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Gli Operatori Socio Sanitari sono personale di supporto all’Infermiere. Non c’è nulla di male in tutto ciò.

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Ci scrive Massimiliano Gentili, che risponde al MIGEP: “Gli Operatori Socio Sanitari sono personale di supporto all’Infermiere. Non c’è nulla di male in tutto ciò”.

Spettabile Direttore,

sono Massimiliano Gentili, infermiere. Se possibile volevo, sperando di non turbare nessuno e di non generare “guerra tra poveri”, fare una osservazione su quanto letto il 6/02 c.a., riguardo l’articolo: Migep e SHC scrivono alla Federazione degli Infermieri: “la professione dell’OSS è ormai schiacciata su se stessa”.

Carissimi, con tutto il massimo rispetto e comprensione per voi tutti, premesso e considerato che ci si rimanga male vedersi mettere da parte per scelte importanti che riguardano il vostro futuro, ma fiducioso che tale strappo possa e debba essere ricucito, (massima comprensione), non vedo cosa ci sia di soppressivo e/o umiliante nel sostantivo maschile SUPPORTO? Proviamo assieme a vedere cosa dice il vocabolario a tal riguardo.

Sinonimo di supporto: aiuto, appoggio, assistenza, ausilio, conforto, sostegno.

Eppure, dal vostro articolo, si evince che è bastata questa dicitura per gridare allo scandalo dimostrandolo con tale affermazione!

Cito testualmente: Dal sinonimo di supporto, non sembra denotarsi una accezione atta a denigrare tale figura, a differenza del paragone che intentate di fare della dicitura “paramedico” che riguarda noi infermieri, ma tutt’altro!

Permettetemi di dissentire!

Per non parlare poi di rispetto e considerazione che esigete!

La frase “va tolto dal vostro vocabolario” a mio modo di vedere non andrebbe scritta, perché oltre che mostrare una dialettica arrogante, essendo un termine affermativo, (neanche in dittatura), il condizionale probabilmente sembrava essere più opportuno e d’obbligo per non accendere i toni! Ciò indica una accezione minatoria e di obbedienza assoluta, che forse neanche un ufficiale pluridecorato si permetterebbe di dire o peggio scrivere ad un sottoposto! Chiedete rispetto e siete i primi a non manifestarlo!
Non mi sembra affatto che gli OSS non vengano rispettati, in realtà lavorando in equipe ci sosteniamo tutti a vicenda, pur rispettando però ì propri ruoli e le proprie mansioni, non vedendo nulla di male nel farlo!

Secondo me è nettamente più grave la situazione in cui versiamo noi infermieri.
Voi (giustamente) continuate a vedere solo “il vostro orticello”, spostando però l’attenzione su voi stessi, che a parer mio, non avete una situazione tale, da dover rimanere scandalizzati! State tralasciando un particolare non indifferente, ovvero una situazione ancora più incresciosa ed imbarazzante, per la quale dal 2001 si continua ad eludere la Legge 761/69 Conferenza Stato-Regioni, che VIETA la promiscuità di genere! Ciò vuol dire che le mansioni igienico-domestico-alberghiere le può e deve fare solo ed esclusivamente l’OSS e nessun altro! Tuttalpiù coloro che condividono lo stesso livello come gli OTA! È da 22anni che gli OSS, (per non parlare di OTA, AUSILIARI, PORTANTINI) chiedono SUPPORTO a noi INFERMIERI, ma ancor peggio quando questi vengono a mancare, gli INFERMIERI DOTTORI, SI SOSTITUISCONO A LORO! (generando il DEMANSIONAMENTO!!!)
Eppure non mi sembra che nessuno di voi abbia detto basta a questo scempio, si sia offeso o peggio si sia mai “stracciato le vesti”! Neanche vi siete mai lamentati che gli infermieri, con questi comportamenti, “vi rubino” posti di lavoro, ricoprendo mansioni che spettano ESCLUSIVAMENTE A VOI! Neanche la FNOPI, tacendo pur sapendo, non si è mai permessa, nei vostri confronti, di usare questi termini d’imposizione! Eppure pretendete di essere rispettati e valorizzati!

Evolvere in che modo?

Siete una categoria, a mio modo di vedere, da un certo punto di vista privilegiata!
Perché?

