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Codice Deontologico Infermieri 2019: più tutele per professionisti e pazienti!

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FNOPI: ecco il nuovo Codice che garantirà tutti.

Finalmente ci siamo, il nuovo Codice Deontologico degli Infermieri è stato ufficializzato dalla presidente della FNOPI, Barbara Mangiacavalli, al termine di una lunga discussione con la base professionale e con i vertici istituzionali durata più di un anno. Lo si attendeva oramai dal lontano 2009, quando venne emanato l’altro codice, quello in vigore fino ad oggi. A ratificarlo i presidente il Comitato Centrale e il Consiglio Nazionale della Federazione degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI). Nei giorni scorsi, come prevede la norma, il documento ancora in bozza è stato presentato al ministro della salute Giulia Grillo.

Alla FNOPI si registra area di festa che, al di là di alcune isolate posizioni interessate, ha creato un Codice deontologico di nuova generazione, che tiene in considerazione le esigenze di assistenza del Cittadino e di prestazioni assistenziali del Professionista Infermiere. Anche se realizzato “solo” nel 2009 il vecchio Codice non rappresentava e non rappresenta più la categoria, che nel frattempo si è evoluta, è cresciuta professionalmente e ha conquistato spazio e competenze inimmaginabili 10 anni fa.

Barbara Mangiacavalli illustra il nuovo Codice Deontologico ai membri del Comitato Centrale FNOPI e ai presidente e delegati degli OPI provinciali.
Barbara Mangiacavalli illustra il nuovo Codice Deontologico ai membri del Comitato Centrale FNOPI e ai presidente e delegati degli OPI provinciali.

Le polemiche dei soliti noti.

Sulla bozza del nuovo codice nel 2017 e nel 2018 ci furono furibonde polemiche, a cui hanno fatto eco alcuni rimbrotti di testate giornalistiche sindacali o infermieristiche che hanno voluto vedere l’evento non come un momento di condivisione, ma come “scusa” per attaccare una FNOPI che a loro dire teneva fuori la base professionale, pur sapendo che non era così. Una di queste testate ha cancellato il servizio, l’altra ha pubblicato una presunta bozza (per giunta fasulla) che in realtà trattava solo dei primi 3 probabili articoli.

A cosa o a chi servono le guerre tra Infermieri prima di conoscere il nuovo Codice Deontologico? Quando impareremo a fare squadra come fanno i Medici e i professionisti di altre discipline?
A cosa o a chi servono le guerre tra Infermieri prima di conoscere il nuovo Codice Deontologico? Quando impareremo a fare squadra come fanno i Medici e i professionisti di altre discipline?

Ci spiace continuare a verificare che l’unità della Professione non è ancora possibile in Italia, in quanto vi sono aree minoritarie dotate di mezzi di comunicazione importanti che continuano a danneggiare l’intera categoria per il solo gusto di farlo. Iniziamo ad imparare dai Medici, che quando devono lottare per un diritto o per una conquista riescono a fare sempre e comunque squadra.

Il comunicato della Federazione Nazionale Ordine Professioni Infermieristiche.

Il Codice deontologico degli infermieri – si legge in una nota della federazione – non è una semplice enunciazione di regole: è il vero e proprio vademecum della professione, come questa deve svolgersi, come deve affrontare e risolvere i problemi, come deve rapportarsi con i pazienti, i colleghi, le istituzioni, le altre professioni. Come la professione sia a fianco di chi soffre e ha bisogno di assistenza e sia divisa dalla politica.

E dopo dieci anni dalla versione del 2009, si rinnova integrato con tutto ciò che riguarda leggi, regolamenti, situazioni che si sono succedute negli anni e, soprattutto, nuove responsabilità nel passaggio da Collegi a Ordini, ora enti sussidiari dello Stato con la modifica di ruoli, responsabilità e capacità di intervento.

Il primo drappo della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche regalato dal Comitato Centrale FNOPI alla presidente Barbara Mangiacavalli in rappresentanza dell'Ente.
Il primo drappo della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche regalato dal Comitato Centrale FNOPI alla presidente Barbara Mangiacavalli in rappresentanza dell’Ente.

