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Barbara Mangiacavalli inaugura Congresso Nazionale Ordine Infermieri

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Ecco come saranno i futuri tre anni con Barbara Mangiacavalli, Ordine degli Infermieri all'insegno dell'unità e del riconoscimento dei diritti della Professione.

Ha preso il via a Roma il primo Congresso Nazionale dei Neonato Ordine degli Infermieri (FNOPI). L’appuntamento si sta svolgendo presso lo splendido scenario del Parco della Musica e terminerà con una apposita conferenza stampa il 7 marzo 2018. A inaugurare l’evento Barbara Mangiacavalli, presidente dell’Ordine, che ha apertamente parlato di un momento storico per la professione e per tutti i livelli, dalla base alla dirigenza.

“Per il primo congresso è stato scelto un titolo emblematico Noi infermieri. La nostra impronta sul sistema salute – ha ricordato Mangiacavalli – e ciò al fine di offrire ai partecipanti il senso completo proprio dell’impronta che gli infermieri danno all’assistenza, garantendola, gestendola insegnandola, progettando e realizzando ricerche che coniughino le forti e strutturate competenze professionali con la garanzia di interventi e percorsi appropriati”.

Gli obiettivi del Congresso sono:

  1. dare un ampio spazio per idee, progetti e realtà sviluppate a dimostrazione delle capacita proattive e attuative di ripensare e ripensarsi dentro l’organizzazione e secondo processi per orientare agire e competenze a favore dei bisogni dei cittadini; – confrontarsi con gli interlocutori istituzionali sulle possibili traiettorie della politica professionale per ridisegnare il futuro, per la riconoscibilità degli infermieri e per lo sviluppo della professionalità;
  2. condividere e dare rilevanza alle capacità e potenzialità degli infermieri attraverso le esperienze di best practice regionali;
  3. riflettere sul sistema delle relazioni per sviluppare partnership efficaci e cogliere nuove finestre di opportunità;
  4. riflettere, anche con il contributo della rappresentanza provinciale, sugli orizzonti futuri del sistema salute , con uno sguardo proiettato sul contesto internazionale.

Il congresso sarà caratterizzato da quattro talk show sui principali temi della professione:

  1. il rapporto coi cittadini;
  2. il rapporto con le rappresentanze del mondo del lavoro;
  3. il rapporto con le altre professioni;
  4. il rapporto con le Università, le agenzie nazionali e le istituzioni che si occupano e gestiscono la formazione e la ricerca.

Mangiacavalli è stata eletta qualche settimana fa presidente della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche. AssoCareNews.it l’ha intervistata in esclusiva e le ha posto quattro domande precise sul futuro della nostra categoria. Vediamo cosa ha risposto.

Questa riconferma elettorale alla guida della Federazione rappresenta il riconoscimento alla presenza capillare e all’attività estremamente energica che ha caratterizzato il suo mandato precedente. Quali battaglie porterà nel prossimo triennio di presidenza?

Ritengo sia necessaria una certa continuità con il lavoro già avviato, ma ci sono sicuramente aspetti nuovi su cui va tenuta alta l’attenzione.

Alcuni argomenti già avviati e su cui insisteremo e proseguiremo la nostra attività sono ad esempio quello di  consolidare ii contributo della professione ai tavoli istituzionali; sostenere le società scientifiche verso ii consolidamento del loro ruolo rispetto alla responsabilità professionale e alla rappresentanza scientifica; consolidare le alleanze e le sinergie con le associazioni dei cittadini con particolare attenzione alla  cronicità, al  settore  socio sanitario  e allo sviluppo dell’infermieristica nel territorio; realizzare protocolli di intesa e documenti congiunti multi professionali per percorsi di partenariato professionale su obiettivi condivisi.

Ma anche e sicuramente in modo prioritario, concludere la revisione/riscrittura del Codice deontologico che va ricalibrato anche in funzione delle indicazioni della legge Lorenzin.

La nuova Fnopi ha tra gli altri compiti del suo programma quello già avviato come Ipasvi di strutturare ii corpo docenti-infermieri all’interno del sistema universitario, creare le condizioni per la revisione dei piani di studio e dei percorsi di studio anche a favore delle diverse forme di “specializzazione” a partire da quelle clinico assistenziali e delineare, in più, un percorso per ii riconoscimento dell’infungibilità della specializzazione infermieristica.

Dobbiamo far conoscere e riconoscere i nostri professionisti a tutti i livelli e formalizzare il loro riconoscimento a livello istituzionale.

Non dimentichiamo poi l’area della libera professione, che va sostenuta con la definizione di strumenti professionali e proponendo percorsi legislativi dedicati, anche in relazione agli standard economici e a quanto serve per rendere attuativo ii neo normato equo compenso con il controllo e azioni coordinate per ii contrasto dell’abusivismo professionale.

