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Domenico, Infermiere: “tanto clamore sul Super-OSS non è giustificato, ma la Fnopi deve tornare ad offrire altri sussulti alla professione”.

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Ci scrive Domenico Cristiano, Infermiere Magistrale: “tanto clamore sul Super-OSS non è giustificato, ma la Fnopi deve tornare ad offrire altri sussulti alla professione”.

Gentile redazione Asocarenews.it,

a proposito delle polemiche intorno agli OPI del Veneto circa il “super OSS” volevo esprimere alcune considerazioni.

L’inquadramento normativo definisce le trasversalità e le specificità delle competenze di una professione. Tale assunto è la chiave di lettura della “questione”. Perché, se il modus operandi e le pratiche maggiormente frequenti di una categoria professionale possono creare una tipicità che avvalori una predeterminata interpretazione, tra l’altro utile più a mantenere uno status quo che all’effettiva comprensione della sua specificità, può la professione infermieristica essere definita dall’insieme di atti pratici e/o compiti?

Ad avviso dello scrivente la risposta è no, perché più che di atti e compiti, sarebbe corretto parlare di attività e valutazioni circa l’assistenza, e questo perché i primi rimandano a un riferimento, anacronistico e superato, dell’attuale impianto normativo, mentre i secondi al più recente e attualmente vigente dispositivo di regole di esercizio professionale. Ciò premesso, ci è utile ragionare sulla necessità di scindere l’ambito normativo, che è chiaro, esaustivo, e regolatore dell’esercizio professionale, dall’ambito puramente di politica professionale intesa come governo
della professione e del suo sviluppo evolutivo alla luce anche dei bisogni di salute mutevoli e dei contesti economici e sociali che influenzano l’offerta sanitaria, oltre alla capacità e all’efficienza nel fornire risposte sanitarie ai predetti bisogni di salute.

Se la logica deduttiva ci propone di fare un ragionamento partendo dalla pratica
assistenziale, il processo inverso ci conferma che l’atto in sé non conferisce
connotazione specifica ad una professione (vedasi la direttiva Ministro Sirchia
DIRP/III/BIQU/OU10014 / 2002 in fatto di prelievi di sangue).

Ritornando alle pratiche oggetto di dibattito, se trattasi di procedure semplici e conseguenziali ad una debita formazione, la polemica parrebbe essere strumentale piú che sostanziale.

Altro discorso è invece la valutazione intellettuale nella gestione del processo, in tutte le sue fasi, che comporta quell’atto e che, dunque, spetta al professionista competente.

Ancora una volta ci viene in aiuto il legislatore ed è grazie ad esso che parliamo di pleonasmo in riferimento al concetto di “atto medico” allo stesso modo in cui ne
parliamo di mansioni in riferimento al processo infermieristico (legge 42/99 e DM
739/94).

Allora non mi spiego il clamore che possa suscitare la formazione complementare dell’operatore socio sanitario, soprattutto in virtù dell’accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003. Perché la critica non andrebbe tanto mossa al recepimento della disciplina della formazione complementare dell’OSS, quanto invece alla mancanza di una programmazione e idea di sviluppo sul piano normativo, organizzativo e sociale della figura dell’infermiere. Per ancora meglio precisare, la mancata capacità del governo professionale infermieristico di evolvere come figura intellettuale sia nella formazione che nella pratica clinica, non significa rendere eludibile lo sviluppo della filiera dell’assistenza, perché il mantenimento forzato dell’attuale condizione non favorisce né l’infermiere, né l’assistito, né il sistema salute nella sua interezza, viceversa non bisogna cogliere nell’atto e nella pratica l’oblio o l’esaltazione professionale. Allora convogliare le energie e le elucubrazioni in fatto di sviluppo professionale negli Stati Generali della professione infermieristica promossi dalla FNOPI e ancora aperti fino al prossimo 2 Maggio. Sollecitare la stessa FNOPI a nuovi e produttivi sussulti come l’ultimatum dello scorso 18 Gennaio.

Parimenti, citofonare al mondo sindacale perché la questione infermieristica passa anche attraverso un’organizzazione del lavoro che ne valorizzi le competenze e ne riconosca il valore economico.

Dott. Infermiere Magistrale Cristiano Domenico
Pronto Soccorso Ruggi di Salerno

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