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Infermiera riceve oltre 8300 euro di straordinari. Azienda condannata a pagare. Aveva accumulato 499 ore in più.

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Infermiera bergamasca vince battaglia sul pagamento degli straordinari. Decide il lavoratore e non l’azienda su compensi. Non serve invocare la crisi finanziaria, ma vanno versati al dipendente che lo chiede.

L’infermiera ha chiesto se l’AADI poteva dimostrare nei fatti quanto, più volte, il sodalizio ha sostenuto nei suoi corsi ECM e cioè che il dipendente ha il sacrosanto diritto di scegliere se farsi pagare gli straordinari o recuperarli e che l’azienda non è mai assolutamente legittimata ad imporre il recupero con riposi compensativi anche se versa in grave crisi finanziaria.

Così si è proceduto a redigere un ricorso per decreto ingiuntivo per il pagamento di 499 ore di straordinario, registrate nella banca delle ore, pari a 8.309,00 euro.

La causa di primo grado è stata vinta e l’azienda è stata condannata a pagare tutto quanto dedotto in ricorso.

Il magistrato ha precisato che il dipendente è libero di scegliere se farsi pagare le ore o recuperarle, anche se l’azienda versa in grave crisi finanziaria e non vi sono i fondi per il pagamento degli straordinari.

L’azienda, resistendo alle legittime pretese dell’infermiera, non ha assolutamente accettato il decreto ingiuntivo, proponendo, così, l’opposizione ovvero una causa interlocutoria a giurisdizione ordinaria.

Dopo un difficilissimo processo dove l’azienda sanitaria ha tirato fuori le unghie sostenendo che vi era un accordo sindacale sul recupero ore, la lavoratrice associata all’Associazione Avvocatura Degli Infermieri contestava l’avversa deduzione e chiedeva disapplicarsi l’accordo sindacale perché stipulato contra legem e, comunque, essendo aderente all’Associazione Avvocatura Degli Infermieri non aderiva ai sindacati firmatari.

La sentenza, pubblicata oggi, ha ribadito fermamente i seguenti punti:

  1. gli straordinari vanno pagati al lavoratore che li chiede;
  2. gli straordinari in banca delle ore non si annullano allo scadere dell’anno di riferimento;
  3. decide il lavoratore se recuperarli con riposi compensativi;
  4. è irrilevante che l’azienda lamenti la crisi finanziaria;
  5. è disapplicato l’accordo sindacale che disciplina in pejus istituti contrattuali nazionali.

Giustizia è stata fatta e l’Associazione Avvocatura Degli Infermieri ha dimostrato di essere dalla parte degli infermieri e non di quelli che si accordano con le aziende a danno dei lavoratori.

Un sentito ringraziamento deve andare doverosamente all’Avv. Italo Crispino che ha magistralmente condotto tutta la fase processuale.

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