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Infermieri Case Manager: lanciata la sfida alla cronicità.

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Infermieri Case Manager: lanciata la sfida alla cronicità. Le sfide dell’AICM a favore di una assistenza infermieristica più specialistica e mirata al paziente che soffre.

Si è rinnovato nei giorni scorsi a Pesaro nelle Marche il consiglio direttivo dell’Associazione Italiana Case Manager. Ecco le linee di mandato per il quadriennio 2019-2023 e gli obiettivi principali per il 2020. Gli Infermieri in prima linea nella sfida alla cronicità tra benerfici, strategie, aspettative e incertezze. Ecco cosa è emerso al termine del congresso nazione AICM.

Il Case Management nella sfida alla cronicità: benefici, strategie, aspettative e incertezze.

Servizio a cura del Direttivo AICM (*)

Il programma dell’ultimo congresso nazionale: LINK

Si è concluso il XII Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Case Manager a Pesaro, due giorni di relazioni stimolanti e relatori di grande spessore intellettuale, Gianluca Favero, Angela Basile, Loredana Gamberoni impegnati professionalmente in diversi ambiti disciplinari: dalla filosofia, alla letteratura, all’etica e bioetica, alla formazione e ricerca sanitaria (presente in video conferenza il Presidente di GIMBE Nino Cartabellotta), “terreni di coltura” di quel sapere pratico ed esperienziale che vede protagonisti gli infermieri all’interno di modelli organizzativi moderni quali il Case e il Care Management. Due giorni in cui sono state ospitate le “esperienze pratiche” di Infermiere e Infermieri con ruoli differenti all’interno delle rispettive Aziende dal Nord al Sud, impegnati sul campo; quelli che hanno avuto il coraggio (parola risuonata nei lavori congressuali nella sua significazione profonda: agire con il cuore) di cambiare le regole del gioco e operare il SORPASSO verso modelli organizzativi moderni.

Modelli che sempre più stanno emergendo nella Sanità Italiana che con il Piano Nazionale della Cronicità (2016-18) ha inteso promuovere un’evoluzione verso la cosiddetta “Value Based Medicine”, vale a dire verso una medicina efficace ma sostenibile, sia in termini economici (in grado di conciliare l’aumento dei costi associato all’innovazione con la necessità delle cure), sia in termini di valori individuali e sociali, in grado di conciliare le linee guida EBM con gli effettivi bisogni/valori del paziente e della comunità in cui vive.

E a tal proposito, in Italia, in diversi contesti regionali, sono stati attivati percorsi personalizzati, standardizzati in termini di costi e differenziati in rapporto al grado di complessità del singolo paziente e ai suoi specifici bisogni, anche in termini di comorbilità, indirizzando i casi più complessi (cronicità ad elevata complessità) verso programmi che contemplano un follow up più intensivo e quelli meno complessi verso una gestione prevalente da parte del livello delle cure primarie.

L’Associazione Italiana Case Manager è infatti impegnata da qualche anno sul territorio nazionale, a rispondere alle necessità formative sempre più crescenti soprattutto nel servizio di sanità pubblica, per avviare l’istituzione del modello organizzativo del case management per la presa in carico del paziente cronico e fragile.

Tuttavia e l’Associazione ne fa un punto fermo, la conditio sine qua non per acquisire competenze distintive al professionista case manager, allo scopo di accompagnare il paziente in tutto il percorso di malattia, in maniera efficace ed efficiente, è il conseguimento del Master Universitario in Case Management Infermieristico, una delle 9 aree specifiche predisposte dal MIUR (Ministero della Salute e il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca MIUR) per I master di primo e secondo livello che saranno utili al conseguimento dell’incarico professionale di specialista nel Servizio Sanitario Nazionale secondo quanto disposto dalla L.43/2006 e dall’art. 16 comma 7 del CCNL 2016-2018 (“il requisito per il conferimento dell’incarico di professionista specialista è il possesso del master specialistico di primo livello di cui all’art 6 della Legge n. 43/06 secondo gli ordinamenti didattici universitari definiti dal Ministero della Salute e il Ministero dell’Università, su proposta dell’Osservatorio nazionale per le professioni sanitarie, ricostituito presso il MIUR con il decreto interministeriale 10 marzo 2016 e sentite le regioni”).

È già da alcuni anni, negli intenti di AICM, rafforzare i legami con il mondo accademico per una collaborazione e integrazione di saperi ed esperienze.

