Nino Cartabellotta, medico e ricercatore, presidente della Fondazione GIMBE, è tornato a parlare di ricerca universitaria e di pratica assistenziale quotidiana basata sulle evidenze della scienza. Sul palcoscenico di Evidence Live 2018 – evento internazionale che raduna a Oxford i massimi esperti nella produzione, sintesi e trasferimento delle evidenze scientifiche – è stata presentata oggi la ricerca condotta in collaborazione con il Segretariato Italiano Studenti in Medicina (SISM) e finanziata da GIMBE con la borsa di studio “Gioacchino Cartabellotta”.
«Negli ultimi 25 anni le Scuole di Medicina di tutto il mondo – ha esordito Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – hanno integrato nei curricula formativi l’Evidence-based Medicine (EBM) core curriculum, set standardizzato di conoscenze e competenze che permette al medico di essere indipendente nella ricerca, valutazione critica e applicazione delle migliori evidenze. Considerato che la loro integrazione nella pratica clinica migliora la qualità dell’assistenza e riduce gli sprechi conseguenti al sovra- e sotto-utilizzo di farmaci, test diagnostici, interventi chirurgici e altri interventi sanitari abbiamo finanziato questo studio per valutare il grado di penetrazione dell’EBM nella formazione universitaria del medico in Italia, dove non esistono dati sistematici in merito».

E l’Evidence Based Nursing?
Cartabellotta, tuttavia, parla solo di EBM, senza fare alcun riferimento all’Evidence Based Nursing (EBN), che riguarda più strettamente gli Infermieri e gli Infermieri Pediatrici Italiani. Come pure non ha parlato di Ostetrici e Ostetriche e del resto delle Professioni Sanitarie. Anche in questo senso andrebbe fatta una indagine. I risultati potrebbero essere veramente eccezionali.
43 Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia presi in esame
L’analisi ha riguardato 43 Corsi di Laurea (CdL) in Medicina e Chirurgia attivati in 37 Atenei, previa esclusione di quelli esclusivamente in lingua inglese (n.1) e quelli dove non è presente una sede SISM (n.3). Per identificare i contenuti EBM è stata è stata condotta una ricerca ad elevata sensibilità su vari documenti:
- Core curriculum della Conferenza Permanente dei Presidenti dei CdL Magistrale di Medicina e Chirurgia
- Core curriculum di Ateneo
- Scheda Unica Annuale (SUA)
- Programmi dei corsi con elevata probabilità di contenuti EBM: Igiene e Medicina Preventiva/Sanità Pubblica, Statistica Medica, Epidemiologia, Metodologia Clinica
I risultati ottenuti sono eclatanti
Dalle analisi effettuate risulta che:
- Il core curriculum della Conferenza Permanente dei Presidenti dei CdL include tutte le componenti dell’EBM core curriculum, seppur non strutturati secondo standard internazionali. Infatti, la sezione 2 (Metodologie e Scienze Precliniche) riporta tra gli obiettivi formativi la capacità di valutare efficacia e appropriatezza degli interventi sanitari secondo i criteri dell’EBM e di applicare l’EBM per la soluzione di problemi clinici attraverso la formulazione dei quesiti clinici, la ricerca e la valutazione critica delle evidenze.
- I core curriculum di Ateneo sono stati esclusi dall’analisi, in quanto identificati solo per 4 corsi di laurea.
- L’analisi delle SUA dimostra che solo il 19% dei CdL (8/43) prevedono insegnamenti specifici sull’EBM con variabile presenza delle parole chiave: media 3,9 (± DS 2,7), range 1-11. In particolare il 58% delle SUA riporta 1-3 parole chiave, il 30% 4-6 e il 12% 9-11.
- Su 128 programmi dei singoli corsi analizzati, solo 47 (37%) contengono parole chiave: 17 di Metodologia Clinica, 11 di Igiene e Medicina Preventiva/Sanità Pubblica, 10 di Statistica Medica/Epidemiologia e 7 insegnamenti erano specificamente denominati “Evidence-based Medicine”. I corsi sono distribuiti in meno del 50% dei CdL (21/43) con una prevalenza molto variabile: 8 corsi in 2 CdL, 3 corsi in 4 CdL, 2 corsi in 4 CdLe 1 corso in 11 CdL.