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Infermieri aggrediti in Pronto Soccorso, Paziente sieropositivo: minacciava di infettare professionista sanitario.

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Da Rimini a Napoli passando per Foggia non cessano le aggressioni nei confronti degli Infermieri del Triage. Collega minacciato con sangue da sieropositivo all’HIV.

Non cessano le aggressioni nei confronti degli Infermieri del Triage. Nei Pronto Soccorso italiani, da Nord a Sud, passando per le Isole maggiori e minori e per il Centro, continuano senza soste le violenze fisiche e verbali nei confronti di professionisti sanitari che fanno semplicemente il loro lavoro.

Episodio di violenza verbale e fisica a Foggia.

L’ultima aggressione si è registrata qualche pomeriggio fa a Foggia presso il Pronto Soccorso del Policlinico “Ospedali Riuniti”, dove un energumeno ha letteralmente scaraventato fuori dall’ambulanza un Paziente per farlo triagiare. Quest’ultimo era in attesa di esito da tampone. Alla fine il primo ha chiesto scusa all’Infermiere ed si è accodato alle direttive procedurali anti-Covid.

Paziente minaccia di infettare Infermiere con sangue HIV+.

E’ quanto racconta Salvatore Di Stefano su “Il Giornale“. Sangue infetto addosso a un infermiere.

E’ l’estrema sintesi di una vicenda accaduta pochi giorni fa a Rimini, con protagonista in negativo un cittadino nordafricano di 30 anni con un passato da tossicodipendente e ben noto alle forze dell’ordine. Secondo quanto riportato dal quotidiano locale Il Resto del Carlino lo straniero, sieropositivo, si è presentato in evidente stato di alterazione all’ospedale Infermi della città romagnola, tanto da aver convinto il personale sanitario preposto a ricoverarlo per effettuare tutti gli accertamenti del caso. Allo straniero è stata così somministrata una flebo ed è stato fatto accomodare su un lettino.

Qui il raptus di follia dell’uomo, il quale si è alzato e ha incominciato a girovagare lungo la corsia. Pochi secondi dopo si è sfilato l’ago cannula dal braccio e, aiutandosi con il deflussore collegato, ha colpito un infermiere che si trovava a passare da quelle parti. L’operatore sanitario ha cercato di ripararsi istintivamente con le braccia ma purtroppo il sangue infetto del paziente lo ha raggiunto agli occhi. Solamente il pronto intervento degli altri infermieri ha placato la furia del nordafricano che è stato bloccato con tutte le cautele del caso e ridotto a più miti consigli.

Al povero infermiere non è rimasto altro da fare che recarsi presso il presidio di polizia dell’ospedale e denunciare il tutto. Il nordafricano è stato preso in consegna dalle forze dell’ordine ma, come richiesto dal magistrato, è stato possibile solamente denunciarlo a piede libero per tentate lesioni, almeno fino a quando non vi sarà certezza dell’eventuale avvenuto contagio. I prossimi sei mesi saranno un calvario per l’operatore sanitario – che nel frattempo naturalmente è stato sottoposto a terapia antiretrovirale -: in questo lasso di tempo infatti l’uomo dovrà effettuare costanti controlli per verificare se il contagio sia avvenuto realmente o meno.

Altra aggressione a Napoli.

I tempi nei quali i nostri operatori sanitari venivano acclamati durante la prima ondata della pandemia sembrano oramai lontani anni luce, i casi di vile aggressione come questo sono tornati tristemente a occupare la cronaca nazionale. Appena pochi giorni fa a Napoli un’infermiera dell’ospedale San Paolo è stata aggredita con una grossa sega da falegname da una donna con evidenti problemi psichici. In questo caso fortunatamente la vicenda si è chiusa senza particolari incidenti e la donna che aveva tentato l’aggressione è stata colpita da un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

A nulla sono finite le norme che puniscono gli aggressori, soprattutto perché non vengono applicate e no vengono denunciati i casi. Quando finirà questa situazione?

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