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Giovanna, Infermiera: “basta con gli Infermieri distributori di pastiglie in RSA”.

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Ci scrive Giovanna Marateo, Infermiera: “basta con gli Infermieri distributori di pastiglie in RSA”.

Egr. Direttore,

mi chiamo Marateo Giovanna infermiera da 38 anni in RSA; condivido pienamente il vostro articolo sulla carenza degli infermieri in RSA e deleghe sempre maggiori agli OSS; va aggiunto che oggi l’infermiere laureato non vuole più occuparsi dell’assistenza di base, come l’igiene del malato.

Questa prestazione invece a mio avviso è importantissima per valutare le condizioni di super fragilità dell’anziano; è il momento importante durante cui un infermiere può notare un inizio di lesione da pressione, una dispnea o un qualsiasi segno e sintomo di complicanze acute.

Oggi gli infermieri sono distributori automatici di pastiglie. Inoltre il ruolo del coordinatore posto su 100 posti letto non è altro che il segretario della direzione se non peggio ,si occupa di non far sforare i pagamenti degli straordinari.

Io ero coordinatrice, ma grazie a Dio lavoravo con il vecchio concetto dove OSS e infermiere si occupavano dell’assistenza di base ed anche la sottoscritta lo faceva Oggi abbiamo caposala che non conoscono nemmeno i pazienti se non per nome e nemmeno i parenti, un tempo la coordinatrice tirava le file di tutte le azioni che si svolgevano in reparto, conosceva i propri degenti se disfagici o meno, oggi è l OSS bravo che si accorge che un Paziente è diventato disfagico non è più l’infermiera è sempre

L’OSS bravo che si rende conto di un arrossamento cutaneo al sacro con il rischio di una lesione da pressione.

Dopo 38 anni sono amareggiata, dovevamo aumentare la qualità assistenziale degli anziani. Invece è un tornare indietro di 40 anni ed è sempre peggio: poco personale mal pagato ed infermieri che non hanno più il contatto stretto con il paziente e che delega l’assistenza di base, che è invece centrale nell’assistenza infermieristica, nel prendersi cura di una persona fragile con mille problematiche non solo mediche.

Gestire una persona affetta da Alzheimer, ad esempio. comporta anche avere conoscenza di come sapersi approcciare con loro per non suscitare reazioni aggressive o peggiorare i disturbi comportamentali.

Grata per l’attenzione una semplice infermiera che ha dedicato la vita ai Paz più fragili

Cordialmente.

Giovanna Marateo, Infermiera

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