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Il Super-Infermiere potrà prescrivere presidi, farmaci e trattamenti, oltre che guadagnare di più come un vero professionista sanitario.

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La proposta della FNOPI sul Super-Infermiere continua a far discutere: potrà prescrivere presidi, farmaci e trattamenti, oltre che guadagnare di più come un vero professionista sanitario.

Nei giorni scorsi la Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) ha tracciato l’identikit del cosiddetto Super-Infermiere, il professionista sanitario del futuro che regnerà sulla scena pubblica e privata nei prossimi 20 anni.

E la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) che rappresenta in Italia 460mila infermieri iscritti all’Albo, lo fa – dopo aver raccolto le loro richieste attraverso la consultazione pubblica degli “Stati generali” – con un preciso elenco di impegni rivolti alle istituzioni e alla politica, raccolti e analizzati in un “documento di consenso” sui principali cardini su cui si articolerà lo sviluppo della professione nella cornice di un rinnovato Servizio Sanitario Nazionale.

I risultati finali della Consensus Conference promossa dalla FNOPI durante tutto il 2022, saranno ora trasmessi  ai parlamentari delle Commissioni competenti in materia di Lavoro, Bilancio, Sanità e Istruzione di entrambi i rami del Parlamento e alle istituzioni.

Le azioni necessarie secondo gli esperti del Panel:

Nuove esigenze del Ssn. È necessario:

  • Individuare le prestazioni infermieristiche da inserire nei LEA (Livelli essenziali di assistenza) che definiscono l’elenco delle prestazioni erogabili e le rispettive codifiche;
  • Riconoscere nel sistema di remunerazione la specificità del ruolo agito dagli infermieri professionisti nelle organizzazioni sanitarie;
  • Prevedere la prescrizione infermieristica di presidi sanitari utili nella pratica assistenziale, farmaci di uso comune e/o per garantire la continuità terapeutica nelle cronicità;
  • Superare il vincolo di esclusività degli infermieri dipendenti per potenziare la rete di erogazione, anche in ottica di estensione sul territorio, con attenzione alle necessità per mantenere l’equilibrio del sistema;

Evoluzione della professione infermieristica. È necessario:

  • Un dirigente infermieristico con posizione di pari livello gerarchico col management direzionale, per partecipare alla direzione strategica dell’azienda e governare l’intero processo assistenziale;
  • Un ruolo di coordinamento assunto da personale opportunamente formato (laurea magistrale) e con adeguata esperienza, superando il vincolo del master di primo livello;
  • Abbandonare i modelli organizzativi assistenziali con logiche prestazionali/esecutive, a favore di modelli organizzativi a sostegno della presa in carico della persona e dei loro caregiver;
  • Introdurre (e considerare) nella definizione degli organici assistenziali il concetto di rapporto infermiere /paziente;
  • Coinvolgere Università e ricercatori infermieristici per definire un Nursing Minimum Data Set, per confrontare e misurare i risultati (outcome) dell’assistenza infermieristica a livello nazionale;
  • Formalizzare figura e ruolo di un nuovo operatore sanitario, formato e gestito dagli infermieri, da inserire nei setting assistenziali;
  • Inserire i nuovi assistenti all’infermieristica certificati in un registro nazionale gestito da FNOPI, per tutelare i cittadini e le organizzazioni che fruiranno del loro intervento;

Revisione dell’assetto formativo infermieristico. È necessario:

  • Convertire il Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica in un percorso specialistico post base (infermiere con laurea magistrale in area pediatrico neonatologica);
  • Aumentare la qualità della formazione con un piano di assunzione per un incremento dei docenti universitari infermieri di ruolo per non impattare negativamente su altri corsi di laurea attivi;
  • Sviluppare lauree magistrali a indirizzo clinico in alcuni aree: cure primarie e sanità pubblica; neonatologia e pediatria; salute mentale e dipendenze; intensiva e dell’emergenza; medica; chirurgica;
  • Garantire l’evoluzione di conoscenze e competenze manageriali per i ruoli di direzione con percorsi distinti e successivi alla laurea magistrale, come master di Il livello o corsi di alta formazione;
  • Realizzare la laurea magistrale a indirizzo clinico abilitante per un profilo con competenze avanzate e funzioni e attività specifiche distintive dal laureato triennalista (es. possibilità prescrittiva);
  • Prevedere scuole di specialità interprofessionali guaii ad esempio nell’ambito delle cure primarie e sanità pubblica, cure palliative, geriatria ecc..

Leggi anche:

Census Conference. FNOPI: “vi presentiamo l’infermiere del futuro”.

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