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Assegno Unico Figli a carico. Anche per Infermieri, OSS e Professioni Sanitarie enormi ritardi. L’INPS si giustifica.

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Si continua a protestare per l’Assegno Unico per figli a carico. Anche per Infermieri, OSS e Professioni Sanitarie enormi ritardi. L’INPS si giustifica e invia i conguagli.

Sono diverse le famiglie italiane che non hanno conseguito l’Assegno Unico per i figli a carico. L’INPS dice di non preoccuparsi perché verrà tutto liquidato e con gli assegni anche i relativi conguagli. Nei “guai” molti Infermieri, Infermieri Pediatrici, Ostetriche, OSS, Fisioterapisti e altri Professioni Sanitari con famiglia, che da tempo chiedono lumi all’Istituto pensionistico.

Normalmente l’accreditamento dell’Assegno per i figli sul conto corrente dei genitori che ne hanno fatto richiesta si ha intorno a metà del mese corrente (ma non vi è una vera e propria data come per lo stipendio). In questo caso, tuttavia, l’INPS ha creato non poche difficoltà.

Ce lo spiega meglio Massimo Calvi su L’Avvenire. L’istituto di previdenza non ha nascosto le difficoltà, spiegando che il problema è dovuto ai conguagli che stanno rallentando il lavoro. Molti di questi sono già stati effettuati regolarmente, purtroppo non tutte le pratiche sono state evase in tempo.

Gli importi dell’Assegno unico sono infatti determinati sulla base delle dichiarazioni Isee. Le famiglie hanno tempo fino al 30 giugno per presentare domanda per il nuovo anno relativo al beneficio, che decorre da marzo, e fino a quella data l’importo dell’Assegno corrisponde alla quota minima. Dopo l’accettazione della domanda, l’Inps provvede ai conguagli pagando la differenza rispetto a quanto effettivamente dovuto. L’avvicinarsi della scadenza di giugno ha dunque creato una specie di ingorgo.

«Alla luce delle numerose segnalazioni di ritardo nei pagamenti dell’assegno unico per il mese di maggio, che ci stanno arrivando dalle famiglie di tutta Italia, chiediamo più rispetto per le famiglie – ha dichiarato Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari -. Se è vero, come ha giustificato l’Inps, che la causa è nei conguagli che stanno rallentando l’accredito delle somme spettanti, perché le verifiche non sono state fatte per tempo?».

«Fermo restando che l’Assegno unico dovrebbe essere la misura che riconosce valore e supporto ai figli a prescindere dal reddito – ha aggiunto Bordignon – è innegabile che per molte famiglie è anche un modo per sostenere il costo del caro vita che interessa anche i beni primari e quelli per la prima infanzia. Pertanto, la puntualità per il versamento dell’assegno unico, come peraltro avviene normalmente per le pensioni, è vitale, in molti casi, per arrivare a fine mese senza avere l’acqua alla gola».

Uno dei problemi è sicuramente dovuto al fatto che le famiglie devono presentare ogni anno la dichiarazione Isee per ottenere l’importo spettante. Chi non lo fa ottiene la quota minima, attualmente pari a 54,1 euro.

«A tal proposito, abbiamo più volte segnalato come l’attuale Isee sia un freno notevole all’accesso e uno strumento inappropriato per la determinazione dell’assegno. Troppe le famiglie che non fanno ancora richiesta, troppe quelle che si accontentano della misura minima per non doversi invischiare nella farraginosità dello strumento Isee – ha detto ancora Bordignon -. Lavoriamo dunque insieme in vista della riforma dell’Isee, e anche per una riforma fiscale che tenga finalmente conto della numerosità dei componenti del nucleo familiare, non solo per ridare potere di acquisto alle famiglie, ma anche per mettere le famiglie italiane nella condizione di essere motore per tutto il Paese».

Le precisazioni dell’INPS.

L’Inps a seguito delle osservazioni delle famiglie ha informato che sono in corso i pagamenti per il mese di maggio, comprensivi di importi a titolo di conguaglio finale. Le somme spettanti a titolo di Assegno unico sono state integrate con importi che, nella maggior parte dei casi, evidenziano un credito in favore delle famiglie dovuto, a seconda dei casi, all’adeguamento dell’ISEE, al riconoscimento del “premio alla nascita” (settima e ottava mensilità di gravidanza) e alla presenza di persone con disabilità, alle quali spettano importi maggiorati già da marzo 2022.

L’operazione di ricalcolo delle rate – precisa l’Inps – ha interessato oltre 512.000 famiglie e complessivamente ha determinato un’erogazione aggiuntiva di circa 140 milioni di euro, con un credito medio per famiglia pari a circa 272 euro. Le ipotesi di recupero di importi erogati in misura superiore a quanto spettante sono più limitate e riguardano circa 378.000 famiglie, con un ammontare complessivo di recuperi pari a 15 milioni di euro.

In questi casi, l’importo medio della somma da restituire ammonta a circa 41 euro e sarà rateizzata in più tranche, il cui importo non sarà comunque superiore al quinto del debito totale.

Le famiglie riceveranno, assicura infine l’Inps, un sms e un messaggio e-mail con tutte le informazioni e potranno approfondire le modalità di calcolo rivolgendosi al Contact Center oppure alle Sedi dell’Istituto.

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