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Assistenza Infermieristica al Paziente durante raccolta di Campioni Microbiologici con Tampone.

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L’Assistenza Infermieristica è sempre fondamentale durante la raccolta di campioni microbiologici tramite Tampone. Ecco quali sono il ruolo e la responsabilità del Professionista.

L’Assistenza e la Responsabilità Infermieristica nella gestione del Paziente sottoposto a Raccolta di campioni microbiologici attraverso l’utilizzo di Tamponi sono sempre più specialistiche e fondamentali.

Vi sono tantissime tipologie di esami diagnostici da eseguire sul Paziente per ricercare agenti patogeni esterni o patologie. Tra gli altri vi è la Raccolta di campioni microbiologici mediante Tampone. Essa è utile e necessaria per verificare la presenza di carica batterica in specifici punti dell’organismo (ovvero una lesione cutanea, una ferita, il cavo oro-rino-faringo-tracheale, il
retto, l’orbita oculare e via discorrendo. Infermiere, Infermiere Pediatrico e Medico devono saper eseguire correttamente la procedura, onde evitare errori e garantire il buon esito dell’indagine diagnostica.

La Raccolta di Campioni Microbiologici tramite tampone è un valido strumento per definire la corretta diagnosi e proseguire successivamente, su indicazione del Medico, ad una giusta e specifica eventuale cura antibiotica (scongiurando così l’assunzione inopportuna di farmaci che spesso porta alla cosiddetta antibiotico-resistenza).

In questo servizio andremo a parlare di procedure mediante l’utilizzo di:

  • Tampone oro-faringeo;
  • Tampone nasale;
  • Tampone oculare;
  • Tampone rettale;
  • Tampone ferite cutanee.

Il ruolo dell’Infermiere (ma anche dell’Infermiere Pediatrico e del Medico).

In questo articolo andremo ad analizzare nello specifico il ruolo del Professionista Infermiere nella gestione del Paziente durante la Raccolta di campioni microbiologici mediante Tampone.

Come recita il suo Profilo Professionale l’Infermiere è responsabile dell’assistenza generale infermieristica, che è di natura tecnica, relazionale ed educativa. Come deve comportarsi, ad esempio, in presenza di un Paziente sottoposto a questo tipo di indagine?

Sicuramente deve educarlo e informarlo rispetto alla procedura; poi deve saper eseguire la raccolta in modo corretto e prevenire eventuali complicanze o sofisticazioni dei campioni, che potrebbero dare il via a terapie e a scelte cliniche errate.

La procedura standard.

La Procedura standard di raccolta dei campioni è suddivisibile in:

  • Tampone oro-faringeo.

Nella fase preparatoria il Professionista Infermiere, dopo aver informato il Paziente sulla procedura da eseguire e sulle norme di comportamento da tenere si preoccupa di:

  1. effettuare accurata igiene delle mani;
  2. reperire il giusto Tampone (sterile);
  3. garantire la privacy del paziente;
  4. identificare il paziente;
  5. registrare i suoi dati (nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita);
  6. informare il Paziente, con parole chiare e adatte al livello di scolarizzazione dell’interessato, relativamente alle fasi e all’utilità della manovra che si sta per eseguire affinché egli comprenda pienamente ciò che verrà effettuato e aumenti la sua collaborazione;
  7. chiedere al Paziente di presentarsi possibilmente a digiuno (importante è che non abbia lavato i denti e non abbia usato colluttori orali);
  8. informare il paziente su possibili complicanze della procedura (ad esempio conati di vomito durante l’esecuzione della manovra);
  9. preparare il materiale occorrente.

Nella fase esecutiva il Professionista Infermiere deve:

  1. effettuare accurata igiene delle mani;
  2. verificare la presenza di tutti i materiali occorrenti per la procedura (ricordarsi sempre di un abbassalingua, che può essere molto utile, di tamponi di riserva e delle etichette prestampate ed indicanti i dati dell’Assistito e la tipologia d’esame);
  3. indossare DPI e protezioni (guanti monouso, mascherina chirurgica, occhiali di protezione o visiera);
  4. invitare il Paziente ad inclinare la testa all’indietro, ad aprire bene il cavo orale e a pronunciare la lettera “A” in maniera prolungata (questo riduce anche eventuali conati di vomito);
  5. estrarre il tampone dalla custodia, avendo cura di non contaminarlo in alcun modo (in caso contrario utilizzare altro tampone sterile);
    6. inserire il tampone dietro l’ugola e tra i pilastri tonsillari, evitando il contatto con altre zone dell’interno della bocca (per evitare contaminazioni improprie);
    7. sfregare il tampone soprattutto nelle zone con segno di flogosi;
    8. evitare contaminazioni con la saliva, che inficerebbe l’intera procedura.

