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venerdì, Marzo 29, 2024
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E poi ci siamo noi: Infermieri di serie B, perché ci dedichiamo agli anziani!

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Le divagazioni di una collega che opera con e su pazienti geriatrici e dementi.

Il titolo che ho voluto dare al mio scritto è volutamente provocatorio. L’infermiere ad oggi è un professionista laureato con specializzazioni che gli consentono di effettuare prestazioni di altissimo livello. Capacità e conoscenze che lo pongono ai vertici dell’assistenza sanitaria, Nonostante queste prerogative assolutamente meritorie ci sono alcune aree di cui si occupa che nulla hanno a che vedere con “scienza e fantascienza”, ma che per delicatezza impegno e dedizione risultano essere di notevole importanza: l’assistenza agli anziani.

Dopo tutto il clamore dei mass media sui maltrattamenti nelle case di riposo a carico degli anziani è assolutamente doveroso spendere parole di elogio per quegli infermieri che invece lavorano onestamente e con grande professionalità!

Secondo l’OMS nel 2050 una persona su 5 al mondo sarà oltre i 60 anni. Le linee guida invitano chi fornisce assistenza sanitaria e sociale agli anziani a creare una sorta di integrazione dei servizi incentrati sulle esigenze della popolazione. Proprio gli anziani negli ultimi tempi sono stati  alla ribalta della cronaca per via di episodi che li vedono al centro di violenze e abusi in istituti dove  dovrebbero prendersene cura. E i protagonisti di questi episodi sono sempre gli infermieri (molto spesso però in queste strutture degli infermieri non c’è nemmeno l’ombra). Trattasi di veri e propri lager  chiamati case di riposo o residenze sanitarie assistenziali, dove dietro si nascondono imprenditori senza scrupoli il cui unico intento è quello di lucrare sulle fragilità altrui e per farlo si avvalgono di beceri personaggi affamati di lavoro che tutto sono tranne che professionisti sanitari. L’anziano è un soggetto debole meritevole di cure e attenzioni che a volte supera quella che può essere una normale “prestazione sanitaria”: siamo i loro occhi sul mondo, cantiamo, ridiamo, scherziamo li accudiamo e assistiamo… tutto senza perdere di vista il ruolo dell’assistenza infermieristica che seppur impegnativo (perché lo è) è al centro della nostra formazione.

A seguito di questi episodi assolutamente riprovevoli nasce una vera e propria gogna mediatica a carico degli infermieri.

Spesso  per disinformazione perché la maggior parte degli utenti non sa distinguere la figura dell’infermiere da altre figure sanitarie, distinzione che pare superflua ma assume notevole rilevanza per chi opera nel settore.

Premesso che la persona merita dignità in qualsiasi dimensione si trovi (bambino, adulto, anziano), occorre spendere  parole di plauso per chi è impegnato in ambito geriatrico e lo fa con assoluta umiltà e professionalità.

Ci si trova di fronte a persone con multipatologie che hanno urgenze, emergenze, cronicità e criticità che richiedono una preparazione multidimensionale. Chi ha lavorato lavora o lavorerà con gli anziani sa e sa fare… e non si tratta di infermieri di serie B!

Art.4 codice deontologico “…il tempo di relazione è tempo di cura“.

Roberta Favale, Infermiera.

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