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Il Coordinatore Infermieristico e delle Professioni Sanitarie. Chi è, come si forma e soprattutto di cosa si occupa.

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Chi è il Coordinatore Infermieristico e cos’è la Funzione di Coordinamento delle Professioni Sanitarie? Come si forma? Di cosa si occua? Proviamo a scoprirlo assieme in questo servizio.

Il Coordinatore infermieristico, che molti continuano a chiamare ancora Caposala,  è di fatto un Coordinatore delle professioni sanitarie. Oggi, seppur mortificato dalle dimenticanze ne nuovo CCNL, continua a svolgere un ruolo molto importante all’interno delle organizzazioni sanitarie, sia esse pubbliche, sia esse private.

Il Coordinatore infermieristico svolge un sostanziale ruolo di collegamento tra la parte assistenziale clinico-organizzativa e gli obiettivi aziendali. La sua figura è sempre più importante per la nostra professione, ma anche per il resto delle professioni sanitarie.

La funzione di coordinamento è nata con il Regio Decreto del 1925 e col successivo regolamento attuativo del 1929. In esso si stabilisce essenzialmente che l’Infermiere può e deve formarsi e seguire un apposito percorso che lo possa abilitare al ruolo delle Funzioni Direttive.

Nascono le Caposala.

All’epoca di parlava, usando termini derivanti dall’esperienza militare, di Caposala (termine non ancora in disuso). Inizialmente era ad appannaggio delle sole donne e per giunte suore. Si occupavano essenzialmente di coordinare gli aspetti assistenziali clinico-alberghieri (quello che oggi fa un Operatore Socio Sanitario o un Responsabile delle Attività Assistenziali).

Per queste signore, tutte immolate a Cristo, quello della Caposala era un ruolo di comando e quindi di prestigio. Erano ferree, dure, integerrime. Chi ricopriva questo incarico godeva del prestigio di tutti. E’ da questa norma che si inizia a costruire il futuro dell’Infermiere e si è giunti al professionista di oggi. E’ stato un primo passo importante da cui si è partiti per raggiungere importantissimi traguardi negli anni successivi.

Passeranno 40 anni per aver un ulteriore sviluppo del ruolo del Caposala. Negli anni ’70, infatti, questa figura emerge prepotentemente. All’interno delle riforme che hanno portato poi alla stesura all’approvazione della Legge 833/78 (nascita del Sistema Sanitario Nazionale) il suo “potere” cambia, le vengono assegnate nuove competenze, dirige il personale infermieristico e quello ad esso subordinato, coordina i prelievi e il controllo della terapia farmacologica, gestisce i presidi medicali, gli archivi e le diete dei pazienti.

Con il DPR 128/1969 la Caposala è alle strette dipendenze funzionali del primario e dei sanitari di reparto. Con il DPR 130/1969 le Caposala possono accedere al ruolo mediante concorso, ma come pre-requisito devono avere almeno il cosiddetto AFD, ovvero l’Abilitazione alle Funzioni Direttive (l’antesignano del Master in Coordinamento Infermieristico e delle Professioni Sanitarie).

Arrivano gli Infermieri. Ora la professione non è solo più al femminile.

La Legge n. 124 del 25 febbraio 1971 abolì l’internato obbligatorio (per le sole Infermiere), aprendo la frequentazione dei corsi anche agli individui di sesso maschile. Nel 1973 le scuole per infermieri professionali diventano triennali in accordo con le indicazioni europee stabilite dall’accordo europeo di Strasburgo del 25 ottobre 1967. Ratificato dall’Italia con la legge 15 novembre 1973 n. 795. Il D.P.R. 13 ottobre 1975, n. 867 modificò poi l’ordinamento delle scuole professionali per gli infermieri, ed il D.P.R 14 marzo 1974, n. 225 ne specificò le mansioni, subordinandone la responsabilità al personale medico.

