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Infermieri assenteisti a Molfetta: per l’OPI di Bari si tratta di una intollerabile caduta di stile, ma di loro non vi è traccia.

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A parlare è il presidente dell’Ordine degli Infermieri baresi, Saverio Andreula, che parla di “dileggio” senza precedenti. Però di Infermieri ad oggi non vi è alcuna traccia.

Perché prendersela con la Professione Infermieristica se di “caposala” e di “infermiera professionale” non vi è alcuna traccia? Se lo chiede Saverio Andreula, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bari dopo i recenti fatti di cronaca in quel di Molfetta. Alcuni Infermieri sono stati accusati di essere “assenteisti”, peccato che dei loro nomi non vi sia alcuna traccia.

Di seguito tutte le informazioni, con i relativi “numeri”, che tutti gli Organi di Stampa d’Italia hanno divulgato, dopo la conferenza stampa realizzata dalla Guardia di Finanza lunedì 8 luglio 2019, sull’indagine condotta all’Ospedale “Don Tonino Bello” definita “quinto piano”:

  • 2 anni d’indagini, con appostamenti, inseguimenti e telecamere poste dentro e fuori l’Ospedale di Molfetta;
  • 300 episodi di assenteismo cui si sarebbero resi responsabili Medici,  Infermieri e Impiegati amministrativi;
  • 30 persone cui è contestato a vario titolo il reato di Truffa ai danni di Ente Pubblico, Falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, Abuso d’ufficio e peculato: 5 i Medici coinvolti;
  • 17 gli impiegati amministrativi;
  • 5 gli Impiegati manutentori;
  • 1 Caposala (?);
  • 1 Infermiera Professionale; 1 Esterno all’Ente Ospedaliero.

“Delle 30 persone coinvolte sono state eseguite 12 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 1 ordinanza con obbligo di dimora nel comune di residenza – spiega Andreula – rese pubbliche le generalità delle 12 persone agli arresti domiciliari, della persona con obbligo di dimora e di 9 delle restanti 17 persone che sarebbero coinvolte. Tanto premesso, per quanto è dato di sapere rispetto agli arrestati e altri resi pubblici, dell’Infermiera (professionale), presunta truffaldina, imbrogliona, disonesta, fraudolenta (giusto per citare alcuni titoli di stampa) e dei reati lei ascritti, a oggi non
c’è traccia”.

“Tutti gli Infermieri di Molfetta, in attività all’Ospedale Don Tonino Bello, anzi della Puglia e d’Italia, meritano rispetto. – conclude Adreula nella sua nota diramata agli organi di stampa. Un presunto caso di coinvolgimento della professione infermieristica nei fatti di cronaca di questi giorni non può e non deve diventare strumento di un intollerabile dileggio a una classe professionale impegnata a sostenere i bisogni di salute dei cittadini pure nella precarietà del sistema sanitario pugliese”.

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