Nella fase conclusiva il Professionista Infermiere deve:

  1. inserisce con cautela il tampone nel terreno di trasporto;
  2. etichettare il tampone, inserendolo nell’apposito sacchetto di trasporto (che deve riportale la dicitura di pericolo per trasporto di materiale microbiologico);
  3. attivare le procedure di invio al laboratorio di microbiologia;
  4. smaltire correttamente i rifiuti;
  5. ripristinare il materiale non utilizzato;
  6. decontaminare materiale non monouso e inviarlo eventualmente alla centrale di sterilizzazione (secondo la procedura e le tempistiche aziendali);
  7. registrare in cartella clinico-infermieristica l’avvenuta esecuzione dell’indagine.
  • Tampone nasale.

Nella fase preparatoria il Professionista Infermiere, dopo aver informato il Paziente sulla procedura da eseguire e sulle norme di comportamento da tenere si preoccupa di:

  1. effettuare accurata igiene delle mani;
  2. reperire il giusto Tampone (sterile);
  3. garantire la privacy del paziente;
  4. identificare il paziente;
  5. registrare i suoi dati (nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita);
  6. informare il Paziente, con parole chiare e adatte al livello di scolarizzazione dell’interessato, relativamente alle fasi e all’utilità della manovra che si sta per eseguire affinché egli comprenda pienamente ciò che verrà effettuato e aumenti la sua collaborazione;
  7. informare il paziente su possibili complicanze della procedura (ad esempio epistassi);
  8. preparare il materiale occorrente.

Nella fase esecutiva il Professionista Infermiere deve:

  1. effettuare accurata igiene delle mani;
  2. verificare la presenza di tutti i materiali occorrenti per la procedura (ricordarsi sempre di munirsi di tamponi di riserva e delle etichette prestampate ed indicanti i dati dell’Assistito e la tipologia d’esame);
  3. indossare DPI e protezioni (guanti monouso, mascherina chirurgica, occhiali di protezione o visiera);
  4. invitare il Paziente ad inclinare la testa all’indietro e ad avvisare il Professionista Sanitario sulla presenza di dolore o fastigi di qualsiasi tipo che potrebbero compromettere il buon esito della procedura;
  5. estrarre il tampone dalla custodia, avendo cura di non contaminarlo in alcun modo (in caso contrario utilizzare altro tampone sterile);
    6. inserire il tampone in una narice e poi nell’altra;
    7. sfregare il tampone soprattutto nelle zone con segno di flogosi;
    8. evitare contaminazioni di qualsiasi tipo.

Nella fase conclusiva il Professionista Infermiere deve:

  1. inserisce con cautela il tampone nel terreno di trasporto;
  2. etichettare il tampone, inserendolo nell’apposito sacchetto di trasporto (che deve riportale la dicitura di pericolo per trasporto di materiale microbiologico);
  3. attivare le procedure di invio al laboratorio di microbiologia;
  4. smaltire correttamente i rifiuti;
  5. ripristinare il materiale non utilizzato;
  6. decontaminare materiale non monouso e inviarlo eventualmente alla centrale di sterilizzazione (secondo la procedura e le tempistiche aziendali);
  7. registrare in cartella clinico-infermieristica l’avvenuta esecuzione dell’indagine.
  • Tampone oculare.

Nella fase preparatoria il Professionista Infermiere, dopo aver informato il Paziente sulla procedura da eseguire e sulle norme di comportamento da tenere si preoccupa di:

  1. effettuare accurata igiene delle mani;
  2. reperire i giusti Tamponi (sterili);
  3. garantire la privacy del paziente;
  4. identificare il paziente;
  5. registrare i suoi dati (nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita);
  6. informare il Paziente, con parole chiare e adatte al livello di scolarizzazione dell’interessato, relativamente alle fasi e all’utilità della manovra che si sta per eseguire affinché egli comprenda pienamente ciò che verrà effettuato e aumenti la sua collaborazione;
  7. informare il paziente su possibili complicanze della procedura (ad esempio lacrimazione profusa);
  8. preparare il materiale occorrente.

