Aggredisce Medici, Infermieri e OSS di due Pronto Soccorso diversi in neanche 3 giorni. A quanti nuovi record dobbiamo assistere?
Il tema Aggressioni ormai è diventato un evergreen che rischia pure di annoiare il pubblico perchè ripetitivo.
Un giovane 24enne della provincia di Roma ha raggiunto picchi raramente già esplorati riuscendo ad aggredire il personale di due Pronto Soccorso diversi.
Sabato si era recato a Civitavecchia dove ha preteso di essere ricoverato e al diniego del medico (dopo valutazione clinica ovviamente) ha pensato bene di aggredirlo e procurargli lesioni. Denunciato.
Non contento, Martedì si è presentato a Bracciano dove ha provocato lesioni non gravi al personale che lo stava curando dopo una caduta accidentale avvenuta al suo domicilio.
Tutto questo oltre a non avere il benchè minimo senso, ci costringe a proporci l’ennesima riflessione sul tema.
Che poi è la forma carina per dire “Mò me lo segno”, come nell’esilarante sketch di Troisi in “Non ci resta che piangere”. Ma di esilarante c’è ben poco e da piangere, invece, molto.
Perchè i colleghi aggrediti guariscono ma restano contusi internamente, talvolta anche traumatizzati.
E lo Stato che fa?
Cantava De Andrè nella famosissima Don Raffaè. E, come spesso accade, la sua intramontabile poesia ci fornisce pure la risposta. Basta aspettare lo scorrere delle rime.
“Si costerna, s’indigna, s’impegna
Poi getta la spugna con gran dignità“.Servono soluzioni, non proclami. Sono anni che tutto un popolo di lavoratori della sanità ne hanno bisogno e alla fine è normale che qualcuno perda la speranza e la fiducia in un sistema che non li tutela fino in fondo.