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Elezioni Ordini Infermieri: si vada verso le procedure on line, occorre cambiare regolamento.

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Elezioni Ordini Infermieri: si vada verso le procedure on line. E’ opportuno che la FNOPI cambi il regolamento elettorale.

Gentilissimo Direttore,

ho seguito con interesse il Suo quotidiano nei giorni scorsi, con particolare attenzione rispetto alla dibattuta possibilità di sospensione delle Procedure Elettorali per gli Ordini Professionali che ad oggi non hanno ancora terminato il proprio iter Elettorale.

Nel merito, è necessario sgombrare il campo da qualunque malinteso: gli Ordini delle Professioni Infermieristiche hanno avuto tutto il tempo per poter programmare in tempi utili le procedure per i rinnovi elettorali, poiché la normativa di Riferimento (la Legge n. 3/2018, c.d. “Legge Lorenzin”) prevede quale periodo temporale per lo svolgimento delle procedure l’ultimo quadrimestre dell’anno solare, comprendendo di fatto il periodo che va dal 1° Settembre al 31 Dicembre 2020, termine ultimo per la nomina dei neo eletti.

In considerazione dell’analisi dei dati statistici relativi alla Pandemia Covid-19 rilevati nel primo semestre, e della sua “molto-più-che-probabile” evoluzione verso una seconda ondata autunnale, così come previsto, indicato e suggerito dagli Organismi Tecnico-Scientifici Italiani ed Internazionali, era chiaro che ciò che si rendeva necessario e doveroso realizzare, era una programmazione che tenesse conto di un nuovo Lockdown, o comunque di una situazione che prevedesse una limitata libertà di movimento e di azione, anticipando il prima possibile quanto dovuto: ed è esattamente ciò che hanno fatto gli Ordini Professionali più virtuosi, programmando le procedure elettorali per il mese di Settembre, realizzandole e dando corpo al rinnovo degli Organi Consigliari senza alcun problema di sorta.

Dal loro esempio, ne deriva che ad essere in difetto siano gli Ordini che, con una certa “miopia Istituzionale” e con una evidente mancanza di capacità analitica della situazione in generale, e della sua evoluzione, condizione aggravata dalla loro peculiare caratteristica definizione di Ordini di Rappresentanza di una Professione Sanitaria, non abbiano provveduto in tempo ad organizzare le procedure elettorali. Le conseguenze di tale scelta, che alla luce di quanto accaduto possiamo definire fallimentare, hanno riverberi che si riflettono su più piani, in particolare sotto il profilo Istituzionale e Politico, in quanto gli Ordini non hanno realizzato il mandato di garantire quel ricambio generazionale richiamato specificatamente dalla L. 3/2018, e sotto il profilo amministrativo, poiché la loro decisione ha comportato un ingente spreco di risorse economiche, nell’ordine di migliaia di euro per gli Ordini più numerosi, per l’invio della convocazione e per la realizzazione delle procedure preliminari.

Alla luce di queste considerazioni, risulta chiaro che gli attuali Consigli Direttivi, responsabili in prima persona della situazione che sembrano ora subire ma che avrebbero potuto, e dovuto, governare, siano i diretti responsabili di una scelta sbagliata, che si ripercuote sui propri iscritti sia sotto il piano della mancata possibilità di realizzare quell’idea di rappresentività democratica che sottende ad ogni rinnovo elettorale, sia sotto il piano della gestione delle risorse economiche proprie delle rispettive comunità professionali. Che il problema sussista, è ovvio: gli Iscritti ad Ordini che si trovano, o si troveranno al momento della convocazione, in zona rossa o in zona arancione, di fatto non potranno esercitare il proprio diritto di voto, considerando che la modalità telematica prevista dagli attuali regolamenti non sembra poter garantire una soluzione idonea. Ma una soluzione, che preveda la modifica del regolamento e che garantisca la possibilità di una votazione Online come previsto dalla L. 3/2018, che permetta tramite una delega alla limitazione del movimento in accordo con la Prefettura Provinciale di riferimento per la sola operazione di voto, o che ipotizzi un altro percorso, va comunque trovata. E’ possibile ipotizzare la proroga delle funzioni degli Ordini, limitatamente alle sole procedure di gestione amministrativa dell’Ente, ma solamente per concedere loro ulteriore tempo, definito e limitato, per programmare una soluzione che permetta di espletare le procedure elettorale: ci accorgiamo quotidianamente del distacco degli Iscritti verso i propri Ordini di appartenenza, che spesso percepiscono come un’entità a sé stante, arroccata nei propri confini, dotata di autoreferenzialità e spesso tendente ad evitare il confronto rispetto ai temi più sentiti dai Professionisti stessi: prorogare il mandato degli Ordini che non sono stati capaci di governare una situazione complessa, quasi fosse un premio, non farebbe che ampliare ulteriormente questa percezione. Al lavoro, quindi, alla ricerca di una soluzione per evitare che la democrazia rappresentativa sia l’ultima vittima, in ordine di tempo, di questa Pandemia.

Michele Borri, Infermiere iscritto all’OPI di Pavia

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