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DM 77/22. Il ruolo degli Infermieri e degli OSS nei nuovi modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale in Italia.

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Con il DM 77/2022 cambia il ruolo degli Infermieri, degli OSS e delle Professioni Sanitarie in Italia. Partono i nuovi modelli e gli standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel SSN. Ed entro il 2024 tutto dovrà essere pronto.

Con il Decreto Ministeriale 77 del 2022 cambia l’Assistenza Territoriale nel Sistema Sanitario Nazionale italiano. Ma quale sarà il nuovo ruolo degli Infermieri (Esperti, Specialisti, di Famiglia o di Comunità) nel nuovo modello assistenziale e come affronterà i nuovi standard di cura? Vedremo, intanto le disposizioni e i progetti indicati dal DM sono stati finanziati in gran parte mediante il PNRR e dovranno essere completati ed avviati entro il 2024.

Il Ministero della Salute cambia le regole del gioco con il DM 77/2022.

Il DM 77/2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.144 del 22 giugno 2022, dopo la delibera del 21 aprile 2022 (pubblicata a maggio) del Consiglio dei ministri con cui superando la mancata intesa sul provvedimento in Stato Regioni si è dato il via al nuovo modello di organizzazione territoriale.

Tra punti Hub e punti Spoke.

Quando si parla di hub and spoke ci si riferisce ad un modello di sviluppo della rete delle compagnie aeree costituito da uno scalo dove si concentra la maggior parte dei voli. Solitamente questo scalo è anche la base (o una delle basi) di armamento della linea aerea, ma può essere migrato anche in altri ambiti, come ad esempio quello della Sanità.

Con il DM 77/2022, ad esempio, nasceranno in Italia le cosiddette Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità, che avranno funzioni differenti in base ai territori e alle specificità delle richieste di assistenza/salute della popolazione a livello loco-regionale.

La Casa della Comunità (CdC) rappresenta il modello organizzativo per l’Assistenza di Prossimità alla popolazione di riferimento. Si tratta di una struttura pubblica facilmente raggiungibile dalla popolazione di riferimento.

La Casa della Comunità (CdC) promuove un modello di intervento integrato e multidisciplinare sede privilegiata per la progettazione e l’erogazione di interventi sanitari e di integrazione sociale.

L’Infermiere devo comunque confrontarsi continuamente con la Professione Medica, ovvero con i MMG, i Pediatri di Libera Scelta, gli Psichiatri, gli Specialisti Ambulatoriali Interni, gli Psicologi, gli Ostetrici, i Professionisti della Prevenzione, i Professionisti della Riabilitazione e gli Assistenti Sociali.

In sintesi:

  • per l’Hub: Casa della Famiglia > Medici di Medicina Generale (MMG) + Pediatri di Libera Scelta (PLS) > Personale di Supporto (da 5 a 8 OSS) + Infermieri (da 7 a 11) + Assistente Sociale (1).
  • per lo Spoke: in forma ridotta tutti i professionisti di cui prima.

In base agli ambiti territoriali saranno progettate Case della Comunità differenti tra loro, in base alle esigenze di salute della Popolazione a livello territoriale e locale.

Gli Infermieri di Famiglia e di Comunità.

In questi nuovi ambiti assistenziali l’Infermiere deve cercare spazi, cercando di divincolarsi tra le “pressioni” del Medici di Medicina Generale / Medici della Continuità Assistenziali e altri Professionisti della Salute.

Ad oggi il ruolo degli Infermieri di Famiglia o di Comunità resta ambiguo e il suo essere professionista a 360° è ancora da costruire. Il legislatore ha fornito gli standard, cioè ha indicato per sommi capi di cosa si deve occupare, ma ad oggi si rischia di diventare vere e proprie scatole vuote, incapaci di fornire risposte concrete alle esigenze/richieste di salute del Cittadino.

Quindi cosa può/deve fare l’Infermiere di Famiglia e di Comunità. Infilarsi negli spazi lasciati liberi dai Medici e di stretta competenza infermieristica (o collaborativa):

  • gestione delle lesioni cutanee;
  • area educativa e follow-up;
  • gestione della terapia;
  • esami diagnostici (ECG, prelievi, tamponi ed altro);
  • gestione/co-gestione dell’Assistenza Domiciliare Integrata;
  • gestione/co-gestione della Centralo Operativa Territoriale (COT);
  • gestione/co-gestione del Numero Europeo Armonizzato (NEA – 116117);
  • gestione/co-gestione dell’Unità di Continuità Assistenziale;
  • integrazione nei Servizi per le cure antalgiche e palliative;
  • integrazione nei Servizi di Telemedicina e nelle Case della Salute/Comunità Mobili;
  • integrazione nei Servizi dedicati a Minori, Donne, Coppie e Famiglie (Consultori);
  • altri ambiti.

Riassumiamo le principali novità introdotte dal DM 77/2022.

Eccole principali novità della Riforma che ridisegna soprattutto funzioni e standard del Distretto come descritte dal Ministero della Salute:

  • Casa della Comunità. Aperte fino a 24h su 24 e 7 giorni su 7, oltre 1350 Case della Comunità finanziate con le risorse del PNRR, diffuse in tutto il territorio nazionale, sono il luogo fisico e di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria. Rappresentano il modello organizzativo dell’assistenza di prossimità per la popolazione. Vi sono anche le cosiddette Case della Salute o di Comunità Mobile: strutture mobili che portano il professionista direttamente sul territorio.