Nella fase esecutiva il Professionista Infermiere deve:

  1. effettuare accurata igiene delle mani;
  2. verificare la presenza di tutti i materiali occorrenti per la procedura (ricordarsi sempre di munirsi di tamponi di riserva e delle etichette prestampate ed indicanti i dati dell’Assistito e la tipologia d’esame);
  3. indossare DPI e protezioni (guanti monouso, mascherina chirurgica, occhiali di protezione o visiera);
  4. invitare il Paziente ad inclinare la testa all’indietro e ad avvisare il Professionista Sanitario sulla presenza di dolore o fastigi di qualsiasi tipo che potrebbero compromettere il buon esito della procedura;
  5. estrarre il tampone dalla custodia, avendo cura di non contaminarlo in alcun modo (in caso contrario utilizzare altro tampone sterile);
  6. divaricare lievemente la rima palpebrale, onde favorire la raccolta dei campioni;
    5. prelevare il materiale biologico del secreto congiuntivale, del sacco lacrimale o della rima palpebrale;
  7. riporre il tampone nella custodia con terreno di trasporto;
    6. ripetere la manovra sull’altro occhio con il tampone sterile secco;
  8. dopo aver raccolto il materiale, strisciare la superficie non sabbiata del vetrino e lascia asciugare all’aria;
    7. ripete le stesse manovre per l’altro occhio, ove richiesto, avendo cura di segnalare da quale
    occhio proviene ciascuna raccolta.

Nella fase conclusiva il Professionista Infermiere deve:

  1. scrivere sulla superficie sabbiata del vetrino i dati del paziente, il tipo e l’occhio di provenienza del materiale prelevato;
  2. etichettare e riporre il tampone con terreno di raccolta nell’apposito sacchetto di trasporto (che deve riportale la dicitura di pericolo per trasporto di materiale microbiologico);
  3. riporre il vetrino su un vassoio porta-vetrini;
  4. attivare le procedure di invio al laboratorio di microbiologia;
  5. smaltire correttamente i rifiuti;
  6. ripristinare il materiale non utilizzato;
  7. decontaminare materiale non monouso e inviarlo eventualmente alla centrale di sterilizzazione (secondo la procedura e le tempistiche aziendali);
  8. registrare in cartella clinico-infermieristica l’avvenuta esecuzione dell’indagine.
  • Tampone rettale.

Nella fase preparatoria il Professionista Infermiere, dopo aver informato il Paziente sulla procedura da eseguire e sulle norme di comportamento da tenere si preoccupa di:

  1. effettuare accurata igiene delle mani;
  2. reperire i giusti Tamponi (sterili);
  3. garantire la privacy del paziente;
  4. identificare il paziente;
  5. registrare i suoi dati (nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita);
  6. informare il Paziente, con parole chiare e adatte al livello di scolarizzazione dell’interessato, relativamente alle fasi e all’utilità della manovra che si sta per eseguire affinché egli comprenda pienamente ciò che verrà effettuato e aumenti la sua collaborazione;
  7. informare il paziente su possibili “fastidi” durante la procedura;
  8. preparare il materiale occorrente.

Nella fase esecutiva il Professionista Infermiere deve:

  1. effettuare accurata igiene delle mani;
  2. verificare la presenza di tutti i materiali occorrenti per la procedura (ricordarsi sempre di munirsi di tamponi di riserva e delle etichette prestampate ed indicanti i dati dell’Assistito e la tipologia d’esame);
  3. indossare DPI e protezioni (guanti monouso, mascherina chirurgica, occhiali di protezione o visiera);
  4. invitare il Paziente a posizionarsi disteso a letto sul fianco sinistro;
  5. estrarre il tampone dalla custodia, avendo cura di non contaminarlo in alcun modo (in caso contrario utilizzare altro tampone sterile);
  6. estrarre il tampone dalla confezione e inserirlo nel retto del paziente per circa 2 cm, effettuando un delicato movimento rotatorio;
  7. riporre il tampone nella custodia con terreno di trasporto.

