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venerdì, Marzo 29, 2024
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Giovane infermiere: ambiente ostile, mi dimetto e faccio altro.

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Un giovane infermiere lombardo ci racconta la sua esperienza lavorativa in una struttura privata, dove ha dovuto rassegnare le dimissioni per l’ostilità dei colleghi.

Il collega, di 24 anni, ci ha voluto inviare una lettera per raccontare gli episodi che lo hanno costretto a perdere il posto di lavoro, nella sua prima esperienza post laurea.

Gentile Marco Tapinassi,

Le scrivo su suo suggerimento dopo averla contattata nei giorni scorsi. Sono un giovane infermiere stanco dell’ambiente ostile dove lavoravo.

Mi sono laureato nella sessione di aprile 2017 con 110 e lode presso l’Università della mia città. Il lavoro scarseggia e non conoscendo nessuno che potesse darmi una mano ho cominciato a inviare ripetutamente curriculum, con un raggio di selezione delle strutture e aziende che man mano aumentava.

Verso settembre sono riuscito a trovare lavoro presso un’RSA a 40km da casa mia. Ho accettato subito. La struttura era carina, il tipico posto gestito dalle suore fino a vent’anni fa. Molto curato. Fiori ai balconi. L’assistenza però lasciava molto a desiderare, tanto che già dai primi giorni di affiancamento (in tutto una settimana, non pagata!) mi sono accorto di molte abitudini sbagliate e contro le normali linee guida.

Ho notato inoltre fin da subito che il personale infermieristico era d’accordo fra sè tenendo all’oscuro di alcune cose la direzione.

Appena entrato in servizio avvicinai subito l’altra collega giovane che però mi rispose che lei aveva un figlio e non gli importava se ogni tanto si transigeva alle regole. Ma quale transigere, lì si rischiava la vita dei pazienti!

Opportunamente ho allora segnalato alla direzione alcune annotazioni trovando grande ascolto. Ovviamente il personale negò tutto e da allora è stato fatto di tutto per rendermi la vita impossibile.

Dispetti, segnalazioni false di errori, addirittura mi nascosero il misuratore di glicemia costringendomi a mandare un’oss a prenderlo in farmacia a mie spese! Per poi prendermi comunque un rimprovero dalla direzione.

Io nel frattempo ero anche alla mia prima esperienza e avevo bisogno di prendere la mano con il lavoro e con il mio ruolo.

La situazione era diventata talmente pessima che anche quando non ero a lavoro il mio morale era a terra, deluso e arrabbiato.

Lo scorso 15 gennaio, dopo cinque mesi, ho deciso di dare le dimissioni. L’ho vissuta come una sconfitta perchè non ho saputo collaborare con gli altri colleghi e anzi mi sono fatto odiare.

Ora sto per prendere servizio presso un’altra RSA e ho già timore di come potrò relazionarmi con i miei futuri colleghi.

Ciò nonostante l’amore per la mia professione è ancora vivo.

Spero di dare conforto a coloro che vivono o hanno vissuto la stessa situazione.

Grazie per l’attenzione

F.C., infermiere

****

Caro collega,

ti vorrei ringraziare per aver condiviso pubblicamente ciò che ci siamo detto via chat. E’ fondamentale parlarne e sono sicuro che questo tipo i contributi possano essere di conforto per molti giovani colleghi in difficoltà.

Sinceramente ammetto in prima persona di aver vissuto anche io ambienti ostili: non lasciare che questi decidano che tipo di infermieri pensi sia più giusto essere.

Migliorati sempre e trova il tuo modo di essere professionista, senza mai perdere quell’amore di cui hai parlato verso quel che fai e verso chi assisti.

Queste persone, l’amore, l’hanno perso da tempo.

Tu, io, ognuno di noi, invece, non possiamo permettercelo.

Sono sicuro diventerai un ottimo infermiere, già dalla tua prossima esperienza. Se ti interessa, ti consiglio di leggere un articolo che parla di un aspetto difficile della vita da colleghi: l’invidia! Clicca qui!

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Marco Tapinassi, vicedirettore.

Dott. Marco Tapinassi
Dott. Marco Tapinassi
Vice-Direttore e Giornalista iscritto all'albo. Collaboro con diverse testate e quotidiani online ed ho all'attivo oltre 5000 articoli pubblicati. Studio la lingua albanese, sono un divoratore di serie tv e amo il cinema. Non perdo nemmeno un tè con il mio bianconiglio.
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