All’OPI di Genova un Corso per migliorare se stessi e offrire una assistenza di maggiore qualità al Paziente.
L’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Genova ha realizzato nel triennio 2016/2019 l’attivazione di un corso triennale di counseling con approccio gestaltico. I partecipanti sono infermiere/i, che provengono da diverse realtà cliniche assistenziali e organizzative: Sert, pronto soccorso, territorio, ambulatori, direzione aziendale, formazione, pediatria, chirurgia e specialità medica (nefrologia). I partecipanti hanno effettuato il percorso con interesse e motivazione utilizzando le conoscenze del counseling per migliorare se stessi e il rapporto con gli altri e con le organizzazioni in cui lavorano.
L’assetto del gruppo si è modificato sulla base del percorso personale. Ciascun partecipante, attraverso un percorso personale e di gruppo ha creato una propria storia, integrando le diversità in una logica collaborativa e partecipativa. Il gruppo inizialmente costituito da 29 infermieri, dopo circa un anno di attività si è modificato nel suo assetto, 4 persone hanno deciso di interrompere il percorso, perché il training intrapreso ha messo a dura prova le sensibilità ridefinendo continuamente le scelte valoriali quotidiane. Attualmente hanno concluso il percorso triennale 25 persone di cui 24 donne e 1 uomo.
Il percorso è stato fortemente sostenuto in Liguria dall’OPI di Genova da sempre sensibile ai cambiamenti e alla richieste degli infermieri, alla ricerca di una nuova e moderna identità professionale che identifichi nella relazione e nei principi etici e deontologici la base dell’agire professionale. Con queste premesse il corso ha preso il via nella sede dell’ Ordine messa a disposizione per contenere i costi e favorire la crescita dei propri iscritti.
La professione infermieristica si connota per la propria capacità tipica di incontrare la persona umana e di supportarla nel tutelare i diritti, nella ricerca di aiuto, nella sostegno per recuperare la salute, nel supporto ai bisogni di cura e di aiuto per affrontare le criticità del vivere e del morire. Aiutare è un tratto comune della vita professionale rientra tra le attività qualificanti del ruolo infermieristico.
La funzione dell’infermiere è di aiutare gli individui nel superare gli ostacoli per la realizzazione della crescita personale, superando i momenti di crisi che inevitabilmente la malattia genera; è un processo di potenziamento, concepito per aiutare un individuo ad accettare la propria vita in un continuo processo di empowerment. La relazione attivata dall’infermiere, deve fondarsi sulla fiducia e sul mutuo rispetto; occorre avviare un processo complesso attraverso il quale è possibile avviare il cambiamento nella persona in difficoltà e in crisi.
Per realizzare un’assistenza personalizzata che salvaguardi l’essere umano in una visione integrata, l’infermiere deve dotarsi di abilità relazionali, conoscenze e competenze tecniche che considerino i cambiamenti in atto nella professione e nel sistema a tal proposito, Carl Rogers evidenzia, ”la facilitazione e l’agevolazione non sono un’attività professionale, bensì un modo di essere con un’altra persona”.
L’infermiere sarà in grado di agevolare la relazione per interagire con l’assistito, tenendo conto del modo in cui i suoi bisogni e le sue emozioni interagiscono con quelli della persona che sta cercando di aiutare per mantenere alta la fiducia nel proprio lavoro ed evitare conflitti che possono interferire con la propria vita privata verso un quadro di esaurimento psico-fisico (burn-out) .
Nel contestosociale,economico, politico, formativo, clinico e organizzativo in cui viviamo, gli infermieri, sono impegnati in un percorso di sviluppo di nuove identità e competenze professionali e personali che richiedono un costante sforzo di continua reinterpretazione del mondo(interiore/organizzazione/clinica) circostante in continuo cambiamento.
I contesti esperienziali sviluppati durante il percorso di counseling diventano luoghi privilegiati dove poter immaginare un futuro relazionale a dimensione umana con tempi, riflessioni, speranze e competenze innovative che trovano nell’altro, in se stessi e nel gruppo il vero senso del vivere in un rapporto umanamente equilibrato.
