Ci scrive Alberto Boggia, Infermiere: “il diritto alla mensa o ai buoni pasto dovrebbe essere un dovere per le ASL e non un favore ai professionisti”.
Carissima Redazione,
scrivo in merito al Vs articolo pubblicato il 4 c.m., per complimentarmi intanto per il puntuale e attivo impegno svolto e soprattutto per parlare della condizione lavorativa a cui sono posti molti miei colleghi ed io stesso.
Nella fattispecie mi riferisco al mancato servizio di mensa, nonché assenza di servizi sostitutivi come i buoni pasto, da parte del policlinico di Bari, azienda presso cui lavoro.
Per essere più precisi fino al periodo pre-covid il personale ospedaliero poteva contare su di una mensa in convenzione, che prevedeva il costo di un euro per pasto che veniva detratto dalla busta paga. Fin qui nulla di grave se non fosse che la mensa distava circa ½km dal posto di lavoro, per cui l’utilizzo risultava, per usare un eufemismo poco pratico, considerando che ogni singolo utente avrebbe dovuto svestirsi uscire consumare il pasto ritornare e rivestirsi.
Per questo motivo l’utenza era alquanto ridotta nonostante l’azienda possa comunque contare diverse centinaia di dipendenti.
Successivamente durante il periodo covid la mensa ha chiuso e nonostante le enormi difficoltà correlate alla pandemia a cui erano esposti i dipendenti inclusi turni stressanti ed il estenuanti, la azienda non si è posta minimamente la necessità di offrire un servizio così fondamentale, né tantomeno di offrire un servizio sostitutivo o dei buoni pasti.
In questo momento in cui sto parlando, ormai le problematiche relative al covid, dovrebbero essere state superate, tuttavia nonostante i richiami e ricorsi delle varie Organizzazioni Sindacali, questo sacrosanto diritto continua ad essere eluso, inoltre a causa della pressante attività svolta non è possibile neppure riuscire a godere di una giusta pausa lavorativa degna di tale nome anche in considerazione di un turno ordinario della durata di circa 7 ore, spesso prolungato a 12 ore ed oltre, anche a causa della carenza di personale e che ci obbliga ad interminabili turni compresi straordinari e reperibilità.
Spero che possiate mantenere alta l’attenzione riguardo alla nostra attività, quella infermieristica, decantata ed apprezzata, il più delle volte solo a parole.
Vi saluto ringraziando per il servizio svolto.
Alberto Boggia, Infermiere
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