Ma questi sono solo alcuni argomenti. L’elenco è lungo e il nuovo Comitato centrale lo affronterà e organizzerà nel migliore dei modi.

La famiglia professionale si è più volte manifestata pronta al salto di qualità, a credere in qualcosa, a radunarsi intorno ad un obiettivo. Quale pensa saranno nei prossimi tre anni gli obiettivi in cui impegnarsi tutti insieme?

In questo senso è nostra intenzione, con la collaborazione di tutta la famiglia professionale, investire sui Centri di Eccellenza, implementando  la rete della ricerca infermieristica attraverso lo sviluppo della scienza infermieristica, per il sistema salute del nostro paese, sviluppando posizionamenti politico/professionali su tematiche, quali, ad esempio, lo skill mix change (cioè la modifica della composizione professionale del personale, già attuata in Paesi quali Stati Uniti e Gran Bretagna e indicata come priorità da numerosi studi recenti, tra cui il rapporto Oasi del Cergas Bocconi) , i missed care (la misurazione degli esiti anche infermieristici), i Nursing Sensitive Outcomes (NSO),  il contribuito dell’assistenza infermieristica nel percorso di cura del paziente già attuato con successo in alcune Regioni benchmark italiane.

Manterremo alto il ruolo degli Osservatori permanenti che abbiamo attivato nello scorso triennio, per coinvolgere tutta la comunità professionale, ma anche i cittadini e le altre professioni nella elaborazione di analisi e documenti che possano contribuire  allo sviluppo  di processi  innovativi  nel sistema salute del paese e cercheremo di creare sinergie con le rappresentanze sindacali e proporre ii  nostro contributo rispetto alla normativa contrattuale perché sia mantenuto ii decoro e la dignità della nostra professione da un lato, e dall’altro, venga riconosciuto e valorizzato ii contributo peculiare, competente e strutturato che gli infermieri a tutti i livelli (clinico-assistenziale, gestionale­ organizzativo, formativo e di ricerca), esercitano quotidianamente, anche per prevenire sfruttamento retributivo e  previdenziale

Nella sua squadra al comitato centrale si nota un interessante mix tra nomi esperti ed emergenti del panorama nazionale. Cosa pensa possa offrire questo gruppo alla famiglia professionale?

Una squadra perché possa affrontare le innovazioni va rinnovata. Non è un gioco di parole, ma una necessità che evidentemente, visto quel che ci aspetta nei prossimi anni, anche a breve termine, la nostra professione doveva realizzare.

In realtà ai nomi esperti, come lei li definisce, non abbiamo affiancato nomi emergenti, ma presidenti altrettanto esperti che rappresentano proprio l’innovazione che le dicevo.

E abbiamo anche scelto una rappresentanza che non fosse solo degli Ordini numericamente maggiori, ma rispettasse una distribuzione equa che riconoscesse la rilevanza di tutte le posizioni e le aree del Paese.

Cosa può offrire una squadra di questo tipo mi sembra evidente: dal punto di vista delle capacità personali il massimo dell’impegno e della qualità di scelte e proposte e soprattutto la capacità di essere determinanti nella definizione e nel raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati; dal punto di vista della rappresentatività il massimo rispetto di una comunità professionale che è composta da tante realtà, tutte sicuramente allo stesso livello professionale, ma anche tutte allo stesso livello di partecipazione e rappresentatività.

Penso, per farla breve, che questo gruppo possa davvero offrire il meglio da infermieri agli e per gli infermieri. 

C’è chi ha avanzato informalmente la proposta di creare una consulta di infermieri giovani nazionale. Cosa ne penserebbe a riguardo come primo suggerimento per implementare la comunicazione con i colleghi più giovani?

Sono assolutamente d’accordo e ritengo che i giovani debbano essere rappresentanti e debbano avere la possibilità di presentare e discutere le loro istanze e le loro necessità professionali a livello di Federazione. Ma non sporadicamente o in modo saltuari: in maniera organizzata e condivisa.

Per questo sceglieremo col nuovo Comitato centrale come renderli parte attiva del lavoro e delle scelte della Federazione.

Perché no, con una nuova Consulta dedicata a loro ad esempio, come lei accennava. O comunque nella forma che sarà ritenuta migliore perché abbiano voce, ma, soprattutto, voce in capitolo, perché interpellarli senza trovare e dargli soluzioni non è e non sarebbe il giusto modo di rendere merito a chi crede nella nostra professione e ha scelto di rappresentarla e portarla avanti nella sua vita.

Certo, ci rendiamo conto di quante nuove difficoltà si dovranno affrontare. Ma troveremo il modo, come abbiamo fatto in questi ultimi anni ottenendo anche notevoli successi per tanti aspetti, di realizzare un cammino che premi e tuteli i giovani come “futuro” della nostra professione.

Grazie presidente.

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