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Concorso Infermieri 118 Foggia: arriva lo stop da politica e sindacati

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E' polemica a Foggia per il Concorso Infermieri a tempo Deteminato ideato da SanitàService: riscopre il mansionario?

L’avviso pubblico per 40 infermieri da assumere in Sanitaservice sta facendo discutere. Alcuni sindacati, in via preventiva (l’avviso non è stato ancora pubblicato), hanno sottolineato la “strana procedura per l’assunzione di personale con contratto privato, Aiop, facendo riferimento ad un ‘mansionario di Infermiere’, abrogato dalla legge del 26 febbraio 1999, n. 42 ‘Disposizioni in materia di professioni sanitarie’”.

Oggetto delle accuse, la presunta “scorciatoia privata alla graduatoria pubblica regionale”. Domani, a Foggia, ci sarà un incontro propedeutico con i sindacati e l’amministratore unico della società in house dell’Asl di Foggia, Massimo Russo. È proprio il docente a spiegare le ragioni della scelta fatta per garantire il servizio sulle 27 postazioni 118 gestite dalla srl.

“Per 7 anni gli infermieri hanno lavorato con la partita iva attraverso chiamate dirette – ha spiegato a l’Immediato -, nessuno ha gridato allo scandalo per una procedura consolidata e certamente illegale. Ora stiamo provando a riportare tutto nell’alveo della norma, pubblicando un avviso pubblico che solo nella misura del 50 per cento considererà l’esperienza tra i requisiti da tenere in considerazione per la selezione. Per di più, non ci siamo limitati ai soli titoli – previsione che può essere considerata in questi casi -, ma abbiamo inserito prove di selezione teoriche e pratiche. Questo a dimostrazione della trasparenza che stiamo adottando nelle nuove procedure”.

Secondo Russo, infatti, la Regione Puglia dovrebbe chiarire la posizione della controversa figura dell’infermiere nell’affidamento degli appalti: “Al momento – chiosa -, ad esclusione dei medici, possono essere considerati nel servizio ‘trasporto dei malati e dei feriti’ le ambulanze, gli autisti e i soccorritori. Mentre non si fa cenno agli infermieri. Alcune Regioni, come la Campania, hanno inserito anche questi ultimi. In Puglia questo aspetto non è stato chiarito. Tuttavia, in qualità di amministratore, ho l’esigenza di dare una risposta al fabbisogno di 125 professionisti da inserire nelle postazioni. Al momento, ci sono già 85 infermieri assunti a tempo indeterminato, a questi bisognerà aggiungerne altri 40. L’alternativa, se la Regione Puglia dovesse propendere per l’impossibilità di appaltare questa figura professionale, è la mobilità per il personale già in servizio. Su questo, abbiamo già relazionato. A quel punto, l’Asl dovrebbe fornire la dotazione necessaria. Ma finché non ci sono regole chiare su questo, dobbiamo procedere con contratti privati garantendo comunque le norme sulla trasparenza del pubblico”.

Lo scenario è piuttosto confuso ed eterogeneo, se si pensa che nelle restanti postazioni gestite da associazioni gli infermieri sono “volontari”.

All’orizzonte, in ogni caso, si palesa un pesante stop di Bari. “Le fughe in avanti di alcuni sono davvero irritanti – dice a l’Immediato il direttore del dipartimento Salute, Giancarlo Ruscitti -, l’amministratore unico prima di partire con qualsiasi avviso pubblico dovrebbe parlare con il socio unico, l’Asl. Non può far riferimento direttamente alla Regione Puglia. In ogni caso, stiamo attendendo la decisione del ministero sullo sblocco del turnover, atteso per la fine del mese, provvedimento che darà il via alle procedure di assunzione per tutte le aziende. È nostro interesse farle partire, ma siamo in una fase delicata, per questo non possiamo assistere ad atteggiamenti del genere. Ho chiesto al direttore generale dell’Asl di Foggia, Vito Piazzolla, di ritirare in autotutela l’avviso pubblico in questione. In linea generale – conclude – ho già inviato una nota a tutti i dg pugliesi e ai sindacati sullo stato dell’arte, informandoli delle procedure che dovranno essere messe in campo dopo Pasqua. Ci sono già delle graduatorie dalle quali attingere, ci sono dei vincitori di concorso che attendono una risposta ed alcune procedure di stabilizzazione alle quali far fronte. Per questo, chi ha deciso di procedere autonomamente ha fatto un grande errore: doveva star fermo in attesa dell’evolversi della situazione”.

Fonte: L’Immediato – Servizio di Michela Iula

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