Emergenza Coronavirus. In una nota casa di riposo ubicata nell’hinterland di Bologna, a pochi chilometri da Medicina, Infermieri, OSS e Fisioterapisti lanciano l’allarme: “qui siamo tutti in pericolo; chi ha contagiato l’ospite? Uno di noi è l’untore, tutti in quarantena; non abbiamo DPI”.
Infermieri, Oss e Fisioterapisti sono in fibrillazione in una nota casa di riposo ubicata nel comprensorio di Bologna per un Paziente che è stato dichiarato positivo al COVID-19. Aveva febbre alta, era dispnoico e denaturava. La temperatura corporea, nonostante il Paracetamolo somministrati più volte al giorno, rimaneva sempre al di sopra dei 39 gradi. Per cui ad un certo punto si è dovuto allertare il Servizio 118.
Dopo qualche ora la doccia fredda. Il paziente è positivo ed è infetto da Coronavirus. Gelo nella struttura: “chi lo ha contagiato visto che si tratta di un ospite alleato da tempo?”.
E’ la domanda che si pongono un po’ tutti gli operatori, che ora, assieme ai loro assistiti, aspettano di essere sottoposti ai tamponi e alla screening sierologico per verificare se anche loro sono infetti o si sono immunizzati.
La paura fa novanta, anche perché nella Casa di Riposo ci si protegge come si può, con mascherine di stoffe, foulard o riciclando vecchi presidi di sicurezza. Non si trovano mascherine di nessun tipo, sono centellinati i guanti e ormai il gel igienizzante è terminato e si è in attesa dell’arrivo del materiale da qualche giorno.
Senza parlare dei Dispositivi di Protezione Individuale che non ci sono proprio, perché finiti e irreperibili da tempo.
L’unica certezza è che nella struttura entrano ed escono solo operatori, nessun parente e qualche fattorino per le consegne di alimenti, farmaci e altri dispositivi medicali. Per cui chi ha infettato il Paziente è per forza uno di loro.
Ed è già caccia alle streghe.
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