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Infermiere aggredito da Medico: “io sono la Dottoressa, ti ordino, tu esegui, zitto e muto!”. La denuncia di Nursind.

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Il Nursind di Pistoia denuncia un fatto increscioso avvenuto ai danni di un Infermiere. Medico l’aggredisce verbalmente “io sono il Dottore, ti ordino, tu esegui, zitto e muto!”. Collega presenta esposto, ma le Direzioni Sanitaria e Infermieristica devono ancora decidere sul da farsi.

Gentile Redazione,

è successo davvero. Un’aggressione verbale congiunta di due psichiatri (uno dei quali primario) ai danni di un infermiere. Per una telefonata. Dopo anni di lotte e di evoluzione della professione infermieristica, è davvero svilente continuare a parlare di una persistente convinzione di alcuni medici di potersi porre in condizione di supremazia nei confronti degli infermieri, credendo di poterli trattare, talvolta, come veri e propri segretari.

Condizione ormai vecchia, superata dalla legislazione da oltre un ventennio, ma che continua a perdurare in moltissime realtà ospedaliere ma soprattutto territoriali. Ed è successo davvero.

L’avvenimento si riferisce a quanto accaduto il giorno 07/01/21, in un ambulatorio (…) (in provincia di Pistoia – ndr), dove la psichiatra in turno, in quel momento libera da impegni, si avvicinava al bancone dell’accoglienza esigendo che l’infermiere lì presente, telefonasse per suo conto ad un medico di medicina generale e, una volta rintracciato, le passasse la chiamata in stanza.

L’infermiere, soprassedendo le arroganti modalità con cui la Dott.ssa in questione gli aveva rivolto tale richiesta, apriva la rubrica telefonica e si accorgeva che i riferimenti del medico segnalato erano diversi.

Dopo tre chiamate non andate a buon fine (numeri errati o inesistenti) il quarto numero risultava essere occupato. L’infermiere informava quindi la dott.ssa sottolineando, con toni pacati, propri di una normale conversazione tra persone civili, di aver indicato il numero corretto da contattare sulla rubrica e che al bisogno la psichiatra avrebbe potuto ritentare lei stessa la telefonata.

Da lì la reazione spropositata, rispetto alla conversazione corrente, della specialista che, inasprendo subito i toni, di marcata supponenza e alzando la voce, pretendeva dall’infermiere che fosse lui, o i suoi colleghi, a dover continuare a contattare quel numero fino a rintracciare il medico e passarglielo. Al rifiuto dell’infermiere, che le precisava di non essere il suo segretario e che anzi, aveva già fatto fin troppo, la psichiatra dava in escandescenza sostenendo che essendo il medico di turno, ogni sua disposizione doveva essere eseguita dagli infermieri.

Come ad intendere: “Io medico ordino, tu infermiere esegui”. Sentito ciò, l’infermiere ribadiva che se lei avesse avuto necessità di parlare con questo medico avrebbe potuto chiamarlo lei stessa, lasciando la stanza per non proseguire la già animata discussione.

Alla dott.ssa però tale risposta non deve essere piaciuta, tanto da riferire al primario quanto accaduto. A seguito dell’affronto subito, ed evidentemente in una condizione di completa ignoranza sulla legislazione infermieristica, sia primario sia psichiatra, si recavano dall’infermiere attuando, in condizione di voluta superiorità numerica, una vera e propria aggressione verbale nei suoi confronti, sostenendo fragili motivazioni per le quali l’infermiere fosse “obbligato” ad attuare tale telefonata, incentrate soprattutto sulla “funzionalità del servizio”. Come se per lo stesso motivo, la telefonata non potesse farla la psichiatra stessa.

No, evidentemente alla dott.ssa piaceva avere il segretario. Il primario, invece di placare i toni, fomentava l’aggressione verbale, fino ad insinuare una presunta volontà minatoria dell’infermiere nei confronti della dott.ssa e, infine, per concludere in bellezza, provocando l’infermiere e cercando la lite fisica con le seguenti parole: “ed ora che vuoi fare? vuoi picchiarmi?”.

Naturalmente l’infermiere evitava ogni provocazione e rispondeva a tono, specificando che nessuna normativa vigente che lo riguardava prevedesse attività di segretariato di nessun tipo e che semmai effettuare una chiamata per conto del medico ricadesse in un ambito “discrezionale” e non certo “dovuto”. Il tutto si è concluso con il primario che con sicurezza e supponenza diceva alla psichiatra che se fosse accaduto di nuovo un evento simile, lui avrebbe avvertito per mail i dirigenti infermieristici e che avrebbero provveduto loro a “farlo fare” agli infermieri.

L’infermiere ha effettuato subito segnalazione di aggressione verbale ai vari organi aziendali competenti e avvertito lui stesso il dipartimento infermieristico che però deve ancora prendere una posizione netta sulla gravità di quanto accaduto. Attendiamo con fiducia!

Alessio Prestigiacomo
Dirigente Sindacale Nursind Pistoia

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