Nella fase conclusiva il Professionista Infermiere deve:

  1. etichettare e riporre il tampone con terreno di raccolta nell’apposito sacchetto di trasporto (che deve riportale la dicitura di pericolo per trasporto di materiale microbiologico);
  2. riporre il vetrino su un vassoio porta-vetrini;
  3. attivare le procedure di invio al laboratorio di microbiologia;
  4. smaltire correttamente i rifiuti;
  5. ripristinare il materiale non utilizzato;
  6. decontaminare materiale non monouso e inviarlo eventualmente alla centrale di sterilizzazione (secondo la procedura e le tempistiche aziendali);
  7. registrare in cartella clinico-infermieristica l’avvenuta esecuzione dell’indagine.
  • Tampone ferite/lesioni.

Nella fase preparatoria il Professionista Infermiere, dopo aver informato il Paziente sulla procedura da eseguire e sulle norme di comportamento da tenere si preoccupa di:

  1. effettuare accurata igiene delle mani;
  2. reperire i giusti Tamponi (sterili);
  3. garantire la privacy del paziente;
  4. identificare il paziente;
  5. registrare i suoi dati (nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita);
  6. informare il Paziente, con parole chiare e adatte al livello di scolarizzazione dell’interessato, relativamente alle fasi e all’utilità della manovra che si sta per eseguire affinché egli comprenda pienamente ciò che verrà effettuato e aumenti la sua collaborazione;
  7. informare il paziente su possibili “fastidi” e sull’insorgenza di dolore durante la procedura;
  8. accertare la presenza di eventuali segni di infezione della ferita e nella cute perilesionale (flogosi, dolore, secrezioni purulente, trasudato, ecc.);
  9. accertare le condizioni generali del paziente, monitorando i principali parametri vitali (Temperatura Corporea, Pressione Arteriosa, Frequenza Cardiaca, Saturazione periferica);
  10. valutare il Dolore con opportuna Scala adatta alle condizioni di salute del Paziente;
  11. preparare il materiale occorrente per la manovra (guanti monouso, guanti sterili, soluzione fisiologica sterile, tamponi e provette per esame colturale).

L’infermiere, nella fase di <b>esecuzione dell’indagine</b>:
1. effettua l’igiene delle mani;
2. indossa i guanti puliti e rimuove la vecchia medicazione;
3. smaltisce la vecchia medicazione e i guanti nei rifiuti speciali;
4. esamina l’aspetto della ferita, annotando qualità, quantità, colore e odore del materiale
drenato;
5. irriga la ferita con soluzione fisiologica e ne tampona l’eccesso con garza sterile;
6. estrae il tampone per la coltura dalla provetta e lo ruota delicatamente sul tessuto di
granulazione, evitando i margini della ferita a l’eventuale zona necrotica;
7. ripone il tampone all’interno della provetta e rompe la fiala del mezzo di coltura localizzata
solitamente nel tappo o in fondo alla provetta.

Nella fase conclusiva il Professionista Infermiere deve:

  1. etichettare e riporre il tampone con terreno di raccolta nell’apposito sacchetto di trasporto (che deve riportale la dicitura di pericolo per trasporto di materiale microbiologico);
  2. riporre il vetrino su un vassoio porta-vetrini;
  3. attivare le procedure di invio al laboratorio di microbiologia;
  4. smaltire correttamente i rifiuti;
  5. ripristinare il materiale non utilizzato;
  6. decontaminare materiale non monouso e inviarlo eventualmente alla centrale di sterilizzazione (secondo la procedura e le tempistiche aziendali);
  7. registrare in cartella clinico-infermieristica l’avvenuta esecuzione dell’indagine.

La Responsabilità dell’Infermiere.

L’infermiere, secondo quanto sancito dal suo Profilo Professionale e dal suo Codice Deontologico, ma anche dalla Legge 42/99 che ne stabilisce l’autonomia rispetto ad altri Professionisti Sanitari, non è più un mero esecutore di mansioni, ma un essere pensante capace di riconoscere:

  • l’importanza e garantire la non contaminazione del campione prelevato;
  • le modalità di conservazione e trasporto dei campioni in base alla tipologia di test previsto;
  • le tempistiche entro le quali il campione deve pervenire in laboratorio per l’analisi in base al test in essere;
  • le tempistiche di sospensione della terapia antibiotica prima di effettuare particolari prelievi e indagini diagnostiche.

Leggi anche:

Prelievo materiali biologici: la procedura.

Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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