Con il DPR 761/1979, norma che disciplinava lo stato giuridico del personale delle USL, il Caposala (sia di sesso maschile, sia di sesso femminile) vedeva collocare la propria figura all’interno del Profilo Professione di Operatore Professionale Coordinatore di 1° categoria. Nel 1982 con un apposito Decreto Ministeriale si sancisce l’obbligatorietà del già citato AFD. Per ricoprire il ruolo di Caposala, però, bisognava avere anche due anni di anzianità maturata e certificata per accedere ai corsi di coordinamento.

Nasce la funzione di coordinamento.

Nel 1984, con una ennesimo DPR, si stabilisce la funzione, ancora attuale, di Coordinamento: “Attribuzioni del personale sanitario non medico addetto al Servizio Sanitario Nazionale”. L’Art.20 dice che l’operatore professionale coordinatore svolge le attività di assistenza diretta attinenti alla propria competenza professionale. Inoltre, coordina l’attività del personale nelle posizioni di collaboratore e di operatore professionale di 2° categoria a livello di unità funzionale ospedaliera e di distretto, predisponendone i piani di lavoro.

Si va sempre più spediti verso l’autonomia operativa del personale infermieristico.

Sono tante le novità introdotte dal già citato DPR 128/1969, ma è dal 1984 che si viaggia spediti verso il riconoscimento di capacità e competenze manageriali prima impensabili. Nasce il Coordinatore e si riconoscono agli infermieri ruoli sempre maggiori. Restano ancora subalterni ai medici, ma ottengono il rispetto dell’autonomia operativa e dell’auto-disciplina nel lavoro d’equipe. L’Infermieristica inizia ad intravedere l’autonomia professionale.

Il primo riconoscimento giuridico del Coordinatore Infermieristico e delle Professioni Sanitarie.

Dal punto di vista contrattuale ed economico, e quindi giuridico, il Coordinatore viene riconosciuto solo nel 2001 grazie all’art.10 del II° biennio economico 2000-2001 del CCNL 1998 -2001 del Comparto Sanità. A chi ricopre questo ruolo viene riconosciuta una particolare indennità economica di funzione. Ciò in base, ovviamente, ai servizi a cui veniva assegnato, alle attività da svolgere, alla gestione delle risorse umana e alle responsabilità in essere e possibili.

Inizialmente il coordinatore infermieristico viene inquadrato al livello contrattuale in posizione D, posi diventerà DS nel biennio economico 2002/2003 con il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL 2002-2005, art. 19).

Si dovrà attendere il CCNL 2006-2009, quindi il biennio 2006-2007, per vedere riconosciuta l’obbligatorietà del possesso del Master in Coordinamento Infermieristico e delle Professioni Sanitarie (Art. 6, comma 1, lettera b della Legge 43/2006). Da questo momento parte l’assalto ai Master “on line”. In migliaia si sono iscritti a questi corsi gestiti ed ideati dalle Università Telematiche. Pochi quelli che hanno seguito Master frontali. E’ stato ed è un business che ha interessato tante società e che ha permesso a tanti Infermieri di diventare Coordinatori (spesso con dubbie verifiche delle competenze acquisite).

La Legge 43/2006, va precisato, disciplina e distingue il personale laureato in:

1) professionisti laureati;
2) professionisti coordinatori (con Master di I livello in Management e Coordinamento delle Professioni Sanitarie);
3) professionisti specialisti (su questo ambito ci sono ancora dubbi, soprattutto quando devono essere distinti dai cosiddetti “esperti”);
4) professionisti dirigenti (che sono rientrati nell’ambito dei Quadri Dirigenti e quindi parificati di fatto alla Dirigenza Medica).

Il ruolo del Coordinatore infermieristico: in continua evoluzione.

Nei giorni scorsi in Emilia Romagna ha avuto luogo un apposito evento organizzato dai Coordinatori Infermieri e Caposala. Le ultime novità sono contenute in questo servizio “Coordinatori Infermieri: tutte le novità del prossimo CCNL“.

Coordinatori Infermieri: tutte le novità del prossimo CCNL. Parla Mangiacavalli.

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