Al termine della prima giornata è stato riservato uno spazio alla presentazione di un progetto nell’Ospedale Riabilitativo – Regione Veneto a cura di Chiara Colledan portavoce del Gruppo di lavoro:

ORGANIZZAZIONE DI UN AMBULATORIO INFERMIERISTICO SULLA FIBRILLAZIONE ATRIALE E CONTROLLO DELLA TERAPIA ANTICOAGULANTE DIRETTA.

Autori: Colledan C., Bertoldo I., Chilò M., Golietto A., Magoga J., Moldolo M., Nowak A., Signorato V., Tomasi J., Foltran I., Sponchiado M., Visintin E., Tonon M..

(Servizio di Cardiologia dell’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione S.p.A. – Motta di Livenza Treviso)

Il lavoro è nato dalla consapevolezza di avere, in quella realtà operativa, una disomogeneità dei percorsi che caratterizzano l’accesso alle cure del paziente candidato al trattamento con i DOAC (Direct Oral Anti Coagulants) e loro successivi follow-up. Pertanto, fatto salvo che la terapia anticoagulante orale costituisce il trattamento di elezione nella prevenzione primaria e secondaria dell’ictus in pazienti con fibrillazione atriale (FA), si è ritenuto fosse necessario creare un ambulatorio divisionale dedicato alla diagnosi e trattamento delle FA anche per ottemperare alle indicazioni di DGR regionali che delineano il percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA).

Il progetto, unico lavoro pervenuto nella sessione poster, è stato premiato con l’iscrizione a socio AICM per l’anno 2020 per tutti gli autori.

I lavori della seconda giornata congressuale, hanno evidenziato la possibilità di avviare percorsi per sviluppare programmi di assistenza centrati sul paziente, nel qui ed ora, che tengano conto non solo della condizione clinica ma anche dei BISOGNI PSICOSOCIALI in una logica pro-attiva (‘Managed Care’).

Le esperienze presentate, da Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Puglia, tutte orientate a favorire nel paziente e nei famigliari “l’empowerment” con lo sviluppo dell’ability to cope e delle abilità di auto-cura, intese come assunzione di responsabilità verso la propria salute.

Come? Sostenendo le attività di formazione e informazione dei pazienti e delle loro famiglie anche valorizzando il ruolo delle Associazioni di tutela dei malati cronici; promuovendo l’educazione terapeutica che coinvolga il paziente e il/i Caregiver.

Ogni relatore attraverso il percorso attivato nella propria azienda sanitaria, ha puntalizzato sulla necessità imperante di intraprendere iniziative di ricerca e intervento, fondate su strategie validate, sulla valutazione degli esiti sensibili e sullo sviluppo di competenze degli operatori sanitari e delle comunità.

AICM 2019-2023.

Come si evince dal titolo di questo articolo, l’evento di Pesaro ha coinciso con la fine di un quadriennio per AICM, e nella prima giornata, a seguire l’Assemblea dei Soci, si è proceduto al rinnovo del Consiglio Direttivo; i sette professionisti case manager candidati sono stati eletti per acclamazione da parte dei soci presenti.

Già a Pesaro l’Associazione con i consiglieri rieletti per il secondo mandato consecutivo, ha portato a conoscenza dei partecipanti, l’intento “ambizioso ma non impossibile” di coinvolgere i soci, ognuno con propri saperi e competenze, in un grande lavoro di collaborazione fattiva sia verso l’obiettivo principale che riguarda la “contestualizzazione” degli standard europei e internazionali del Case Managenment e del Case Manager, sia per promuovere, sostenere, incorraggiare il cambiamento di prospettiva verso il Case Management, dimostrando con un lavoro continuo di valutazione sugli esiti sensibili di salute, il valore che questo modello può avere per tutti: valore intrinseco per le Aziende Sanitarie che devono far conciliare “qualità e prezzo”; valore estrinseco per tutti i portatori di interesse (dal produttore al … consumatore) finalizzato a proporre soluzioni personalizzate sui bisogni di cura e salute.

