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giovedì, Marzo 28, 2024
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Congresso Nazionale Infermieri: la parola ad Elisabetta Gnecchi.

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Il Congresso Nazionale si avvicina e mai come questo anno vedrà la partecipazione attiva dei Presidenti degli Ordini Provinciali. Abbiamo intervistato la presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Alessandria, Elisabetta Gnecchi, al suo primo congresso da presidente.

Sarai uno dei presidenti che scriverà il futuro prossimo dell’infermieristica italiana. Cosa ti aspetti da questo congresso?

Diventare Presidente in questo momento di grande cambiamenti per l’infermieristica è per me qualcosa che aggiunge onore al mio incarico.

Essere presidente è tutt’altro, essere in questo caso vuol proprio dire esserci e partecipare.

Non sappiamo quello che ne verrà fuori, ma sono fiduciosa che sia il momento per condurre gli infermieri verso quello che le Persone di cui ci prendiamo Cura hanno davvero bisogno.

Sarebbe opportuno che il comitato centrale e tutti i presidenti lavorassero affinchè la Legge 42/99 si declinasse in attività concrete. Dal congresso mi aspetto dunque che se ne parli e che ne risultino dei presupposti culturali e politici perché il vero cambiamento avvenga.

Questo congresso si prospetta come un momento votato alla partecipazione e alla massima rappresentatività. Come hai reagito alla scelta della Federazione di coinvolgere direttamente tutti i presidenti degli ordini provinciali ai quattro tavoli utili alla stesura programmatica del prossimo triennio?

Trovo la scelta della Fedrazione intelligente e pragmatica.

Riguardo il concetto di partecipazione, personalmente ho un’idea un po’ più concreta.

Per esempio perché vi fosse partecipazione fattiva gli ordini dovrebbero portare a quei tavoli il pensiero dei loro iscritti, altrimenti la partecipazione è solo una intenzione .

Da tempo si discute di unità perduta tra i professionisti infermieri. Qual’è la tua ricetta personale per ricucire gli strappi fin troppo evidenti?

Intanto, dobbiamo capire chi siamo, trovando un identità condivisa.

Credo che dovremmo iniziare a farci delle domande.

Siamo dei tecnici subordinati alla figura medica o siamo in grado di essere assistenti alla sofferenza della persona in maniera autonoma?

Oppure dobbiamo essere entrambe le cose?

Dobbiamo capire cosa ci demansiona davvero.

Il non poter fare ricerca applicata è demansionante o no?

Il non aver un esito di risultato è demansionante o no?

Cosa differenzia un infermiere da un OSS?

E ancora un OSS da una badante?

Chi decide cosa differenzia un infermiere da un oss e un oss da una badante?

Il sistema che governa la nostra professione ci ha caricato di nuove responsabilità, ma sempre vincolandoci ad altre professioni, senza consentirci di fatto di avere un autonomia razionale e professionale, approfondendo per esempio quanto già descritto nel rapportoto OASI 2014 e 2016 circa la differenziazione tra skill mix change orizzontali e verticali.

La mia ricetta personale?

Credo si evinca dal pensiero esposto finora.

ll congresso come momento di confronto e dibattito. Rispetto al territorio che rappresenti, cosa porti in dote agli infermieri italiani attraverso questo importante appuntamento?

Personalmente credo di portare in dote agli infermieri la voce dei colleghi che hanno votato questo direttivo provinciale e mi impegnerò affinchè possa ascoltare e portare anche la voce di chi non ci ha votato .

Vorrei che fosse la voce di tutti, pur nelle differenze,. Una voce di rinnovamento che si è alzata in maniera corale il 27 novembre scorso quando dopo 30 anni di quasi immobilismo hanno “azzardato” votando il nuovo riabilitando di fatto la base rimasta sconosciuta per troppo tempo.

Un esempio che potrebbe essere seguito anche in molte altre province.

Credo negli infermieri e senza di loro non ha senso neanche l’ordine .

Un ringraziamento speciale alla presidente degli infermieri di Alessandria, Elisabetta Gnecchi.

Dott. Marco Tapinassi
Dott. Marco Tapinassi
Vice-Direttore e Giornalista iscritto all'albo. Collaboro con diverse testate e quotidiani online ed ho all'attivo oltre 5000 articoli pubblicati. Studio la lingua albanese, sono un divoratore di serie tv e amo il cinema. Non perdo nemmeno un tè con il mio bianconiglio.
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