Senza fare alcunché (in quanto nessun cambiamento di rilevante importanza è avvenuto nella preparazione e nel vostro iter formativo), muniti di diploma di terza media (magari come spesso capita in altri lavori, c’è anche qualche “mosca bianca” con laurea di non pertinenza) e con un attestato di un corso regionale della durata di un anno, grazie all’approvazione del decreto Lorenzin e la sua entrata in vigore, dal 15 febbraio 2018, gli Operatori socio-sanitari passano dalla qualifica di operatore tecnico a quella di professionista socio-sanitario AL PARI degli assistenti sociali, sociologi ed educatori sociali. Una rivoluzione straordinaria, se paragonata a coloro che per raggiungere tale posizione hanno dovuto sudarsi una laurea! Di sicuro una evoluzione svoltasi breve tempo (circa 17 anni), rispetto a noi infermieri che versiamo in condizioni critiche da ben 40 anni, senza che sia mai cambiato un granché di sostanziale, al di là delle “pacche sulle spalle” e la miriadi di promesse, mai mantenute!

Alla luce dei fatti, per la vostra categoria, non si denota affatto uno sfruttamento o peggio una regressione/involuzione, né tantomeno uno “schiacciamento” che voi volete tanto far intendere! Credo che ciò è talmente evidente per far sì che tali affermazioni tendenziose, decadano immediatamente! Eppure, incredibilmente, sono state enunciate!

Per non parlare poi dello stipendio quasi sovrapponibile al nostro e alle professioni al loro pari (per giunta laureate), per svolgere le mansioni igienico domestico alberghiere (senza dubbio importanti). Nonostante ciò sembra ancora che non vi stia bene!

Ma vediamo assieme cosa vuol dire Paramedico, PREMETTENDO DA SUBITO che IN ITALIA TALE FIGURA NON ESISTE!!!!!!! Trattasi difatti di una figura “laica”, ovvero non appartenente per forza al SSN e al mondo universitario, ma istruiti da coloro che ne fanno parte, ovvero medici ed infermieri! Per chi volesse approfondire, due anni fa ho creato un Podcast gratuito “infermieri informati”.

Paramedico: Chi opera nell’ambito sanitario con mansioni che non richiedono il titolo professionale di medico o infermiere.

È evidente e chiara, nel definirci con tale dicitura (a parte l’ignoranza, la testardaggine, la persistenza incallita di chi si ostina ancora oggi a definirci in tal senso), l’arroganza e la voglia da parte dei mass media, di distorcere la realtà a tutti i costi! Ed è proprio così, perché nel 2023 con tutti le informazioni che abbiamo a disposizione, soprattutto da internet, non si può non essere informati, da qui la malafede! Addirittura anche a Sanremo abbiamo ricevuto ringraziamenti con l’epiteto di paramedico! Cose da pazzi!
È come se noi infermieri definissimo loro “giornalai”! Griderebbero subito allo scandalo! Immagino le prime pagine “MINATA LA PROFESSIONALITÀ E LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE”, ecc! Per non parlare che poi, nella maggior parte delle volte, leggendo i contenuti di questi sedicenti giornalisti, come spesso accade, si parla di aria fritta!
Basta vedere una famosa tabella (Classifica 2021 di onestà ed etica delle professioni) pubblicata recentemente su uno dei miei ultimi articoli, per capire in che posto l’opinione pubblica li pone…guarda caso, in fondo (punteggio netto totale -26!), rispetto al nostro +78 che ci colloca al primo posto per il 20º anno consecutivo, distaccando di un bel po’ i medici che sostano al secondo posto con un degno +59!

Ovviamente non si può fare di ogni erba un fascio. Meno male che ci sono giornalisti seri che tengono alto l’onore della loro categoria, che con il loro duro lavoro e sacrificio, rendono vane le falsità di questi “colleghi” che per cercare un attimo di fama/gloria o peggio per interessi loschi, si attacca a questi mezzucci per tenere lontano la verità attaccando noi in particolare, ma chiunque in generale, con frasi accostamenti o allusioni false e tendenziose, senza accertarsi della fonte! L’importante è fare lo scoop, falso o vero che sia, non importa! Sembra, per colpa di questi giornalai, che il giornalismo sia diventato il diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia, il resto è solo propaganda!
Il giornalista dovrebbe rispettare, coltivare e difendere il diritto all’informazione di tutti i cittadini; per questo dovrebbe ricercare e diffondere ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile!
Come se non bastasse, per non far mancare nulla, è di questi giorni il cartellone pubblicitario della “Fattona infermiera” per la “canapa mundi” che si svolgerà a Roma il 17-18-19 febbraio! Ma non finisce qui!

