La lettera della collega Ester, Infermiera, ci deve far riflettere sulla prepotenza di certe dirigenze: “licenziata perché incinta in piena Pandemia, ora ho vinto ricorso, ma non mi chiamano”.
Egr. Direttore di AssoCareNews.it,
carissimo Direttore la seguo da un po’ di tempo e la sostengo apertamente in tutte le sue battaglie e in quelle del suo giornale. Le scrivo oggi per analizzare la mia situazione lavorativa. Mi chiamo Ester (nome di fantasia), ho 32 anni e sono da poco mamma.
Sono dipendente in una Azienda Servizi alla Persona (ASP). Nella primavera 2020, in piena Pandemia Covid, sono stata licenziata perché mi sono rifiutata di lavorare in un’area Covid di una delle strutture gestite dalla mia ASP. Mi hanno dapprima richiamato verbalmente, poi per iscritto e infine sospesa fino a licenziarmi in tronco e senza preavviso.
Ad ogni loro richiesta io mi sono sempre rifiutata. Ero incinta e non volevo rischiare di perdere il bambino, che è nato alcuni mesi fa e che sta benissimo in salute.
Ho fatto causa all’ASP e ora l’ho vinta, ma non mi hanno ancora reintegrata al lavoro. Questa è la sanità pubblica, fatta di prepotenti e di prepotenze.
Scusatemi per lo sfogo.
Ester, Infermiera
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