  • Centrale operativa 116117. La Centrale operativa 116117 (Numero Europeo Armonizzato – NEA per le cure mediche non urgenti – Numero unico regionale) è il servizio telefonico gratuito a disposizione di tutta la popolazione, 24 ore al giorno tutti i giorni, da contattare per ogni esigenza sanitaria e sociosanitaria a bassa intensità assistenziale.

  • Centrale Operativa Territoriale. La Centrale Operativa Territoriale (COT) svolge una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e dialoga con la rete dell’emergenza-urgenza. In pratica la COT è una funzione organizzativa facilitatrice dei processi clinici ed assistenziali e dell’integrazione socio-sanitaria attraverso il potenziamento del coordinamento e della continuità della cura all’interno e tra le diverse istituzioni coinvolte a vari livelli, con l’obiettivo comune di assicurare continuità, accessibilità e integrazione dell’Assistenza. Il modello di riferimento della COT è il Transitional Care Model (TCM), attraverso cui si programma e si accompagna il Cittadino-Paziente nell’attraversamento dei setting assistenziali con una particolare attenzione alla rete delle cure intermedie e sociosanitarie (il TCM è l’insieme delle azioni volte a garantire il coordinamento e la continuità delle cure ricevute dal paziente trasferito al proprio domicilio o durante il trasferimento ad altri livelli di cura). La COT farà da punto di coordinamento tra: NEA, Servizio 118, Pronto Soccorso, Hospice, Ospedale di Comunità, Case di Comunità, ADI (Domicilio o RSA).

  • Infermiere di Famiglia e Comunità. È la figura professionale di riferimento che assicura l’assistenza infermieristica, ai diversi livelli di complessità, in collaborazione con tutti i professionisti presenti nella comunità in cui opera. Non solo si occupa delle cure assistenziali verso i pazienti, ma interagisce con tutti gli attori e le risorse presenti nella comunità per rispondere a nuovi bisogni attuali o potenziali.

  • Unità di continuità assistenziale. È un’équipe mobile distrettuale per la gestione e il supporto della presa in carico di individui, o di comunità, che versano in condizioni clinico-assistenziali di particolare complessità e che comportano una comprovata difficoltà operativa.

  • Assistenza domiciliare. La casa come primo luogo di cura. Le Cure domiciliari sono un servizio del Distretto per l’erogazione al domicilio di interventi caratterizzati da un livello di intensità e complessità assistenziale variabile nell’ambito di specifici percorsi di cura e di un piano personalizzato di assistenza. Trattamenti medici, infermieristici, riabilitativi, diagnostici, ecc., sono prestati da personale sanitario e sociosanitario qualificato per la cura e l’assistenza alle persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità, per stabilizzare il quadro clinico, limitare il declino funzionale e migliorare la qualità della vita quotidiana.

  • Ospedale di comunità. È una struttura sanitaria di ricovero dell’Assistenza Territoriale , con 20 posti letto, che svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, per evitare ricoveri ospedalieri impropri o di favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domicilio. Al suo interno l’Assistenza Infermieristica è garantita h24 con il supporto degli OSS, in coerenza con gli obiettivi del Piano Assistenziale Individualizzato (PAI) e in stretta sinergia con il responsabile clinico e gli altri professionisti sanitari e sociali coinvolti. Ci lavorano: Medici, Infermieri (con un Coordinatore Infermieristico che gestisce l’intera CdC), OSS e altro personale di supporto. Mediamente l’OdC da 4 a 20 posti letto ogni 1000 abitanti (per un massimo di 30 giorni amplificabili a 60).

  • Rete delle cure Palliative. È costituita da servizi e strutture in grado di garantire la presa in carico globale dell’assistito e del suo nucleo familiare, in ambito ospedaliero, con l’attività di consulenza nelle U.O., ambulatoriale, domiciliare e in Hospice. Le cure palliative sono rivolte a malati di qualunque età e non sono prerogativa della fase terminale della malattia. Possono infatti affiancarsi alle cure attive fin dalle fasi precoci della malattia cronico-degenerativa, controllare i sintomi durante le diverse traiettorie della malattia, prevenendo o attenuando gli effetti del declino funzionale.

  • Servizi per la salute dei minori, delle donne, delle coppie e delle famiglie. Il Consultorio Familiare e l’attività rivolta ai minori, alle coppie e alle famiglie garantiscono prestazioni, anche di tipo domiciliare, mediche specialistiche, diagnostiche, terapeutiche, ostetriche, psicologiche, psicoterapeutiche, infermieristiche, riabilitative e preventive, nell’ambito dell’assistenza territoriale, alle donne, ai minori, alle coppie e alle famiglie. L’attività consultoriale può svolgersi all’interno delle Case della Comunità, privilegiando soluzioni che ne tutelino la riservatezza.

  • Telemedicina. Viene utilizzata dal professionista sanitario per fornire prestazioni sanitarie agli assistiti o servizi di consulenza e supporto ad altri professionisti sanitari. Inclusa in una rete di cure coordinate, la Telemedicina consente l’erogazione di servizi e prestazioni sanitarie a distanza attraverso l’uso di dispositivi digitali, internet, software e delle reti di telecomunicazione.

Il DM 77/2022.

Decreto 23 maggio 2022, n. 77. Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale.

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Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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