Nel tempo siamo stati definiti dai “giornalai” come:

  • “Infermieri cani” con tanto di foto del cane Magnus, il “cane infermiere” che assiste il suo padrone giorno e notte!
  • ”infermieri camerieri” con tanto di foto annessa con un bel pollo arrosto in vista;
  • ”infermieri assaggiatori”;
  • ”infermieri beccamorti”;
  • ”infermieri traslocatori”;
  • ”infermieri muratori”;
  • ”infermieri di parrocchia volontari”;
  • ”infermieri definiti inservienti dai media” quest’ultimo, accaduto proprio a proposito della foto scandalo con il boss Matteo Messina Denaro, poi appurata una fake, in quanto non trattavasi di un INFERMIERE/inserviente!

Difatti l’inserviente, con tutto il massimo rispetto, non ha nulla a che vedere con il ruolo infermieristico, di natura INTELLETTUALE (legge 29/10/1954, n. 1049) per il quale è richiesto oltre al diploma di scuola media superiore, la laurea, il superamento dell’esame di Stato abilitante e l’iscrizione all’ordine professionale (OPI)!

Per questo motivo e tanti altri è improcrastinabile, per eliminare polemiche sterili, USCIRE FUORI DAL COMPARTO ED AVERNE UNO TUTTO NOSTRO, proprio come i medici!

Soprattutto un INQUADRAMENTO più degno e di rispetto del ruolo che rivestiamo, non più operai/impiegati, come oss, ota, ausiliari, portantini, ma QUADRI, in quanto a differenza loro, PER LEGGE, NON PRIVI DI AUTONOMIA LAVORATIVA E DECISIONALE!

Per tornare al discorso iniziale, bisognerebbe essere più obiettivi, ma soprattutto cercare di abbassare i toni, che oltre ad essere arroganti e vessatori, rovinano l’ambiente di lavoro!

Se proprio volete raggiungere un livello più alto e/o più evoluto, perché non partire dalle fondamenta? Permettetemi di suggerire dapprima, un innalzamento del livello culturale e di formazione degli OSS, rendendo l’accesso a tali corsi mediante diploma di scuola media superiore e magari in seguito, innalzare il corso dall’attuale un anno a due anni, con preparazione teorico e pratica più approfondita. Tutto ciò, per dare proprio quel prestigio che tanto andate cercando, anche in vista di un possibile accesso ai crediti ECM per la vostra categoria, ammesso che si possa fare, proprio come avviene oggi giorno, per tutte le categorie considerate “intellettuali”.

Mi chiedo poi, cosa intendete per sfruttamento degli OSS?

Beh non ci siamo proprio, anche qui c’è poco da discutere! Vi lamentate voi, giusto, nulla da eccepire, ma allora noi infermieri cosa dovremmo dire? Se vogliamo dirla tutta ed essere veramente obiettivi ed eticamente corretti, coloro che sono maggiormente SFRUTTATI, DENIGRATI, UMILIATI, BEFFEGGIATI, SOTTOPAGATI, DEMANSIONATI, e non appiattiti o peggio schiacciati, ma SOTTERRATI ed ANNICHILITI DA CHIUNQUE, nessuno escluso, siamo proprio noi INFERMIERI!!!

