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Coronavirus. Rischio ulteriori contagi e morti tra anziani e disabili nelle RSA. DPCM 26 aprile 2020 crea confusione.

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Emergenza Coronavirus. Le Residenze Sanitaria Assistenziali per anziani e per disabili sono nuovamente a rischio contagi e morti. E’ ciò a causa del DCPM 26 aprile 2020, che crea ulteriore confusione in questo ambito delle cure. Prevede l’accesso dei Parenti alle strutture, ma non le misure di sicurezza.

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 26 aprile 2020 crea confusione sull’accesso dei Parenti alle Residenze Sanitarie Assistenziali per Anziani e Disabili (RSA), ma anche negli Istituti psichiatrici e negli Hospice. Il Decreto non spiega, infatti, quali e come si debbano organizzare le RSA per permettere il libero accesso dei familiari alle strutture sanitarie e socio-sanitarie sparse lungo tutto lo stivale italico. Verso un nuovo eccidio legalizzato? Intanto Stefano Bonaccini in Emilia Romagna blocca gli accesi, per ora non se ne parla!

Stefano Bonaccini chiude alle visite nelle RSA: "non sono ancora organizzate per ospitare i Familiari".
Stefano Bonaccini chiude alle visite nelle RSA: “non sono ancora organizzate per ospitare i Familiari”.

Protestano Infermieri, OSS e altri Professionisti Sanitari e Socio Sanitari che in questi mesi si sono battuti contro il Covid-19 senza aiuti da parte della Politica e delle stesse Aziende, lasciati soli a combattere, spesso a mani nude e senza idonei DPI, a combattere un “mostro” che non si riesce a debellare e che in Italia ha mietuto oltre 7000 vittime innocenti.

Alla lettera “X” del DPCM del 26 aprile 2020, infatti, si legge espressamente che “l’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (RSA), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione“.

Il comma “X” può essere interpretato maniera divergente:

  • da una parte ci sono i Parenti che si sentono autorizzati ad accedere alle strutture;
  • dall’altra le RSA che sono già state colpite gravemente sia dalla Pandemia, sia dallo stress ad essa correlato, e che non sanno come comportarsi di fronte ad un libero, seppur contingentato, accesso alle strutture.

Il DPCM è troppo aleatorio e non spiega precisa su chi, come e quando può far visita ad un congiunto in RSA. E, peggio, non disciplina lo stesso accesso, scaricando tutte le responsabilità sulle Residenze Sanitarie Assistenziali.

In pericolo migliaia di Anziani e Disabili, ma anche Pazienti Psichiatrici e ricoverato in Hospice, che potrebbero essere infettati da Familiari inconsapevoli (visto che molti di loro potrebbero essere ammalati di Coronavirus silenti e non sintomatici).

Del nostro stesso avviso il governatore della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che ha sospeso questa parte del DPCM con una sua ordinanza, permettendo ai dirigenti e ai professionisti sanitari e socio-sanitari delle RSA di effettuare un provvisorio respiro di sollievo.

Ovviamente ci si dovrà organizzare per permettere in futuro le visite da parte dei Familiari, questo è ovvio, ma aprire improvvisamente tutto sarebbe pericoloso e deleterio per chi ha messo in atto sforzi immani per tener fuori la Pandemia dalle strutture o limitarla al massimo.

Alle RSA deve essere dato il tempo di organizzarsi e di preparare un piano delle visite che tenga conto della sicurezza degli stessi Parenti, ma soprattutto di Pazienti ed operatori.

Continueremo a parlarne, nonostante il silenzio di molti Governatori regionali, che pensano solo a bar, giardini, spiagge e a guerre politiche di cui l’Italia non ha proprio bisogno in questa fase.

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