Nelle attività teoriche ed esperienziali proposte nel corso ogni operatore è supportato nell’esercizio del pensiero critico riflessivo, la possibilità di apprendere dalla propria e altrui esperienze e storie di vita, con la finalità di contrastare ciò che caratterizza i luoghi dell’incertezza e del disorientamento.
I tempi velocizzati del vivere quotidiano possono portare alla propensione verso il pregiudizio, gli stereotipi, i luoghi comuni che contribuiscono all’ acquisizione di schemi di comportamento predominanti con risposte automatiche prive di riflessione che ostacolano la visione e l’analisi ponderata delle situazioni problematiche tipiche dell’agire quotidiano nella professione infermieristica.
Il percorso e l’esperienza del corso propone ai partecipanti la possibilità di visionare la capacità di considerare le prospettive personali, i propri punti di vista non come unici modi possibili per inquadrare gli eventi, in modo da saper ascoltare le altre voci e le diverse versioni della realtà.
L’ articolazione del corso prevede un ciclo di apprendimento e di conoscenza del sé offrendo la possibilità di avviare una riflessione intenzionale, favorendo un ‘auto-analisi e un percorso per imparare ad apprendere (autosostegno)pensando a sé e pensandosi nel mondo in relazione con gli altri. Questa prospettiva aiuta a superare i limiti epistemologici dell’approccio biomedico , riaffermando la ricchezza degli approcci umanistici . Nei luoghi di cura, il crescente sviluppo tecnico scientifico, lascia sullo sfondo le storie individuali dei soggetti, pazienti, famigliari e operatori, la dimensione della cura deve traguardare nuove prospettive e speranze che oggi il sistema sanitario, si trova frammentato e incontra sempre maggiori difficoltà nel cogliere questi radicali cambiamenti . Gli operatori sono il capitale umano prezioso delle nostre organizzazioni il loro contributo fondamentale si realizza nel rapporto curante- paziente in questa sintesi di autonomia, responsabilità e nella relazione dialogica fra operatore e paziente che si fonda la premessa per l’attuazione del patto terapeutico, che riconosce dignità alla persona riabbracciandone la complessità.
L’infermiere trova la sua realizzazione nell’incontro e nella relazione tra esseri umani.
Il percorso prevede diversi approcci relazionali,con metodi diversificati dal sistemico allo sperimentale, un ventaglio di scelte di modalità operative integrate fra loro che permette all’infermiere di adottare comportamenti funzionali alla relazione di aiuto con il cliente( in senso Rogersiano ). Tutto ciò non può prescindere dalla capacità del counselor/ infermiere di stabilire un contatto con sé stesso e con il cliente attraverso l’ascolto attivo, l’osservazione, il linguaggio, le attitudini, le strategie, le tattiche da scegliere e adottare sulla base delle caratteristiche del cliente.
Il counselor/infermiere deve saper predisporre l’ambiente per accogliere l’assistito rispettandone l’identità, valorizzando i suoi punti di forza, le diverse condizioni , con una sensibilità e attenzione nei confronti della persona con uno sguardo sempre vigile al proprio sé come operatore . Questa attenzione e valorizzazione del conselor /infermiere nella relazione di aiuto favorisce una modalità operativa personalizzata nella rapporto e talvolta fa sorgere aspetti inediti che emergono dal percorso di relazione che possono giovare sia al cliente che all’infermiere.
In conclusione utilizzando le parole di Jung: ”un processo di fusion … è come il contatto di due sostanze chimiche, se accade qualche reazione, entrambe vengono trasformate”.
Attraverso le esperienze di tirocinio realizzate nelle sedi di lavoro da cui provengono i partecipanti, nel corso di counseling, è stato possibile attivare gruppi di miglioramento organizzativo, laboratori di narrazione, attività di ascolto attivo che hanno avuto una ricaduta sul benessere psico fisico dei lavoratori, sul clima organizzativo, sui pazienti e sulle loro famiglie.
Attualmente il gruppo di counselor/infermieri sta programmando attività di sostegno rivolte a sé e alla comunità professionale attraverso le competenze acquisiste .
Crepaldi Bruna, Infermiera e Docente Universitaria
Cataldo Alessandro, Dirigente e Docente Universitario