A voi OSS e a chiunque altro è chiesto semplicemente di svolgere le vostre mansioni per le quali siete pagati, ma a volte capita che la prima cosa che dite, pur di non dare una mano (nella maggior parte di volte per mansioni che vi riguardano), “non è compito mio”, lasciandole svolgere a noi senza possibilità alcuna di poter declinare/rifiutare, in quanto a differenza di voi altri, carichi di responsabilità soprattutto per ciò che riguarda il risultato finale assistenziale! A noi è chiesto sempre di più, oltre ogni limite della decenza della vergogna e dello sfruttamento! Non solo abbiamo responsabilità civile e penale (quest’ultima è regolata dagli art. 357 e 358 c.p., dai quali si evince l’attività infermieristica come un’alternanza tra pubblico ufficiale e/o incaricato di pubblico servizio), ma siamo il “refugium peccatorum” di tutti! Diamo aiuto a tutti, medici, oss, ota, portantini e tutte le maestranze che ruotano nel nosocomio! Ma a noi, (al di là che in non ci sono le conoscenze teorico pratiche, le attitudini, la preparazione, le peculiarità per poterlo fare), chi ci dà una mano? Allora, perché dobbiamo farlo noi nei confronti di tutti? Perché secondo la Legge 761/69 sopra enunciata, ognuno non chiede aiuto al proprio collega che ricopre lo stesso incarico o tuttalpiù di pari livello? Basta attacchi! Basta ipocrisie! Come non siamo medici (E NE SIAMO PIENAMENTE CONVINTI E CONSAPEVOLI TUTTI NOI), non siamo e non saremo mai SOPRATTUTTO PER LEGGE, men che meno OSS, OTA, ausiliari, portantini, badanti, ma esclusivamente DOTTORI INFERMIERI!

Certo c’è ancora tanta strada da percorrere per affermare sempre più la nostra posizione professionale ma qualcosa si sta muovendo in tal senso per noi infermieri! È di questi giorni la notizia del “battesimo accademico” del Centro di Eccellenza per la Ricerca e lo Sviluppo dell’Infermieristica (CERSI). Il suo obiettivo è quello di promuovere e sviluppare la ricerca infermieristica a livello nazionale, europeo e internazionale, tutto ciò per rendere visibile, implementare e valorizzare il ruolo della ricerca infermieristica il benessere dei professionisti e la sicurezza dei cittadini. Ciò interessa maggiormente i colleghi ricercatori, ovvero coloro che si trovano all’ultimo step (di 3 anni) di una carriera universitaria di tutto rispetto composta da ben 10 anni!

Tutto giusto, finalmente un’eccellenza che da luce, risalto e valorizzazione ad una professione fin troppo bistrattata!

Però secondo me, non bisogna perdere di mira la situazione in cui versano tutti i colleghi e colleghe che appartengono al privato o peggio alle case di cura/RSA, proprio per non creare infermieri di serie A e di serie B! Ci vorrebbe una riforma coraggiosa da intraprendere, per fortificare le fondamenta, di cui fanno parte la stragrande maggioranza dei colleghi, per far sì che ciò non accada, ovvero una giusta retribuzione, più equa e senza distinzioni tra pubblico e privato, nord e sud! Un unico contratto che abbracci tutti i professionisti che hanno intrapreso lo stesso percorso di studi laureandosi allo stesso modo! Perché quindi non abolire tale disparità di stipendi? Tutto ciò deve essere attuato se veramente vogliamo ottenere il vero benessere di tutti i professionisti (uno dei ruoli e compiti fondamentali del neonato CERSI). Tutto ciò, credo che debba passare per forza attraverso una riforma che dia una maggiore remunerazione ed un inquadramento più congrui al ruolo che si riveste, soprattutto per essere trattati alla stregua dei nostri colleghi europei, senza però tralasciare la formazione di un comparto tutto nostro, ormai improcrastinabile!

Appurato ciò, è indiscutibile che ognuno abbia diritto a far rispettare il proprio ruolo, ma sono convinto che i paragoni tra le professioni non vadano mai fatti, in quanto, con tutto il massimo rispetto per tutti, lavoratrici e lavoratori che pur vero, svolgono un lavoro gravoso, impegnativo, indispensabile, ma MERAMENTE MANUALE, non paragonabile di certo a coloro che hanno una preparazione universitaria, non reggerebbero il confronto! Si rischierebbe solo di generare malumori in professionisti già vessati arrabbiati e presi in giro ormai da troppo tempo e molto prima di voi!

Quindi ognuno faccia il proprio lavoro per il quale è pagato, secondo le proprie mansioni, procedure e i propri protocolli! Solo così sparirebbero ogni sorta di gelosia, rivalità e rivalsa uno sull’altro!

Massimiliano Gentili, Infermiere

Leggi anche:

Migep e SHC scrivono alla Federazione degli Infermieri: “la professione dell’OSS è ormai schiacciata su se stessa”.

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