nelle sue specifiche attività di prevenzione, cura e salvaguardia della salute esplica le proprie funzioni così come specificate dalle normative il profilo professionale 739/94 e il codice deontologico 2009. Sollecitando infine il rinnovo metodologico assistenziale di pianificazione per obiettivi, il processo di Nursing.

2.[…]: a) l’attribuzione in tutte le aziende sanitarie della diretta responsabilità e gestione delle attività di assistenza infermieristica e delle connesse funzioni; Infermiere Dirigente: viene attribuita la direzione delle attività infermieristiche alle specifiche dirigenze infermieristiche sancendo quindi l’autonomia anche di autogestione all’interno degli ambienti operativi.

Art. 5.

(Formazione universitaria)

1. Il Ministro dell’università […], individua con uno o più decreti i criteri per la disciplina degli ordinamenti didattici di specifici corsi universitari ai quali possono accedere gli esercenti le professioni …, in possesso di diploma universitario o di titolo equipollente per legge.

2. Le università nelle quali è attivata la scuola diretta a fini speciali per docenti e dirigenti di assistenza infermieristica sono autorizzate alla progressiva disattivazione della suddetta scuola contestualmente alla attivazione dei corsi universitari di cui al comma 1.

L’art 5 definisce valida l’equipollenza dei titoli che permettono l’accesso alla professione validi anche per l’accesso ai corsi universitari previsti per accedere alle funzioni di dirigenza ossia la laurea specialistica, e infine invita le sedi universitarie a concludere i corsi non universitari di dirigenza infermieristica.

Art. 7.

(Disposizioni transitorie)

1. Al fine di migliorare l’assistenza e per la qualificazione delle risorse le aziende sanitarie possono istituire il servizio dell’assistenza infermieristica ed ostetrica e possono attribuire l’incarico di dirigente del medesimo servizio…Inoltre viene istituito il Servizio Infermieristico Tecnico Riabilitativo Aziendale (SITRA).

Il SITRA deve diventare DIPSA.

In molte aziende sanitarie è il SITRA (Servizio Infermieristico Tecnico Riabilitativo Aziendale) il luogo di governo del Dirigente Infermiere che organizza e coordina il personale infermieristico, ostetrico, tecnico sanitario, riabilitativo e della prevenzione, oltre che gli operatori di supporto. Per la SIDMI va chiamato DIPSA.

La direzione di questo servizio è generalmente affidata ad un infermiere, ma a seconda del contesto potrebbe anche essere data ad un’altra figura tra quelle sopra citate.

Di cosa di occupa questo Servizio?

  • Assicurare un’assistenza personalizzata e di qualità a tutti gli utenti garantendo l’impiego ottimale delle risorse disponibili, nel rispetto delle norme etiche e deontologiche;
  • Garantire alla persona la risposta ai bisogni di assistenza infermieristica, ostetrica, riabilitativa e sociale in relazione allo stato di salute ed alle condizioni (famiglia, ambiente, cultura, religione) che possono produrre una sua modificazione;
  • Garantire le attività tecnico sanitarie;
  • Garantire gli interventi di supporto assistenziale e di natura domestico-alberghiera al fine di rispondere alle necessità di accoglienza ed ospitalità della persona;
  • Assicurare il raggiungimento dei risultati qualitativi e quantitativi concordati con la Direzione Aziendale attraverso la programmazione, la direzione ed il coordinamento delle risorse umane, tecnico-strumentali ed economiche assegnate nonché alla loro valutazione;
  • Gestire le attività assistenziali, formative e di ricerca al fine di raggiungere la migliore qualità dell’assistenza anche attraverso la revisione dei processi organizzativi e la valutazione dei risultati.

Molto interessante è la nostra intervista doppia a Barbara Mangiacavalli (FNOOI) e a Bruno Cavaliere (SIDMI):

Come e perché diventare Infermiere Dirigente. Parlano Mangiacavalli e Cavaliere.

Ed è da leggere a tal proposito il servizio sul Nurse Staffing:

Cavaliere (SIDMI): “ecco il Ruolo delle Direzioni Assistenziali nelle strategie di Nurse «staffing»”.

Leggi anche:

Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche: come affrontarlo e cosa studiare.

Infermieri Dirigenti, nasce SIDMI. Addio allo storico CID.

L’infermiere potrebbe presto fare ingresso nella Direzione Generale: arriva Direttore Socio Assistenziale in Puglia.

Monica Cirone, Infermiera, nominata Direttore Socio Sanitario ASL 2 Ligure.

Come diventare Alto Dirigente Infermiere e/o Direttore Socio Sanitario?

Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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