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Infermiera strangolata in Pronto Soccorso a Roma: “non è più possibile lavorare in queste condizioni”.

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Una Infermiera è stata strangolata in Pronto Soccorso a Roma ed è viva per miracolo: “non è più possibile lavorare in queste condizioni”.

Una brutta aggressione è avvenuta qualche giorno fa a Roma presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale “Sant’Andrea”. Una donna ha provato a strangolare una Infermiera in servizio.

Il fattaccio è accaduto, durante il turno di pomeriggio, martedì 18 ottobre al Sant’Andrea (Roma Nord). A prendere di mira la lavoratrice una donna di 55 anni, poi allontanatasi prima dell’intervento della polizia.

E’ quanto denuncia il sindacato Confintesa Lazio: “una Infermiera è stata brutalmente aggredita da una paziente esasperata dai lunghi tempi di attesa nel pronto soccorso dell’ospedale romano”.

A quanto si è capito la violenza è avvenuta intorno alle 16.30. La Paziente ha energicamente protestato più volte (grazie anche all’aiuto dei figli, che hanno preso a calci e pugni la porta d’ingresso del PS) perché troppo lunghi i tempi di attesa. Dopo 4 ore di attesa la donna ha preso di mira una Infermiera in servizio, tirandole i capelli e cercando di strangolarla. La violenza è accaduta davanti ad altri colleghi che, basiti, sono rimasti impietriti davanti a cotanta rabbia. Qualche secondo dopo è stata allertata la Polizia, intervenuta prontamente, ma dopo che gli attori del folle gesto si erano già dileguati. Nei loro confronti scatteranno apposite denunce.

L’appello di Confintesa.

“È l’ennesimo atto di violenza contro chi, fino a pochi mesi fa, era chiamato eroe, e che oggi torna ad essere il primo bersaglio dell’inefficienza del Servizio Sanitario Regionale. Non tollereremo più simili episodi: oltre ad esprimere piena solidarietà alla vittima dell’aggressione e a mettere a disposizione ogni strumento sindacale e legale a sua tutela, chiediamo (nuovamente) che ogni pronto soccorso sia dotato di un posto di polizia h 24 e che l’Azienda si costituisca parte civile nel processo che avrà luogo a seguito della denuncia che verrà sporta dall’infermiera aggredita e che si faccia carico delle spese legali e dell’assistenza psicologica di cui la stessa dovrà necessariamente usufruire per prevenire disturbi post traumatici da stress a breve, medio e lungo termine. Chiediamo inoltre alla Regione Lazio che si attivi immediatamente per arginare il fenomeno dilagante delle aggressioni a personale sanitario e che renda immediatamente operativo il disegno di legge presentato il 1 agosto in Regione sull’argomento” – dichiarano da Confintesa Lazio.

La condanna dell’OPI e dell’OMCeO di Roma.

“Se si digita su google “aggressione” e “pronto soccorso”, si ha una idea dell’infinito: tale sembra infatti il numero delle aggressioni che subiscono infermieri e medici che si trovano a essere “i nostri eroi” nei pronto soccorso. Lo avevamo denunciato meno di un mese fa, e ora è toccato ad una infermiera del Sant’Andrea. A lei la nostra solidarietà: ma quando un fenomeno che sembra eccezionale diventa ripetitivo, allora ci si deve interrogare sulle sue cause strutturali, non solo sulla logica dell’emergenza, dalla quale pare che non si possa mai uscire. Insomma è un vero e proprio disagio sociale, e a pagarne il costo sono gli operatori sanitari” – spiegano in una nota congiunta il presidente dell’ordine degli infermieri Maurizio Zega ed il presidente dell’ordine dei medici di Roma Antonio Magi.

“Anche per questo, e anche perché rispondendo ai compiti che ci sono affidati in quanto enti sussidiari dello Stato qualche idea in materia ce l’avremmo, chiediamo e richiediamo da tempo di essere ascoltati, e che si affrontino questo e altri problemi strutturali in adeguati confronti tra le autorità locali e le professioni sanitarie” – concludono da OPI e OMCeO capitolini.

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