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venerdì, Marzo 29, 2024
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Alessandro, OSS: “Serve chiarezza, voi infermieri potete fare la differenza”.

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Ci scrive Alessandro Diamante, Operatore Socio Sanitario: “Serve chiarezza, voi infermieri potete fare la differenza”.

Salve Direttore, scrivo in risposta a Massimiliano Gentili, Infermiere.

Gentile dottore,

la ringrazio per i suoi precedenti interventi, pacati nei modi e corretti sotto il profilo normativo e giuridico.

Io sono un semplice “OSS” e sebbene la mia formazione sia di tipo universitario (ho una laurea triennale in psicologia) ho scelto di ampliare il mio bagaglio formativo conseguendo questo titolo.

Mi creda, non solo il personale infermieristico soffre di questo inquadramento poco chiaro e farraginoso delle funzioni, e delle mansioni, delle responsabilità e dei profili professionali. Il fatto di lasciare, tacitamente, una discrezionalità nell’applicazioni di tali norme alle singole U.O pubbliche o alle strutture private è sconfortante e in parte motiva (ma non giustifica) la sottaciuta invidia sociale, o perlomeno la marcelata rivalità , tra OTA, OSS e infermieri.

Qualunque sia l’iter formativo o esperienziale di provenienza, credo che di base ci sia un genuino interesse per la persona e il suo benessere e, tranne sparuti casi, se ci si orienta per un determinato lavoro non lo si faccia per puro interesse economico.

Comprendo benissimo ciò che lamenta nei suoi interventi e accolgo con lei l’invito a non farci la guerra tra poveri. Mi distanzio dalla spocchia con cui alcuni OSS lamentano il comportamento di determinati infermieri (anche se io stesso ho espresso disappunto per l’intervento pubblicato dall’infermiera Eva, non tanto per i contenuti quanto per i modi).

Il punto chiave è che noi operatori socio sanitari, de facto, abbiamo pochissima autonomia decisionale (per lo meno sotto il profilo dell’inquadramento giuridico sanitario) e non abbiamo un collegio o un albo professionale di riferimento.

Anche la disparità di trattamento economico per il quale la professione di infermiere è decisamente mal pagata rispetto a quella di operatore socio sanitario è da discutere ed è un problema serio. Idem in merito ad alcune mansioni specifiche dell’OSS che, se effettuate da un infermiere, porterebbe ad un demansionamento e, viceversa, ad alcune mansioni specifiche del personale infermieristico che, se effettuate da un OSS, porterebbe all’abuso di professione o, in alcuni casi specifici, ad un automatico avanzamento di grado.

In tutta questa intricata faccenda, credo che una voce come la sua possa fare la differenza perché, per quanto noi OSS possiamo lamentarci, restiamo fondamentalmente inascoltati e insoddisfatti.

Se non altro, almeno dal punto di vista giuridico, voi infermieri disponete di un Albo, di un collegio, di un codice deontologico chiaro e di un percorso universitario più definiti. Quello che vi chiedo è dunque di “sfruttare” queste vostre conquiste non solo perché i vostri diritti siano garantiti e riconosciuti, ma anche perché i diritti di chi lavora a contatto con voi (OTA, OSS, addetti mensa, personale delle pulizie) trovi un più chiaro inquadramento.

E dico questo perché la mia compagna è un’infermiera professionale, dunque ben comprendo le vostre necessità.

Dal canto mio, ma credo di poter parlare a nome di molti colleghi OSS, c’è la ferma volontà di affiancare vostre eventuali lotte dal punto di vista sindacale per una migliore definizione degli iter formativi, dei requisiti, delle mansioni specifiche e della giusta retribuzione.

Ciò permetterebbe un clima di lavoro più disteso e porrebbe fine a questa sciocca rivalità tra OSS e infermieri.

Cito anche la coordinatrice infermieristica Eva, alla quale ho risposto con un mio precedente intervento, affinché possa esprimere il suo punto di vista e le sue proposte dato che mi è parsa molto ben formata sotto il profilo giuridico.

Cordialità.

Alessandro Diamante, OSS

Leggi anche:

Massimiliano, Infermiere: “sicuri che possiamo crescere se continuiamo a vivere una professione fin troppo manuale?”.

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