Emergenza Coronavirus. A Sassari Infermieri, Medici e OSS confinati in reparto con 11 Pazienti positivi. Scatta l’inchiesta della Magistratura. Chi non ha garantito le misure di sicurezza?
Emergenza a Sassari.
Emergenza Coronavirus: a Sassari la guerra all’epidemia ha sigillato da Sabato 14 mattina una quindicina tra infermieri, medici, oss e specializzandi.
Metà dei casi di Coronavirus nell’Isola riguarda Medici, Infermieri, OSS e altro personale sanitario e socio sanitario impegnati in prima linea nell’emergenza.
Nasce l’inchiesta della Procura.
Per questo, dopo Tempio, la Procura apre un fascicolo sull’escalation di contagi all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. In particolare al centro dell’inchiesta c’è il reparto di Cardiologia e il suo alto numero di contagiati.
In questa fase non risutano indagati né ipotesi di reato.
La delega per le attività è stata data ai Carabinieri del Nas di Sassari; gli stessi militari che hanno anche l’incarico di occuparsi del contagio di un operatore sanitario nell’ospedale “Paolo Dettori” di Tempio, dove sono stati necessari due giorni per trovare mezzi adatti e personale che provvedesse al trasferimento di un paziente positivo a Nuoro.
Il tema delle indagini è sempre legato alla sicurezza degli operatori sanitari e alla carenza di dispositivi di protezione contro il Covid-19.
L’inizio del contagio.
Tutto ha inizio Sabato mattina quando uno dei pazienti del reparto Utic di Sassari ha effettuato un tampone in presenza di sintomi. L’uomo avrebbe dovuto effettuare una Tomografia ed è stata cura dello staff radiologico e di reparto non arrischiare altri ambienti non contagiati senza aver la certezza di negatività.
Certezza che però non è arrivata, tutt’altro.
Il tampone infatti è risultato positivo ed il paziente è stato trasferito in malattie infettive, dove poi è deceduto nel weekend.
Sintomi già presenti su altri pazienti.
Nel frattempo è stato registrato che i sintomi da Coronavirus erano presenti in altri pazienti. La decisione è stata quindi presa con urgenza ed il reparto è stato chiuso con obbligo di non entrare o uscire.
Da sabato mattina quindi una quindicina di professionisti stanno lottando. Lottano contro il virus, che ha infettato 11 pazienti. Lottando anche contro stanchezza, contro la mancanza dei propri affetti, contro il timore di essere infettati.
Queste le parole di un’altra collega, fortunatamente negativa al tampone e per questo fatta evacuare “Sei stanco, e sei frustrato perché comunque devi continuare lavorare. Noi la notte non siamo riuscite a dormire sia perché eravamo in ansia per i risultati, sia perché con l’ipotesi della positività pensi a tutte le persone con cui sei entrato in contatto, quindi hai la preoccupazione più per gli altri che per te. Poi passi dall’essere stanchissima all’essere attiva. Io poi ci sono stata 24 ore, secondo me come ci stai di più entri in una routine interna. Mi sentivo sporca e stanca”.
A loro va il nostro plauso. L’Italia ed il mondo intero sono con voi e con le altre centinaia di colleghi che in questo momento stanno lottando per la Salute di tutti.
Una lotta ispirata da una certezza: non lasceremo vincere questo virus.
Infermieri, stiamo scrivendo una pagina di storia. Meravigliando il mondo intero.