Il nuovo Codice – ha detto Barbara Mangiacavalli. presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), il maggiore d’Italia con i suoi oltre 450mil iscritti -, approvato dai 102 presidenti nel Consiglio nazionale,rappresenta per l’infermiere uno strumento per esprimere la propria competenza e la propria umanità, il saper curare e il saper prendersi cura. L’infermiere deve dimostrare di saper utilizzare strumenti innovativi per una gestione efficace dei percorsi assistenziali e l’applicazione dei principi deontologici completano le competenze e permettono all’infermiere di soddisfare non solo il bisogno di ogni singolo paziente, ma anche quello del professionista di trovare senso e soddisfazione nella propria attività.

Ed è una guida e una regola per garantire la dignità della professione e per questo va rispettato e seguito da tutti. Il Codice è per gli infermieri e degli infermieri. Li rappresenta e li tutela e mette nero su bianco la loro promessa di prendersi cura fatta da sempre ai cittadini”.

Le novità.

Tra le maggiori novità dei 53 articoli (prima 51) che compongono il nuovo Codice ci sono quelle che rispecchiano il nuovo ruolo dei professionisti sia a livello di management che clinico, all’interno delle strutture sanitarie, sul territorio e anche nella libera professione.

L’infermiere “partecipa al governo clinico, promuove le migliori condizioni di sicurezza della persona assistita, fa propri i percorsi di prevenzione e gestione del rischio e aderisce alle procedure operative, alle metodologie di analisi degli eventi accaduti e alle modalità di informazione alle persone coinvolte”.

Inoltre, se l’organizzazione chiedesse o pianificasse attività assistenziali, gestionali o formative in contrasto con i propri principi e valori e/o con le norme della professione, l’infermiere proporrà soluzioni alternative e se necessario si avvarrà della clausola di coscienza.

La crescita professionale degli Infermieri.

Il nuovo Codice inquadra la crescita professionale e prevede che l’infermiere agisce sulla base del proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, all’intervento e/o alla consulenza di infermieri esperti o specialisti, presta consulenza ponendo le sue conoscenze e abilità a disposizione della propria, delle altre comunità professionali e delle istituzioni. Ma riconosce anche che l’interazione e l’integrazione intra e interprofessionale sono fondamentali per rispondere alle richieste della persona.

E l’infermiere, inoltre, ha anche l’obbligo di concorrere alla valutazione del contesto organizzativo, gestionale e logistico in cui si trova la persona assistita e formalizza e comunica il risultato delle sue valutazioni.

Consultazioni lunghe per giungere all’attuale codice.

Novità rispetto a tutti i codici deontologici precedenti e anche a quelli di molte altre professioni è che la FNOPI, in oltre un anno di consultazioni, ha voluto seguire un iter complesso e trasparente: una commissione ha messo a punto un testo che poi è andato alla consultazione pubblica on line degli infermieri e di tutte le associazioni e società infermieristiche per tornare di nuovo alla Commissione e agli Ordini che l’hanno riassemblato.

Successivamente sono cominciate le consultazioni con giuristi, eticisti, bioeticisti, associazioni dei malati (praticamente tutte, riunite in gruppi per esaminare i vari articoli e fare proposte visto che il Codice serve sì ai professionisti, ma soprattutto alla tutela dei pazienti), rappresentanti ufficiali delle religioni (cattolica, ebraica, islamica, buddista, shintoista ecc.). Infine, un altro passaggio di messa a punto con la Commissione incaricata della stesura del Codice e la presentazione al ministro della Salute, in quanto vigilante e organo di tutela della professione, ma anche dei pazienti. Ha chiuso il ciclo l’analisi e il voto finale dei presidenti dei 102 Ordini provinciali.

Un iter che si segue per la prima volta nella stesura dei codici deontologici.

Diviso in otto Capi, ognuno su un argomento che riguarda professione e/o assistenza, il nuovo Codice chiarisce il dovere dell’infermiere di curare e prendersi cura della persona assistita, nel rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza, delle sue scelte di vita e concezione di salute e benessere, senza alcuna distinzione sociale, di genere, di orientamento di sessualità, etnica, religiosa e culturale. E in questo di astenersi da ogni discriminazione e colpevolizzazione nei confronti di chi incontra nel suo operare.

