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Infermieri di Famiglia: cos’è la Distribuzione Diretta dei Farmaci e il nuovo ruolo dei professionisti infermieri.

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Infermieri di Famiglia e di Comunità pronti ad occuparti della Distribuzione Diretta dei Farmaci sul territorio. I pro e i contro descritti dal collega Mario Fiumene.

Gentile Redazione,

mentre in commissione Affari sociali all’interno dell’Indagine conoscitiva in materia di «distribuzione diretta» dei farmaci per il tramite delle strutture sanitarie pubbliche in Sardegna ed in Provincia di Oristano in particolare la situazione è drammatica a causa delle poche giornate di apertura che i Servizi Farmaceutici territoriali delle ASL dedicano proprio alla distribuzione diretta. La causa di tale situazione pare sia determinata dal numero ridotto di Farmacisti, la carenza è iniziata dal 2016. pare irrisolta.

Spieghiamo cosa si intente per distribuzione diretta: La distribuzione dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale (SSN) avviene normalmente mediante la rete delle farmacie aperte al pubblico (farmacie pubbliche e private) convenzionate con il SSN (Distribuzione convenzionata).

Una quota di medicinali viene distribuita (Legge del 16/11/2001, n. 405, art. 8) anche attraverso le farmacie ospedaliere e i servizi farmaceutici delle ASL (Distribuzione diretta). In tal caso, le aziende sanitarie e le aziende ospedaliere acquistano i farmaci, e li distribuiscono, mediante le proprie strutture, direttamente ai pazienti per il consumo al proprio domicilio. Questa modalità riduce notevolmente la spesa farmaceutica delle ASL.
I medicinali erogabili attraverso la distribuzione diretta da parte delle strutture pubbliche sono inclusi nel cosiddetto PHT Prontuario della Distribuzione diretta o della presa in carico e della continuità terapeutica ospedale (H) – territorio (T).

Secondo le indicazioni riportate nel DM 31 luglio 2007, articolo 1, comma 1, per distribuzione diretta si intende “la forma di erogazione dei farmaci al paziente, per il consumo al proprio domicilio, alternativa alla tradizionale acquisizione degli stessi presso le farmacie, ai sensi dell’articolo 8, comma 1, della legge n. 405/2001.
Attraverso la distribuzione diretta si migliora la continuità assistenziale (H)ospedale-territorio (T),

il monitoraggio, l’appropriatezza di uso, aderenza e facilità di accesso è maggiormente garantita attraverso l’erogazione di farmaci in Distribuzione diretta in particolare per i farmaci soggetti a prescrizione limitativa specialistica Registro AIFA – con accesso ricorrente del paziente alla struttura. I criteri di selezione di questi farmaci sono quelli della criticità terapeutica, del controllo periodico del paziente presso la struttura specialistica, che determina le condizioni per una maggiore appropriatezza diagnostico-assistenziale, una verifica della compliance del paziente e uno strumento di monitoraggio del profilo di beneficio/rischio e di sorveglianza epidemiologica dei nuovi farmaci.

I costi della Distribuzione diretta sono notevolmente ridotti: i costi diretti sia quelli indiretti stimano un costo medio che è 2 volte minore rispetto ad altre forme di distribuzione.

Tale leva economica generata dalla Distribuzione diretta risulta vitale per la sostenibilità del sistema e per garantire l’innovazione terapeutica”.

Si vuole evidenziare che all’interno della Missione 6 – Reti di prossimità, strutture di telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale – è stata prevista l’attivazione di n. 1.288 Case della Comunità, con centrali operative per le cure domiciliari e la telemedicina. La Distribuzione diretta si inserisce perfettamente in questa nuova visione: è un modello che prevede la consegna al domicilio del paziente o direttamente presso le Case di Comunità o Ospedali di Comunità di farmaci erogati in Distribuzione diretta.

Va considerato, a tal proposito, il ruolo del personale infermieristico delle Cure Domiciliari che spesso si fa carico di recapitare i farmaci a casa dell’assistito. A tal proposito sarebbe opportuno riconoscere agli Infermieri delle Cure Domiciliari un grado di competenza superiore” come ad esempio nei progetti già operativi per la sclerosi multipla, le SLA, patologie neoplastiche, cure palliative e per malattie rare.

Attualmente il cittadino viene continuamente monitorato dal clinico e dai farmacisti coinvolti all’interno delle equipe multidisciplinari, spesso con il coinvolgimento dei MMG e dei PLS. Non c’è miglior modo di favorire la compliance del paziente e l’aderenza alla terapia che quello di essere seguito costantemente dal personale che si reca al domicilio: in questo avranno un ruolo importante gli Infermieri di Famiglia/ Comunità.

E tutto questo è ad oggi garantito dalla distribuzione diretta del farmaco per il tramite delle strutture pubbliche, favorendo l’alleanza terapeutica tra sanitari e paziente.

In sostanza si sottolinea che non c’è miglior modo di favorire la compliance del paziente e l’aderenza alla terapia che quello di seguire costantemente il paziente per il tramite delle stesse strutture eroganti il farmaco.

E tutto questo è ad oggi garantito dalla distribuzione diretta del farmaco dalle strutture pubbliche. Ciò che è certo è che, se professionisti dipendenti dalla pubblica amministrazione insistono sull’utilità della Distribuzione diretta e ne sottolineano la qualità a garanzia dei pazienti più fragili pur facendosi carico di una mole di lavoro decisamente impegnativa è perché ci credono fermamente avendo constatato e valutato i risultati positivi che hanno compensato i loro sforzi.

La soddisfazione consiste soprattutto nell’avere contribuito negli ultimi venti anni a fare in modo che la Distribuzione diretta abbia potuto garantire e stia garantendo l’accesso ai farmaci innovativi e alla sostenibilità del sistema. Pertanto sarebbe opportuno porre rimedio alla situazione attuale che in Sardegna limita la Distribuzione diretta dei farmaci, con un aggravio di spesa, un grave disagio agli utenti e un aggravio di lavoro a carico del personale dell’assistenza territoriale.

Mario Fiumene
Dottore Magistrale in Scienze infermieristiche e Ostetriche

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