Bimbo disabile di nove anni costretto a saltare la scuola per assenza di Infermieri. La denuncia del suo legale: “è una vergogna di Stato”. Non può essere gestito da un OSS.
Lo chiameremo Alfredo (per proteggere la sua identità), ha 9 anni, è disabile e frequenta la terza elementare. A lui piace da morire andare a scuola, ma non può farlo perché manca l’Infermiere scolastico. Per la sua fragilità e le sue problematiche di salute non può essere gestito da un Operatore Socio Sanitario.
Il bimbo è nato prematuro a ventotto settimane, è paraplegico, non vedente ed è affetto da mutismo. Si nutre mediante una PEG che può essere gestita solo da personale infermieristico.
Sua mamma, sostenuta dall’avvocato Laura Andrao, esperta in diritto delle disabilità, è da tempo sul piede di guerra ed ha chiesto alla scuola di affiancargli un Infermiere dedicato. Ciò soprattutto per alimentarlo e somministrargli farmaci durante le lezioni.
L’Infermiere, però, non c’è o lo Stato glielo nega. Ecco perché questa mamma ha lanciato un appello al Governo di Giorgia Meloni: “il diritto allo studio di mio figlio dev’essere rispettato”.
Alfredo per ora è costretto a rimanere a casa impotente. Dall’altra parte vi sono Regione, Comune, Servizi sociali e sanitari territoriali che si rimbalzano la palla a dimostrazione che l’inefficienza dello Stato nei confronti dei più fragili spesso non ha limiti.
Finora si erano occupati del ragazzo l’insegnante di sostegno e l’assistente educativa, ma nessuno di loro può gestire la PEG, nemmeno gli insegnanti.
Tempo fa parlammo di un caso simile, quello di Gaia, che nel frattempo si è risolto dopo una serie innumerevole di polemiche si sua nonna su media.
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