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Congresso Nazionale Infermieri: la parola a Giuseppe Papagni

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Giuseppe Papagni, presidente Ordine Infermieri BAT.

In vista del Congresso Nazionale del neonato Ordine degli Infermieri il quotidiano infermieristico AssoCareNews.it vi presenta i protagonisti diretti dell’evento che quest’anno è incentrato sull’unità della Professione. Per l’occasione abbiamo ascoltato alcuni dei principali presidenti degli Ordini Provinciali degli Infermieri. A tutti abbiamo posto le stesse domande. Ecco come ci ha risposto il collega Giuseppe Papagni, presidente dell’OPI di Barletta – Andria – Trani.
Il Congresso, come noto, è previsto a Roma presso il Parco della Musica dal 5 al 7 marzo 2018.
 
Sarai uno dei presidenti che scriverà il futuro prossimo dell’infermieristica italiana. Cosa ti aspetti da questo congresso?
 
Il futuro degli infermieri italiani passa sicuramente dal riconoscimento delle competenze specialistiche che dovrebbe arrivare contestualmente al riconoscimento economico che punti a dare più dignità ad una professione sanitaria che più di ogni altra ha seguito la strada dell’evoluzione professionale mettendo sempre al centro i bisogni di salute espressi dai cittadini. Questo congresso arriva in un periodo particolare, post elettorale e può essere considerato di prospettiva. Bisogna puntare ad un programma di crescita professionale seria che abbracci tutta la professione senza lasciare nessuno indietro: dagli infermieri turnisti impegnati nelle unità operative, agli infermieri dirigenti! Un’attenzione particolare andrebbe rivolta alla formazione universitaria.
 
Questo congresso si prospetta come un momento votato alla partecipazione e alla massima rappresentatività. Come hai reagito alla scelta della Federazione di coinvolgere direttamente tutti i presidenti degli ordini provinciali ai quattro tavoli utili alla stesura programmatica del prossimo triennio?
 
La scelta del comitato centrale di coinvolgere tutti i presidenti è sicuramente un segnale di svolta con le politiche utilizzate nel passato. Il coinvolgimento di tutti i presidenti assume un significato di unione delle varie anime dell’infermieristica italiana, portando sicuramente un valore aggiunto nelle future scelte programmatiche. Questa scelta rispecchia i valori da sempre espressi dalla nostra presidente nazionale Barbara Mangiacavalli. 
 
Da tempo si discute di unità perduta tra i professionisti infermieri. Qual’è la tua ricetta personale per ricucire gli strappi fin troppo evidenti?
 
L’unità tra le varie anime dell’infermieristica italiana è un obiettivo importante che non possiamo mancare. Personalmente non credo di avere ricette vincenti, ogni rappresentante istituzionale, indipendentemente dalla carica ricoperta, dovrebbe anteporre agli interessi personali quelli della comunità professionale che rappresenta. Sarebbe già un buon punto di partenza. Uscire dai personalismi evitando slogan improbabili che sanno di populismo sarebbe auspicabile da parte di tutti. Ambire a posti di potere è legittimo, ma non può diventare motivo di divisione, portando tensioni inutili che servono unicamente ad inasprire i rapporti svilendo un’intera comunità professionale. Le sfide che ci aspettano sono importanti e siamo tutti chiamati a lavorare per valorizzare i 440 mila professionisti che rappresentiamo. Ognuno proponga la propria idea di governo in modo propositivo e costruttivo, solo così, a mio modesto parere, potremmo centrare gli obiettivi preposti.
 
Il congresso come momento di confronto e dibattito. Rispetto al territorio che rappresenti, cosa porti in dote agli infermieri italiani attraverso questo congresso?
 
La parola d’ordine è valorizzare la professione attraverso una serie di iniziative mirate.
Restituire dignità lavorativa, attraverso la lotta alla deprofessionalizzazione e demansionamento; combattere l’abusivismo; restituire speranze occupazionali ai giovani infermieri attraverso prospettive lavorative valide proponendo modelli organizzativi sanitari avanzati ospedalieri e territoriali.
Contrastare il precariato e le false partite iva. Diventare interlocutori privilegiati con istituzioni e politica regionale per incidere sul governo dei processi sanitari.
 
Grazie Giuseppe e in bocca al lupo per tutto!
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