Il Codice mette in chiaro anche che l’Infermiere agisce in base del proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, alla consulenza e l’intervento di infermieri esperti o specialisti. Nella sua consulenza mette a disposizione i suoi saperi e abilità di comunità professionali e istituzioni. Partecipa al percorso di cura e si adopera perché la persona assistita disponga delle informazioni condivise con l’equipe, necessarie ai suoi bisogni di vita e alla scelta consapevole dei percorsi di cura proposti e si impegna a sostenere la cooperazione con i professionisti coinvolti nel percorso di cura, adottando comportamenti leali e collaborativi con i colleghi e gli altri operatori. Riconosce e valorizza il loro specifico apporto nel processo assistenziale.

Maggior spazio agli assistiti.

Ben 11 articoli su 53 riguardano il rapporto diretto con gli assistiti, dal dolore alla privacy, dall’assistenza ai minori alle cure nel fine vita, fino al segreto professionale.

Infermieri sempre più professionisti preparati che tutelano il Cittadino.
Infermieri sempre più professionisti preparati che tutelano il Cittadino.

Tra i compiti, il Codice prevede l’educazione sanitaria per i cittadini e la promozione per loro di stili di vita sani, la ricerca e la sperimentazione, ma anche, per gli infermieri, gli obblighi di formazione e di educazione continua, argomento questo che per la prima volta entra a pieno titolo in un Codice deontologico.

L’infermiere è garante che la persona assistita non sia mai lasciata in abbandono, se rileva privazioni o maltrattamenti li segnala all’autorità competente e si attiva perché ci sia un rapido intervento. E dal punto di vista professionale denuncia e segnala assieme all’Ordine, l’abusivismo e le attività di cura e assistenza prive di basi e riscontri scientifici e/o di risultati validati.

Non manca il riferimento alla comunicazione: l’Infermiere, anche attraverso mezzi informatici e social media, si comporta con decoro, correttezza, rispetto, trasparenza e veridicità; tutela la riservatezza delle persone e degli assistiti ponendo particolare attenzione nel pubblicare dati e immagini che possano ledere i singoli, le istituzioni, il decoro e l’immagine della professione.

Per la prima volta il codice parla espressamente di Libera Professione Infermieristica.

Stabilite anche le regole deontologiche della libera professione. Ad esempio, il “contratto di cura” in cui si prevede che l’Infermiere, con trasparenza, correttezza e nel rispetto delle norme vigenti, stipula con la persona assistita apposito contratto di cura che evidenzi l’adeguata e appropriata presa in carico dei bisogni assistenziali, quanto espresso dalla persona in termini di assenso/dissenso informato rispetto a quanto proposto, gli elementi espliciti di tutela dei dati personali e gli elementi economici.

Chi sbaglia è fuori dall’Ordine e dalla Professione.

Nelle disposizioni finali, poi, il nuovo Codice raggruppa una serie di regole per il decoro della professione e il rispetto delle norme fino a chiarire nero su bianco che le norme deontologiche contenute nel Codice sono vincolanti per tutti gli iscritti agli Ordini e la loro inosservanza è sanzionata dall’Ordine professionale tenendo conto della volontarietà della condotta, della gravità e della eventuale reiterazione della stessa, in contrasto con il decoro e la dignità professionale.

Non è punibile chi ricopre incarichi esterni alla Professione.

In questo senso fa anche un altro passaggio per superare l’ostacolo che ha creato e crea problemi per altre professioni e che gli infermieri invece hanno chiarito e risolto: l’infermiere che ricopra incarichi politico-istituzionali persegue interessi pubblici generali, della collettività tutta e non di parte, che siano individuali associativi o corporativi. Quindi su di lui niente interventi dell’Ordine al di fuori di ragioni strettamente e realmente professionali.

Ecco il nuovo Codice Deontologico degli Infermieri.

Leggi il Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche 2019. clicca qui!

Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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