L’Associazione, già da un paio di anni, si sta impegnando a rispondere al bisogno prioritario rappresentato dalla contestualizzazione degli standards europei e internazionali. Il cantiere è già stato aperto dal Direttivo, partendo dalla traduzione in italiano dell’esistente e mettendo nero su bianco una bozza di palinsesto di avvio ai lavori. Lavori per i quali l’AICM, intende avvalersi del contributo di esperti noti in Italia che si sta preparando a invitare, alcuni fra nomi noti delle Scienze Infermieristiche hanno già garantito l’impegno.
Ma non finisce qui, perchè AICM ha ben chiara la necessità nel contesto storico attuale di “costruire” nuovo sapere e competenze attraverso il “valore aggiunto” dei professionisti di vari settori coinvolti, dei pazienti, delle famiglie, della cittadinanza.

È doveroso ricordare a tal proposito lo straordinario document “IL PATTO INFERMIERE CITTADINO del 12 Maggio 1996”: Io infermiere mi impegno nei tuoi confronti a: PRESENTARMI al nostro primo incontro, spiegarti chi sono e cosa posso fare per te…

Ogni rigo scritto del Patto risponde alle qualità, competenze, funzioni che deve possedere un Case Manager, un referente ultimo del percorso di cura, un professionista che agisce all’interno della relazione di cura in una prospettiva di “ADVOCACY” nel senso di “avere in mente la persona assistita, avere in mente l’impegno assunto con essa”.
Questo è lo spirito che guiderà la nostra formazione e tutti gli infermieri che ci crederanno, in questo quadriennio che ha già la sua squadra, quella definite nel primo Direttivo riunitosi a Bologna una settimana dopo il Congresso:

CONSIGLIO DIRETTIVO QUADRIENNIO 2019/2023

  • Presidente
    Bui Virna Policlinico di Sant’Orsola Bologna
  • Vice Presidente
    Moro Cesare G. ASST Bergamo Ovest di Treviglio
  • Segretario
    Forchini Lisa ASST Bergamo Est di Seriate
  • Tesoriere
    Eugenia Pellegrino IRCCS Policlinico San Matteo Pavia
  • Consiglieri
    • Tanzi Annamaria ASST di Pavia
    • De Toni Manuela AULSS 6 Euganea, Distretto Alta Padovana, sede di Camposampiero (PD)
    • Mattei Monica Policlinico di Sant’Orsola Bologna

E PER IL 2020?

XIII CONGRESSO NAZIONALE a MODENA Ottobre 2020

III Meeting di Primavera, una località del Lago di Garda, data 28 Marzo da confermare : quest’anno il filo conduttore saranno le neuroscienze e AICM ha pensato per l’organizzazione di questo evento, di far nascere le prime collaborazioni con chi già, nell’infermieristica, si occupa sul territorio nazionale da anni di neuroscienze e magari coltivare altre partnership in divenire.
CONVEGNO SUI MODELLI DI PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE PSICHIATRICO GRAVE, sede da definire e 3 Aprile data da confermare: l’idea è quella di creare un momento formativo e di confronto fra le esperienze di diverse realtà regionali a Nord, al Centro e al Sud.

NEWS LETTER: una novità per l’Associazione, il N° 0/2019 è stato pubblicato nel mese di Luglio, prosegue nell’anno in corso con il N°1 Speciale Congresso e l’obiettivo è quello di poter “uscire” mensilmente ma … abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Nel N°2 di Natale con gli auguri non mancherà la lettera di invito ai soci a collaborare.

(*) Autori:

  1. Bui Virna – Policlinico Infermiera Case Manager Servizio di Cardiologia Policlinico di Sant’Orsola Bologna
  2. Moro Cesare G. – ASST Coordinatore Infermieristico Case Manager Psichiatria DSMD ASST Bergamo Ovest di Treviglio
  3. Forchini Lisa – Infermiera Case Manager Brest Unit ASST Bergamo Est di Seriate
  4. Eugenia Pellegrino – Coordinatore Infermieristico Chirurgia Bariatrica IRCCS Policlinico San Matteo Pavia
  5. Tanzi Annamaria – Infermiera Case Manager Psichiatria DSMD ASST di Pavia
  6. De Toni Manuela – Infermiera Case Manager Nucleo Continuità Cure AULSS 6 Euganea, Distretto Alta Padovana, sede Camposampiero (PD)
  7. Mattei Monica – Infermiera Case Manager Ambulatorio Angiologia Policlinico di Sant’Orsola Bologna

Nella foto di gruppo manca una neo consigliera Monica Mattei che non ha potuto essere presente a Pesaro. Da sinistra a destra: Moro, Forchini, De Toni, Bui, Tanzi, Pellegrino.

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