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giovedì, Marzo 28, 2024
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Infermiera: la Paziente era spacciata, ma una preghiera l’ha salvata.

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Medicina e fede: Infermiera racconta la sua esperienza a contatto diretto con la vera fede di una madre che non si è arresa alla prognosi medica. Una notte di preghiera ha salvato la figlia, con grande stupore di tutto il reparto!

Grazie per l’intervista. Puoi presentarti?

Mi chiamo Antonella e sono infermiera all’ASL Napoli 2 Nord da oltre venti anni. Riguardo questa storia che vi dico, ho a cuore di dire che non sono credente.

Ci hai contattato per parlare di un episodio molto particolare successo in autunno 2018. A cosa hai assistito?

Esatto, era fine settembre quando ci giunge una ragazzetta dal pronto soccorso che era stata investita sulle strisce da un motorino. Essendo piccola ci siamo tutti emozionati a questo arrivo e al fatto che è stata in sala operatoria molte ore.

Quando è tornata la situazione era drammatica a causa del tantissimo sangue perso tra incidente e operazione. Erano ore cupe e lo sentivamo nell’aria, nonostante altri pazienti stessero bene o recuperando dalle operazioni che avevano avuto.

I chirurghi si erano espressi con prognosi positiva o negativa rispetto l’intervento?

Rispetto l’intervento era andato bene, avevano interrotto i sanguinamenti interni, recuperato la milza che per fortuna non si era rotta e aggiustato il bacino. Preoccupava che la bambina (appena maggiorenne in realtà, ndr) non recuperava in pressione ed emoglobina, tanto che teneva la noradrenalina in pompa siringa e la prima notte abbiamo fatto diverse sacche, quasi a intervalli.

Verso le 4 del mattino gli ho fatto l’ultimo EGA e prelievi del sangue e i risultati erano veramente poco buoni. L’internista convocò allora la mamma e il padre della bambina.

Come si espresse il medico riguardo questa situazione di forte gravità?

L’internista disse che non c’erano molte speranze, che il fisico non ripartiva e che al momento tutti i nostri sforzi le erano solo serviti a rimanere in vita. La bambina era in coma farmacologico e non erano neanche in grado di sapere se aveva avuto danni cerebrali.

Cosa fecero i genitori rispetto alla tragica notizia?

Fecero qualcosa di incredibile e che non mi scorderò mai. Andarono al letto della bambina e pregarono per un’intera ora, fino all’alba. Incessantemente. Mi fecero pena perchè da non credente lo lessi come un gesto di estrema negazione del destino della figlia. Ma mi sbagliavo.

Cosa successe dopo la preghiera?

Io finii il turno e andai a casa sicura di non ritrovare la piccola al rientro. Invece quando rientrai dopo il libero la trovai sveglia e sorridente ma sopratutto viva! Mi dissero i colleghi che la mattina stessa cominciò a migliorare nelle analisi e la sera stessa aveva valori tanto buoni da ridurre sedazione e terapia di sostegno. Si svegliò la notte dopo per poi riprendersi mano a mano che le ore passavano. I miei colleghi lo definirono un miracolo!

Medicina e fede spesso si guardano poco amorevolmente seppur con rispetto. Cosa pensi sia successo in questo episodio?

Io non farei l’infermiera se non credessi nella medicina. E non voglio dire che adesso credo nella religione. Però forse qualcosa è successo, non chiedetemi cosa. Ma la cosa mi ha lasciato molta inquietudine rispetto a quello che credo e mi sono messo molto in discussione personalmente. Non credo nei miracoli ma se un giorno scoprissi che qualcosa o qualcuno ha interceduto per quella bambina, lo vorrei solo ringraziare. La medicina cura le persone. Ma un piccolo o grande aiuto, ogni tanto, non guasta.

Grazie della disponibilità. Continui a seguirci!

Dott. Marco Tapinassi
Dott. Marco Tapinassi
Vice-Direttore e Giornalista iscritto all'albo. Collaboro con diverse testate e quotidiani online ed ho all'attivo oltre 5000 articoli pubblicati. Studio la lingua albanese, sono un divoratore di serie tv e amo il cinema. Non perdo nemmeno un tè con il mio bianconiglio.
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