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Continua la violenza dei Medici contro Infermieri e Professioni Sanitarie.

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“Valvassini” della sanità… Violenza dai medici sui professionisti sanitari.

Malgrado dal 2017 mi stia occupando con continuità (e titolo) di informazione sanitaria, dopo gli ultimi miei interventi [1] sono stato preso di mira da un giovane sconosciuto sedicente “medico di Fisiopatologia Respiratoria e Terapia Intensiva Respiratoria” che raggiungendomi via social, ha esordito scrivendo:

«Non rompere il caxxo a frignare… studia medicina e prendi una specializzazione…se vuoi fare il medico… non i tre anni mer…osi che fate».

Poi, giammai provocato o similmente ricambiato, rivolgendosi anche ad un collega infermiere che aveva semplicemente postato un “mi piace” al suddetto contributo, ha continuato scrivendo:

«Matteo Moscariello e Carlo spada potete studiare voi….così parliamo alla pari»

Poi, continuando, malgrado l’invito a

«non intervenire oltre qui. Perché i suoi interventi sono tanto poveri di significato quanto sgraditi.»

… ha rincarato le “gratuità”:

«Io mi confronto con pari scusate non con infermieri o tecnici» ; «Salve valvassini della sanità.. meglio così».

Poi, ancora replicando fino a tarda ora, ha ulteriormente reiterato le sue monotòniche offese:

«Salve inferiori» … ; «Tecnico della lavatrice stai buono» …

Ora…

sebbene questa non sia la sede più propria per una denuncia (e non vuole esserlo) di siffatte modalità di soggetti che sicuramente non sono rappresentativi della classe medica, e quantunque non venga qui dopo oltre 30 anni passati negli ospedali e policlinici del nord e sud Italia, a lagnarmi di atteggiamenti per cui io ed i miei circa 700mila colleghi di tutta Italia abbiamo ormai le spalle ben larghe, avendone viste davvero di cotte, crude ed al dente, di tutti i colori, sapori ed esibizioni … e pur sempre mantenendo il portamento delle persone di buon senso che normalmente non danno credito a chi non ne meriti affatto …

gradirei semplicemente ribadire, come peraltro altrimenti già affermato, che le condotte di TUTTI coloro che intendessero fare della sanità il proprio mestiere dovrebbero essere anzitutto basate – in ogni momento della loro vita e non soltanto quando si timbri il cartellino – sul famoso “neminem laede … ”, a cominciare proprio da toni e contenuti che non dovrebbero mai essere – a scanso di figure imbarazzanti … o peggio – “incoerenti” (usando un eufemismo) con il proprio mandato deontologico e con il pur minimo dovuto bagaglio nozionistico, che dovrebbe includere la conoscenza della storia degli ultimi anni della evoluzione delle professioni sanitarie in questo paese, che – piaccia o no – non sono rimaste, per fortuna, ferme al R.D. 1265/1934 e che in ogni caso, al pari di chiunque in ogni tempo, meritano rispetto.

Pertanto, ritornando ancora una volta a parafrase Luca Benci [2], che definì coloro che si indirizzino in simile modo «ignoranti di sanità e organizzazione sanitaria», mi rivolgo formalmente e seriamente al Presidente della FNOMCeO dott. Filippo Anelli, molto sensibile al tema della violenza sui medici e sugli operatori sanitari [3] , chiedendo conto di questi atteggiamenti “intestini” di probabili iscritti all’ordine che presiede al livello nazionale, che proprio perché non “tipicamente infrequenti”, sottendono una “verità” sociologica che probabilmente ai tavoli istituzionali si tende bipartsan sempre a negare, nascondere o ignorare, ma che potrebbe spiegare ben altri più rilevanti fatti …

Qualsiasi altro intervento ad ogni livello delle Federazioni delle Professioni Sanitarie sarà ugualmente gradito a che cessino definitivamente ed ovunque queste modalità di aggressione, vessazione, violenza privata e cyberbullismo, basate soltanto sulla evidente impossibilità di soggetti – forse un po’ esaltati – ad anche solo imbastire un “contraddittorio”, visto anche quanto proposto, ossia il normale, civile e razionale dialogo scientifico ed intellettuale, all’interno del diritto sancito dall’art. 21 Cost. , nonché all’interno di una mission condivisa a fornire una informazione “vera” pluralista, autentica, fatta di cose vere, verificabili e che non teme MAI il contraddittorio o la critica.

L’unico vero rammarico – come suggeriva il collega coinvolto – è riscontrare che «Comunque sta venendo su una generazione di medici peggiore di quelle precedenti, sono tutti giovani tra i 30 e i 45, alcuni addirittura specializzandi, incattiviti a livelli vergognosi. Qualcosa è andato molto storto nella loro formazione … Non so se noti lo stesso».

Personalmente sul tema ero rimasto al «Tutto all’insegna del Tecnico Sanitario di Radiologia Medica», che molti anni fa proferì un primario radiologo del Sud che riteneva che la propria figlia specializzanda non doveva “frequentare” un giovane TSRM … ma lì gravava un forte e consolidato lascito sociale di pregiudizio di stampo provincial-popolare che in qualche modo “giustificava” il barone patriarca ed autoritario …

Qui oggi sembra proprio si stia oltrepassando ogni limite … anche considerando che sarebbe auspicabile un approccio top-down al caro “buon esempio” … viene quindi davvero da domandarsi cosa non stia funzionando nella preparazione di questi giovani medici che spesso sono forse visti sotto occhi troppo benevoli.

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[1] https://www.assocarenews.it/home/rischio-radiologico-scienza-e-giurisprudenza

https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=108292

[2] https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=79570

[3] http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato3753889.pdf

Dott. Calogero Spada
Dott. Calogero Spada
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (Bari, 1992), perfezionato in Neuroradiologia (Bari, 2001), Laureato Magistrale (Pavia, 2015), Master II liv. in Direzione e Management (Casamassima – BA, 2017) e di I liv. in Coordinamento (Castellanza – VA, 2011); dal 2017 guest blogger e web writer in sanità.
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